S. Margherita
di Scozia (1045-1093), regina ***
Margherita,
la perla di Scozia
Margherita è stata la regina
di Scozia, una vera perla per questo popolo che giustamente la ricorda
a distanza di secoli e la venera ancora oggi con devotissimi pellegrinaggi
alla sua tomba. Ma per la Chiesa Cattolica è anche una santa,
e non è decisamente poco.
E notiamo subito a scanso di equivoci: se pensiamo che la sua canonizzazione
sia stata più facile per il semplice pensiero, che non raramente
ci perseguita, che purtroppo ai ricchi e potenti tutto sembra più
facile
anche le porte del Vaticano!) ci sbagliamo di grosso.
Margherita diventò regina per via di matrimonio e santa con
la libera decisione della propria volontà
di vivere
santamente. Canonizzata quindi non per pressioni politiche, per
esigenze di albero genealogico (un santo dà
garanzie
di serietà!) o per suggerimenti e aggiustamenti della diplomazia
della Scozia o del Vaticano. Tutto è arrivato dopo un regolare,
minuzioso e severo processo canonico. Il suo culto era iniziato
appena dopo la morte ma il lungo cammino per portarla sugli altari
fu 'comandato' dal papa di Roma Innocenzo IV (1243-1254), che ordinò
di analizzare la sua vita
se, cioè era vissuta veramente
da santa. E arrivò la bella e 'santa' verità, sigillata
dal Vaticano nel 1250. Memoria liturgica il 16 novembre.
Dall'Ungheria alla Scozia via Londra
Margherita nacque in Ungheria nel 1045. Suo padre Edoardo, erede
legittimo al trono inglese, si era rifugiato in Ungheria per sfuggire
alla dominazione danese sull'Inghilterra. Nella nazione magiara
aveva sposato la sorella del re Stefano (re e santo canonizzato
nel 1083). Margherita ricevette una buona educazione alla corte
del re, possedendo, così sembrò, anche un discreto
senso estetico: apprezzava infatti non solo l'arte in generale,
i bei volumi ma anche i lussuosi e costosi vestiti. Era una donna,
era giovane, era normale.
Nel 1057 il padre fu richiamato in Inghilterra da Edoardo il Confessore
(1042-1066, memoria liturgica il 13 ottobre) perché sperava
che diventasse suo erede. Ma nonostante che fosse più giovane,
morì prima aprendo così la strada ai Normanni guidati
da Guglielmo, duca di Normandia. Qiuesti passerà alla storia
come Guglielmo il Conquistatore, dopo la decisiva battaglia di Hastings
del 1066. Con il nuovo padrone dell'Inghilterra, la famiglia di
Margherita era in disgrazie e serio pericolo di vita, visto che
dopo ogni conquista del potere, specialmente se in maniera cruenta,
il primo dovere che i nuovi padroni sentono come impellente è
quello di eliminare tutti i possibili pretendenti. E questo allora
come
adesso. Preferirono, insieme a tanti altri famiglie di
nobili inglesi, fuggire lontano, al sicuro dalle possibili vendette.
Verso nord, lontano da Londra, lontano delle vendette
verso
la Scozia. Dove furono accolti con generosità dal re Malcom
III (1058-1093). Fu buono con loro, avendo anche lui sperimentato
l'esilio durante il regno del crudele Macbeth ( che aveva ucciso
suo padre Duncan
proprio quei personaggi di cui parla William
Shakespeare!). Malcom III per vendicare suo padre, aveva sterminato
l'intera famiglia di Macbeth. Insomma si era guadagnato il non raccomandabilissimo
soprannome di "Il sanguinario": inutile dire che non era
farina da fare ostie.
Tuttavia aveva accolto con generosità i suoi nuovi ospiti
era ospitale con tutti, ma la bellezza e intelligenza di Margherita
lo colpì subito, e qui sta la sua fortuna, chiese di sposarla.
Margherita non era più una ignara e inesperta fanciulla,
all'oscuro delle vicende della vita: aveva 24 anni, con una discreta
preparazione culturale ed un forte carattere. Credette in se stessa
e nell'aiuto di Dio, e anche nell'influsso e protezione dello zio
Edoardo il Confessore. Questi era stato molto amato dalla gente,
infatti lo venerava come un santo, e fu proprio lui a far costruire
a Londra l'abbazia di Westminster. Margherita quindi accettò
la grande sfida. Disse di sì al re Malcom, diventando così
sua moglie e regina degli scozzesi, che l'ameranno sempre durante
la vita e la venereranno dopo morte, ancora oggi. Compito difficile
in sé (come ogni matrimonio serio) ma ancora di più
con un marito come quello.
Margherita: moglie, madre e regina
Una strana coppia insomma. Avrebbe funzionato? Molti avevano
molti dubbi. Invece sì, funzionò, con l'aiuto di Dio,
il grande amore condito di quotidiana pazienza di Margherita e,
naturalmente anche il buon senso di Malcom, conquistato da una moglie
così buona e brava. Ma possiamo intuire che grande parte
del merito fu proprio suo, di Margherita. Lui un po' rozzo, rumoroso,
anche maleducato, poco incline alle buone maniere, a tratti anche
freddo. Lei calma, riflessiva, gentile, paziente, generosa, religiosa
e pia. E il matrimonio funzionò, allietato anche da otto
figli (una delle due figlie, Matilde voleva diventare monaca, ma
fu sconsigliata dal vescovo Anselmo di Canterbury (nativo di Aosta
però!), e in seguito diventò regina d'Inghilterra).
Tutti i figli furono seguiti amorevolmente ed educati cristianamente
da lei.
Riuscì a cambiare, con gradualità e pazienza, sia
l'aspetto interno ed esterno del castello in cui abitava, sia il
temperamento un po' bollente e intemperante di Malcom. Lei si era
messa in testa non solo di 'convertirlo', ma anche di insegnargli
a
leggere e scrivere. L'amore può vincere ogni difficoltà
così spesso si afferma. Beh, quasi tutte. Sembra che nonostante
la pazienza, lo zelo e l'impegno profusi, Margherita non riuscì
a nell'impresa, che si rivelò, ahimè, impossibile.
Però questi prese l'abitudine di almeno baciare devotamente
una preziosa copia del Vangelo, che Margherita possedeva. Meno che
niente, certamente.
Margherita: preghiera a Dio e carità ai poveri
Margherita così con la sua cultura, con i modi di fare gentili
con tutti, con la sua religiosità sincera divenne un punto
di riferimento e non solo per l'influsso sul marito che ricorreva
a lei per consigli. La vita di corte (che i suoi critici dipingevano
troppo 'anglicizzata') venne trasformata dalla sua azione paziente
e continua.
Anche i membri della corte, attratti dal suo esempio, si univano
a lei per le preghiere quotidiane, e ogni giorno Margherita apriva
le porte del castello per accogliere ed assistere poveri e ammalati,
offrendo loro l'aiuto che poteva. Fece anche costruire degli appositi
ospizi o ostelli per accoglierli e aiutarli. E non di rado prelevava
qualcosa dal 'portafoglio' del marito per questa attività
e beneficenza. Questi naturalmente si accorgeva ma, di buon grado
e 'volentieri', chiudeva un occhio, sapendo bene chi era l'autrice
dei 'piccoli furti' e la loro destinazione benefica.
Un influsso notevole Margherita lo esercitò nella riforma
religiosa della Scozia e nello sviluppo di più stretti legami
con la Chiesa e il vescovo di Roma adoperandosi con intelligenza
ed impegnoad evitare un possibile scisma tra la chiesa celtica ed
il papato. Favorì anche la presenza e l'attività dei
monaci benedettini, molto presenti sul continente europeo ma non
in Scozia. Fu proprio lei ad invitare i monaci benedettini inglesi
perché venissero a lavorare anche nel suo regno. Fu ancora
lei a favorire un tipo di feudalesimo sul modello inglese, e a incoraggiare
la formazione di un parlamento scozzese.
"Ti ringrazio per questa afflizione"
Scrive Alban Butler: "Ella promosse anche la riforma della
Chiesa di Scozia, contribuendo, per esempio, a portare il culto
locale in linea con il culto della Chiesa di Roma in questioni come
l'osservanza della Quaresima e della Pasqua, e l'astensione dal
lavoro la domenica. Fu una fondatrice entusiasta di monasteri: uno
dei suoi più grandi progetti fu la ricostruzione dell'abbazia
di Iona, oltre alla costruzione di Dunferline, destinato ad essere
luogo di sepoltura della famiglia reale scozzese" (in Dizionario
dei Santi, Piemme, p. 1160).
Un particolare interessante. Margherita conosceva gli usi e costumi
del continente europeo e lei li introdusse anche in Scozia. Facilitò
anche il commercio con il favorire i mercanti stranieri aprendo
così il suo regno e favorendo così la ricchezza mediante
gli scambi commercianti e culturali con il continente.
Margherita intanto, forse per la troppa attività e per le
preoccupazioni, cadde gravemente ammalata (lo fu per sei mesi!),
nel 1093 proprio mentre la fragile tregua con gli inglesi (dopo
le reciproche invasioni di territorio) stava finendo. E proprio
nello stesso anno 1093 si venne di nuovo alle armi. Malcom III,
il marito e il figlio Edoardo, il primogenito, partirono di nuovo
in guerra contro l'invasore inglese re Guglielmo il Rosso, figlio
di Guglielmo il Conquistatore. Nella battaglia di Alnwick caddero
ambedue. Portata la notizia della doppia grave perdita a Margherita
ella pregò dicendo: "Dio onnipotente ti ringrazio di
avermi inviato una così grande afflizione negli ultimi istanti
della mia vita. Spero che, con la tua misericordia, servirà
a purificarmi dai miei peccati". E dopo aver ricevuto per l'ultima
volta l'Eucaristia, rese l'anima a Dio pregando: "Signore Gesù,
che con la tua morte ahi dato la vita al mondo, liberami da ogni
male".
E così moriva santamente come era vissuta. Il popolo tutto
ma specialmente i poveri da lei assistiti la piansero a lungo, consci
che se n'era andata in Paradiso non solo la loro benefattrice, ma
la più preziosa perla di Scozia.
Mario
SCUDU sdb - Torino
*** Testi
E' stato il monaco T. Turgot, priore del monastero di Durham e poi
arcivescovo di S. Andrew's, a scrivere la biografia di Margherita,
dietro suggerimento di Matilda, la figlia di lei. La richiesta venne
fatta dopo la morte ma venne redatta non molti anni dopo tra il
1104 e il 1108, quando i ricordi della indimenticabile regina erano
ancora vivi e si potevano benissimo 'consultare' altre persone che
l'avevano conosciuta personalmente. E' una biografia importante
non solo perché era l'autore un contemporaneo ma anche perché
egli fu addirittura confessore di Margherita ed amico personale.
E' stata scritta quindi con materiale tratto dall'esperienza viva.
La biografia rimane quindi credibile, anche se bisogna collocarla
nel giusto genere letterario dell'agiografia tradizionale di quel
tempo, divergente un po' dai criteri agiografici oggi vigenti. Per
cui non bisogna pensarla come una resoconto particolareggiato quasi
cronachistico, asettico e totalmente oggettivo.
Riportiamo alcuni passi di questa biografia. Ma accettabile. Ecco
qualche passo:"La Regina Margherita era una donna molto pia,
agli occhi di Dio era una vera perla, preziosa in fede tanto quanto
in opere".
"Margherita possedeva lo spirito di compunzione in grado eminente.
Quando mi parlava delle ineffabili dolcezze della vita eterna, le
sue parole erano accompagnata da una grazia meravigliosa. Il suo
fervore era così grande in tali occasioni, da non poter frenare
le abbondanti lacrime. Possedeva una tenera devozione e al vederla
mi sentivo penetrato di viva compunzione. Nessuno osservava più
esattamente di lei il silenzio in chiesa; nessuno mostrava uno spirito
più attento alla preghiera".
Anche il marito Malcom, che condivideva l'azione per i poveri e
i pellegrini, si affidava a lei per supporto e consiglio in materia
di governo del regno; imparò anche ad apprezzarne la devozione
e la pietà, accorgendosi che "Cristo dimorava realmente
nel cuore di Margherita
Ciò che lei rifiutava, lo rifiutava
anche lui
ciò che amava lei, lo amava anche lui per
amore di lei".
***
Tratto dal volume:
MARIO
SCUDU, Pazze per Dio
Profilo storico-spirituale di 40 Sante
e Beate
Prefazione di YVONNE REUNGOAT
Editrice ELLEDICI - Torino
Visita Nr.