SANTA
GERTRUDE "LA GRANDE":
PERDUTAMENTE INNAMORATA
DI CRISTO
Questo
mese vi presento una donna vissuta per quarantanni, cioè
quasi tutta la vita, in un monastero medievale. Mi sono
chiesto prima se ha ancora un significato oggi alle soglie del
Terzo Millennio fare un simile esercizio di memoria storica o,
se preferite, un po di archeologia agiografica.
Certo il mondo delle quattro mura del suo monastero non era come
il nostro oggi. Qualcuno aggiungerà: è una donna
che ha conosciuto una realtà che non è la vera
realtà, quella di tutti i giorni. Ha vissuto una vita
che non è la nostra vita. Allora perdiamo tempo? Non direi.
La donna (e
monaca) in questione è santa Geltrude di Helfta. Per i
tedeschi è die Heilige Gertrud die Grosse.
Die Grosse cioè la Grande: non
è una donna santa (heilige) qualsiasi
quindi: è lunica donna nella storia tedesca ad essere
chiamata die Grosse. Come titolo non cè
male. Con la sua esperienza spirituale e con i suoi scritti si
è conquistata inoltre altri due titoli importanti: primo
quello di Teresa di Germania perché sotto
molti aspetti richiama la grande Teresa di Avila e, secondo,
di Teologa del Sacro Cuore perché con la sua
particolare devozione al Cuore divino del Cristo preannunciava
e preparava santa Margherita Maria Alacoque che ne sarà
la grande apostola. Anche liconografia ama rappresentare
Geltrude con un cuore visibile nel petto, sul quale si può
vedere il Bambino Gesù, in conformità alle parole
attribuite a Gesù medesimo: In Corde Gertrudis invenietis
Me cioè Nel cuore di Geltrude troverete Me.
27 gennaio 1281: la
conversione di Geltrude
Geltrude nacque
nel 1256 nella Turingia probabilmente ad Eisleben, a nord ovest
di Lipsia. Della sua infanzia rimane solamente un avvenimento
decisivo: lentrata ancora bambina nel monastero cistercense
di Helfta nella Sassonia (da qui il nome di Geltrude di Helfta).
Per ventanni
niente di eccezionale. Lo studio e la preghiera furono la sua
attività principale. Era di intelligenza pronta ed acuta
che la faceva eccellere tra le sue consorelle (rimase sempre
umile lo stesso), e nello studio mise tutta la sua passione ed
impegno. Non risparmiò fatica per consolidare la propria
cultura nel campo delle lettere, della filosofia, del canto e
nellarte della miniatura. Questa sua dedizione totale allo
studio di Geltrude era anche favorita dal clima culturale
che si respirava in questo monastero (negli ultimi decenni del
1200) dovuto alla presenza di alcune monache eccezionali. Geltrude
di Hackeborn, badessa e sua sorella Matilde che diventerà
anche lei badessa, e scriverà unopera di alto valore
spirituale il Liber specialis gratiae.
Dal 1270 si
era poi ritirata nello stesso monastero di Helfta Matilde di
Magdeburgo. Questultima scriverà uno dei capolavori
della mistica tedesca Das fliessende Licht der Gottheit
cioè Il Fluire della Luce della Divinità.
Parlando di mistica il teologo G. Moioli distingue due grandi
tipologie suggerite dalla stessa storia. La prima è quella
della mistica dellessenza (Wesensmystik) rappresentata
dalla cosiddetta tendenza renano-fiamminga (sec.
XIII-XIV) e della mistica sponsale (Brautmystik),
e seconda, la mistica dellassenza illustrata
specialmente dai grandi mistici spagnoli (sec. XVII).
Con la sua
opera Matilde di Magdeburgo cominciava già ad aprire una
nuova strada nel campo spirituale superando le forme impersonali
e oggettive delle esperienze mistiche precedenti (mistica dellEssenza),
per accogliere sempre più il carattere personale ed affettivo.
Si cominciava ad intravedere, sotto linflusso di una profonda
comprensione dellumanità di Cristo, lelemento
sponsale e lallegoria nuziale della esperienza
spirituale, che aveva come fine del proprio itinerario la perfetta
unione col Verbo incarnato. Queste idee influenzeranno lesperienza
spirituale e mistica di Geltrude collocandola quindi nella tipologia
della Brautmystik o mistica sponsale.
Ma la svolta
decisiva o conversione non venne grazie a questo
clima anche se altamente culturale e spirituale che si respirava
nel suo monastero. Cè stata una... spinta
gentile dallalto (diversa dalla metodologia poco soft
usata da Dio con Paolo di Tarso sulla via di Damasco). Geltrude
pensava con più passione allo studio e alla propria crescita
culturale che alle cose religiose e agli impegni spirituali.
Questi ultimi li viveva un po tiepidamente. Verso la fine
del 1280 entrò in crisi: provò langosciosa
sensazione di sentirsi assolutamente sola, sperduta, inutile
e avvilita mentre assisteva al crollo di tutti i suoi ideali
umani. Da questo abisso di angoscia e solitudine esistenziale,
ella rinacque spiritualmente donandosi a Cristo incondizionatamente
e totalmente. Ecco la conversione. Che cosa era avvenuto?
Era il 27 gennaio
1281 quando ebbe una prima visione del Cristo Redentore, nella
sembianza di un adolescente. Scrisse poi lei stessa: Io
lodo, io adoro, io benedico, io ringrazio come posso la vostra
sapiente misericordia e la vostra misericordiosa sapienza, perché
voi, mio Creatore e mio Redentore, vi sforzaste di ridurre una
testa indomabile sotto il vostro giogo soave
.
Questa conversione agì particolarmente su due fronti:
quello ascetico e culturale. Geltrude riprese con vigore e rigore
losservanza della regola religiosa, inasprita liberamente
con lunghe veglie e digiuni, che culminarono poi in lunga serie
di sofferenze e malattie. La seconda svolta si ebbe sui suoi
interessi culturali. Geltrude tagliò netto con le discipline
profane e si dedicò esclusivamente allo studio della Scrittura,
della teologia e delle opere patristiche, privilegiando santAgostino,
san Gregorio Magno, san Bernardo e Ugo da San Vittore.
Geltrude de-scrittrice
della propria esperienza mistica
Dopo la conversione
si preoccupò non solo di studiare per sé ma di
fare anche dono agli altri delle scoperte spirituali fatte nelle
rivelazioni e nelle riflessioni. Abbiamo così Geltrude
scrittrice e de-scrittrice della propria esperienza spirituale.
Due le opere principali che hanno consacrato Geltrude come una
scrittrice di mistica.
La prima chiamata Il Messaggero della divina misericordia.
Qui descrisse le visioni e rivelazioni che ella ebbe da Gesù
Cristo e la straordinaria confidenza che ebbe con Lui. «È
la prima volta, nella storia cristiana che una donna scrive una
autobiografia spirituale in cui il rapporto con Dio è
narrato in termini così espliciti come un rapporto damore.
È forse un linguaggio poco abituale oggi tra i cristiani,
ma questo cercarsi ed incontrarsi tra uomo e Dio ha usato, spesso,
e necessariamente, il linguaggio dellamore, come nel Cantico
dei Cantici.
Così
anche Geltrude. Lei è innamorata di Cristo e Cristo di
lei. E Geltrude, come già Bernardo di Clairvaux, racconta
dialoghi con Cristo, le carezze, gli abbracci che si scambiano,
come farà dopo di lei Angela di Foligno. E Geltrude trova
limmagine del cuore... Nel cuore è il segno dellamore
di Dio per luomo, a cui luomo può rispondere
con lo stesso calore damore: intrare ad cor,
scrive Geltrude. Questo è il solo vero rapporto tra uomo
e Dio, entrare nel cuore di Dio poiché il Padre con il
Figlio è entrato nel cuore delluomo» (Claudio
Leonardi).
La seconda
opera ha per titolo Exercitia Spiritualia septem.
È un raro gioiello di letteratura ascetico-mistica...
Essi consistono in varie preghiere e meditazioni di ispirata
bellezza e si dividono in sette differenti esercizi: il primo
per recuperare linnocenza battesimale, il secondo per la
conversione spirituale, il terzo per la consacrazione a Dio,
il quarto per la rinnovazione della professione religiosa, il
quinto per eccitare lamore divino; il sesto è unazione
di grazie, ed il settimo è un supplemento di soddisfazione
per i nostri peccati ed una preparazione alla morte (Niccolò
del Re). Sono Esercizi che hanno un valore ancora oggi (magari
chi è sposato integrando il quarto con la rinnovazione
delle proprie promesse matrimoniali...). Essi rivelano tutta
la personalità di Geltrude ed il suo grandissimo abbandono
e confidenza in Dio.
Messaggio spirituale
di Geltrude
Geltrude è
santa e mistica. Ma cosa vuol dire mistica e vita mistica? Ecco
la definizione di un teologo.
La vita
mistica è caratterizzata dalla presa di coscienza della
presenza dentro di sé del Dio vivente, il Dio dellamore.
Come tale essa non è il risultato di uno sforzo, perché
luomo è incapace di accedervi con le sue sole proprie
forze. Essa è un dono divino.
Ma tale dono
non può essere conseguito se non si marcia speditamente
e con pazienza sul duro sentiero della preghiera, se non ci si
impegna a compiere, fedelmente, giorno per giorno, la volontà
di Dio, se non si consente a svelare (o riconoscere) la propria
profonda miseria e non si rinuncia definitivamente a compiacersi
di se stessi; soprattutto, se non si crede ostinatamente nellamore del Padre,
accettando le purificazioni di questo amore (Giannino Piana).
E a questa
esperienza dellunione mistica con Dio siamo chiamati tutti,
come afferma il Catechismo Universale (n. 2014):
Il progresso
spirituale tende allunione sempre più intima con
Cristo. Questa unione si chiama mistica, perché partecipa
al mistero di Cristo mediante i sacramenti i santi misteri
e, in lui, al mistero della santa Trinità. Dio
chiama tutti a questa intima unione con lui, anche se soltanto
ad alcuni sono concessi grazie speciali o segni straordinari
di questa vita mistica....
Le esperienze
propriamente mistiche sono quindi un dono di Dio. Ma come tutti
i doni di Dio anche questo è impegnativo: richiede a tutti
pazienza e limpegno duro nella lotta quotidiana per il
bene (ascesi); un dono da mantenere e meritare ancora portando
la propria croce, nella ricerca e nel compimento pieno
di amore della volontà di Dio. Come ha fatto Geltrude
e tutti i santi.
MARIO SCUDU SDB ***
*** Questo
e altri 120 santi e sante e beati sono presenti nel volume di
:
MARIO SCUDU, Anche Dio
ha i suoi campioni, Editrice Elledici, Torino
CRISTO, VITA
DELLA MIA VITA
O vita
della mia vita, possano gli affetti del mio cuore
accesi dalla fiamma del tuo amore, unirmi intimamente a Te.
Possa la mia anima essere come morta
riguardo a tutto ciò che potrebbe cercare allinfuori
di Te.
Tu sei lo splendore
di tutti i colori, la dolcezza di tutti i sapori,
la fragranza di tutti i profumi, lincanto di tutte le melodie,
la tenerezza dolcissima dei più intimi amplessi.
In Te si trova ogni delizia, da Te scaturiscono acque copiose
di vita, a Te attira un fascino dolcissimo,
per Te lanima si riempie degli affetti più santi.
Tu sei labisso straripante della Divinità,
o Re, nobilissimo tra tutti i re,
o Sovrano eccelso, o Principe chiarissimo,
o Signore mitissimo, o Protettore potentissimo.
O Gemma nobilissima di vivificante umanità.
O Creatore di tutte le meraviglie.
O Maestro dolcissimo,
o Consigliere sapientissimo,
o Soccorritore benignissimo, o Amico fedelissimo.
Tu unisci in Te tutti gli incanti di unintima dolcezza.
Tu accarezzi con soavità, ami con dolcezza,
prediligi con ardore, o Sposo dolcissimo e gelosissimo.
Tu sei un fiore primaverile di pura bellezza,
o Fratello mio amabilissimo, pieno di grazia e di forza,
o Compagno giocondissimo, Ospite liberale e generosissimo.
Io preferisco
Te ad ogni creatura,
per Te rinuncio ad ogni piacere,
per Te sopporto ogni avversità,
non cercando in ogni cosa che la tua lode.
Col cuore e con la bocca confesso che Tu sei il Principio di
ogni bene....
Dalle Rivelazioni,
Libro III, Cap. LXVI
Preghiera alla
Trinità
O Fonte delle Luci
eterne, Trinità Santa che sei Dio...
Padre Santo, accoglimi nella tua clementissima paternità...
Gesù amatissimo, accoglimi nella tua soavissima fraternità,
Spirito Santo, Dio Amore, accoglimi nella tua benevola misericordia
e carità.
O Amore che unisce, Dio del mio cuore.
Quando mi assorbirà quel dolcissimo raggio, per essere
con Te un solo amore
e un solo spirito?.
(Dagli Esercizi, VI)
IMMAGINE:
SANTA GERTRUDE, arazzo nell'abbazia
benedettina a Tettenweis
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2000-10
VISITA Nr.