S. GIOVANNI DA CAPESTRANO
(1386-1456
APOSTOLO DELL'EUROPA UNITA
Non si può certo dire che fu
un uomo tutto casa e chiesa, o meglio, visto che era un frate,
tutto convento e cappella. Ha avuto una vita movimentata, molto
varia e ricca di esperienze. Ha girato prima lItalia e
poi lEuropa, ma non per turismo religioso o per convegni
di aggiornamento con soggiorno in alberghi a varie stelle...
ma per predicare. E non dimentichiamo che, nel Quattrocento,
lo stesso viaggiare era sinonimo di fatica, dormire
poco, soffrire la fame e la sete con pericoli vari e imprevedibili:
ogni giorno una buona dose di disagio di vario genere con avventure
non sempre a lieto fine.
Nel 1453 era caduta la città
di Costantinopoli, la capitale dellImpero Romano dOriente.
Limpressione fu enorme. Il senso della minaccia sulla cristianità
europea era tangibile e incombente. La paura e langoscia
erano tornate prepotenti e si facevano sentire con forza su larghi
strati della popolazione. Anche se non su tutti. Davanti ad ogni
avvenimento doloroso cè sempre un certo numero di
apatici, che sono poi quelli dagli ideali ristretti e dagli orizzonti
che coincidono esattamente con il proprio benessere e tornaconto.
Fu così anche allora.
Il nuovo pericolo che minacciava
lEuropa era costituito dallavanzata sanguinaria e
apparentemente inarrestabile dellIslam e dei Turchi. Furono
i papi Niccolò V e poi il successore Callisto III che
organizzarono una crociata in difesa della fede cristiana e dellOccidente
intero minacciati dal pericolo ottomano-islamico. Ma sul campo
è stato Giovanni da Capestrano, un umile frate, a raccogliere
la sfida e darsi da fare, con la predicazione, per reclutare
uomini. Purtroppo solo gli Ungheresi, i più direttamente
minacciati, risposero al suo appello.
Con un esercito di quasi 5.000
uomini si mise in cammino verso Belgrado, fortezza che era stata
chiusa in una tenaglia dalle truppe di Maometto II e dalla flotta
turca. Fu dapprima un comandante ungherese, lo Hunyadi, dietro
suo impulso a rompere lassedio navale con un attacco che
riportò pieno successo il 14 luglio 1456. Una settimana
dopo arrivò anche la vittoria terrestre. E questa ebbe
come protagonista assoluto Giovanni da Capestrano che guidò
lattacco. Un frate trasformatosi in generale vittorioso.
Fu questa azione a difesa dellOccidente che gli meritò
in seguito lappellativo di Apostolo dellEuropa
Unita. Ma gli costò anche la vita. Contrasse infatti
la peste e ne morì tre mesi dopo nel convento di Ilok,
in Croazia. Era il 1456. Anno della Battaglia di Belgrado dellEuropa
contro i Turchi, come viene indicato nei libri di storia.
Giovanni:
inquisitore e predicatore in Italia
Giovanni nacque il 24 giugno
1386 a Capestrano non lontano da LAquila, nellAbruzzo.
I suoi genitori erano di nobili origini. La prima istruzione
lebbe in famiglia da uno speciale pedagogo. E ancora adolescente
conobbe il dolore: subì infatti, per rappresaglia, luccisione
di ben dodici persone del parentado e la distruzione della stessa
casa. Giovanni studiò diritto canonico e diritto civile
a Perugia. Diventò anche giudice di questa città
facendosi notare e ricordare per la sua integrità morale
e imparzialità. Stava per far rientro in paese per guadagnare
un po di denaro e così autofinanziarsi gli studi
per la promozione al dottorato, quando, nel 1415 in seguito ad
un conflitto tra Perugia e Rimini, cadde prigioniero. Come sarà
alcuni secoli dopo per SantIgnazio di Loyola che si convertì
durante la prigionia, così fu per Giovanni da Capestrano
(cf box a pag. 18). Alcuni anni dopo entrò tra i francescani
osservanti, divenendo sacerdote nel 1417.
La sua vita si può dividere
in due grandi periodi. Il primo comprende la sua attività
in Italia fino al 1451; il secondo la sua predicazione nellEuropa
centrale e la partecipazione alla battaglia di Belgrado, e la
morte (1456).
Nel primo periodo furono tre i principali interessi di Giovanni:
la predicazione, la difesa della ortodossia cattolica e la riforma
dei frati minori.
A partire dal 1422 cominciò
a predicare a LAquila davanti a grandi folle, che rimanevano
estasiate alle sue parole e al suo entusiasmo. Folle enormi lo
seguiranno anche a Roma, Siena, Perugia, Milano, Padova, Vicenza,
Venezia e altre città. Fece anche alcune puntate in Spagna
e in Terra Santa. La sua predicazione, specialmente
durante lAvvento e la Quaresima, fu un grande aiuto per
il rinnovamento spirituale e dottrinale delle popolazioni italiane
del tempo. Diventato un predicatore famoso, Giovanni ne conobbe
un altro grandissimo, Bernardino di Siena, di cui divenne amico
(e difensore quando venne accusato di idolatria). Fu questultimo
a comunicargli la devozione al nome di Gesù (condensato
nelle famose tre lettere IHS che significavano Jesus Hominum
Salvator, Gesù Salvatore degli uomini). Per le sue conoscenze
del diritto Giovanni veniva anche chiamato dai papi come paciere
e come diplomatico incaricato di delicate missioni.
Venne nominato in seguito inquisitore
dei Fraticelli e chiamato così a combattere il fraticellismo:
una setta che pretendeva di praticare alla lettera e senza
glosse la regola di San Francesco, professando diverse
dottrine dichiarate eretiche dalla Chiesa. Proprio per il successo
che ebbe come riformatore dellordine francescano si meritò
lappellativo di Colonna dellOsservanza.
Altro incarico che svolge con molto zelo e efficienza, anche
senza i risultati desiderati, fu la sua attività di inquisitore
degli Ebrei (1427) o meglio la sua battaglia contro lusura,
grandemente ed efficientemente praticata da questi, che ha poi
lasciato su di loro lungo i secoli seguenti una fama poco bella.
Giovanni si era adoperato presso
papi, principi e governatori di città, e specialmente
presso la regina Giovanna di Napoli, per far applicare le leggi
contro lusura in generale e contro gli Ebrei in modo particolare,
cercando di costringere questi ultimi ad osservare le disposizione
del diritto ecclesiastico e civile del Regno. Non ebbe grande
successo anche perché non godette degli appoggi importanti
su cui lui contava.
Un predicatore
per lEuropa
Dal 1451 al 1456 abbiamo il
secondo periodo della vita di Giovanni quello propriamente europeo.
Su istanza di papa Niccolò V egli partì per lAustria
insieme a dodici compagni (tra i quali uno dei suoi biografi,
un certo Nicola della Fara). Fu lo stesso imperatore Federico
III a richiedere la sua presenza come predicatore (predicò
in Baviera, nella Turingia, nella Sassonia, Slesia ed in Polonia,
parlando in latino e aiutato da un interprete), come riformatore
dei frati conventuali, come inquisitore degli Ebrei e anche per
cercare di riconvertire gli hussiti di Boemia. Questi erano i
seguaci del riformatore Jan Hus, arso come eretico nel 1415 (e
riabilitato da Giovanni Paolo II nel dicembre 99,
quando espresse il profondo rammarico per la crudele morte
inflitta a Jan Hus e per la conseguente ferita, fonte di conflitti
e divisioni, che fu in tal modo aperta nelle menti e nei cuori
del popolo boemo). Gli storici dicono che questo tentativo
di riconversione fu un fallimento nonostante qualche
compromesso raggiunto.
Ma questo punto nel programma
di Giovanni diventava secondario rispetto al pericolo incombente
posto dallIslam che avanzava insieme ai Turchi. Si dedicò
completamente a questo obbiettivo fino alla morte.
Che messaggio ci lascia Giovanni da Capestrano? Anzitutto la
sua totale dedizione per la causa del Vangelo, attraverso la
predicazione in Italia e nellEuropa centrale contrastando
le eresie del tempo. Egli può restare come esempio
di un uomo che, in quello scorcio finale del Medio Evo, seppe
capire problemi e aspirazioni, angosce e attese del suo uditorio,
e cercò di ripresentare il Vangelo in quella situazione...
Un messaggio ... resta per i predicatori di tutti i tempi, quello
di farsi ricercatori e annunciatori del senso attuale che deve
avere la rivelazione divina per ogni generazione e cultura
(A. Pompei).
Giovanni da Capestrano ha lasciato
una profonda impressione nella Chiesa del Quattrocento, per la
sua predicazione travolgente e convincente (e le sue prediche
non erano propriamente uno show: duravano infatti dalle due alle
tre ore, con qualche eccezione... ancora più a lungo).
Fu un uomo di successo apostolico per le conversioni spettacolari
operate, per i suoi poteri taumaturgici che esercitava per la
povera gente, e non ultimo anche per la sua multiforme santità.
Giovanni appare come un discepolo di Cristo, del quale
segue lesempio per quanto la sua condizione umana glielo
consente.
Limitazione di Cristo
è dunque primordiale ed il modello evangelico guida la
vita di Giovanni. La profonda pietà e la grandissima umiltà
del santo colpirono i suoi contemporanei; egli si imponeva prove
umilianti, come attraversare la città di Perugia, della
quale fu giudice, malvestito e in groppa ad un asinello. Il suo
amore per la pace, legato ad un innato senso della giustizia
ed una ardente carità nei confronti del prossimo, lo pongono
nella categoria dei santi. La sua vita è condotta nel
segno dellausterità: accatta il suo pane, porta
quotidianamente il cilicio, digiuna tutti i giorni in eguale
misura (da Storia dei Santi e della Santità cristiana,
vol. I).
Un santo ancora oggi, per molti aspetti, significativo.
MARIO SCUDU SDB ***
*** Questo
e altri 120 santi e sante e beati sono presenti nel volume di
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MARIO SCUDU, Anche Dio
ha i suoi campioni, Editrice Elledici, Torino
Conversione
e missione di Giovanni da Capestrano
Giovanni era stato fatto prigioniero
in una delle tante liti e guerre tra le varie città italiane
nel 400. In questo caso tra Perugia e Rimini. Dopo un tentativo
di evasione, viene di nuovo imprigionato e durante la prigionia
chiede a Dio di essere liberato. Uno dei suoi primi biografi,
Nicola di Fara, scrisse che Giovanni ebbe una visione, che lo
portò alla conversione e alla sua futura missione.
«Gli apparve nellaria
un uomo, che vestiva labito dei francescani e che così
gli si rivolgeva: A chi parli con tanta arroganza?.
Pieno di terrore Giovanni gli chiese: Che cosa vuole Dio
da me?. E luomo gli rispose: Non vede che cosa
Dio ha scelto di fare di te? Non vede labito che porto?
In questo modo insegnerai Religione. Giovanni rispose:
Farò quel che Dio mi comanda e la proclamerò,
poiché questo è il volere di Dio.
Luomo scomparve ma egli
ebbe unaltra visione: gli fu mostrata la terra quasi nelloscurità,
in unombra fitta, e in mezzo alle tenebre cera un
raggio di luce e verso questa luce affluivano molti popoli, innumerevoli
folle. Sempre egli pensò e credette che luomo che
gli era apparso fosse il beato Francesco. Nessuno può
negare che i popoli che andavano verso la luce fossero gli Italiani,
i Tedeschi, i Boemi, gli Ungheresi, i Rumeni, i Russi e gli Slavi;
e il raggio di luce era Giovanni stesso, che diffuse la dottrina
divina» (Nicola di Fara).
IMMAGINE: Bartolomeo Vivarini: San Giovanni
da Capestrano - Museo del Louvre - Parigi
RIVISTA
MARIA AUSILIATRICE 2000-9
VISITA Nr.