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INVOCANDO LA SANTITA'
Dio
solo può dirsi pienamente e totalmente santo.
Quando nella Messa diciamo il Gloria, affermiamo: «Tu solo
il Santo».
Ma
cosa intendiamo per santità?
Anzitutto lassenza
di qualunque cosa possa sporcare, offuscare e degradare un essere
totalmente perfetto come Dio. La santità è, dunque,
tutto ciò che è contrario al peccato e alla colpa.
Questa affermazione della santità è certamente
vera, ma afferma qualcosa di Dio in senso negativo, in quanto
dice ciò che la santità non è, o almeno
ciò che non ha a che fare con la santità. Ma non
dice ancora cosa sia la santità in se stessa.
In senso positivo,
potremmo dire che la santità è tutto ciò
che costituisce lesclusività assoluta di un essere,
di ciò che lo rende unico, irripetibile e ineguagliabile.
In tal senso,
santo significa separato da tutto ciò che non rende lessere
ciò che deve essere, poiché la santità è
unicità senza uguali.
Nella Bibbia,
Dio è il tre volte santo, ossia il separato totale ed
infinito. Separato anzitutto dalla sua creazione, poiché
Lui è il Creatore che ha donato lessere e la vita
sia al mondo spirituale degli angeli sia al cosmo.
Nel primo caso,
Dio ha posto in essere delle creature puramente spirituali e
sommamente intelligenti, dotate di libertà assoluta, ma
rimane totalmente altro rispetto a loro, tanto che lo scopo delle
creature angeliche è quello di servire Dio, ossia di accettare
di essere radicalmente orientate a Lui per la manifestazione
della Sua gloria. Quindi, esse sono totalmente dipendenti da
Dio, e Dio rimane totalmente altro da loro.
Nel caso del
cosmo, questo è ancor più separato da Dio in quanto
Lui è puro Spirito, mentre la sua opera non solo esprime
la materia o è immersa nella materia ma è la materialità
in senso pieno.
Questa lontananza radicale dellessere di Dio da quello
delle sue creature, impedisce che vi sia mescolanza o confusione
fra il Creatore e la sua opera. Tuttavia, è proprio a
causa di questo distacco fra Dio e il mondo, che possiamo parlare
tanto di santità, quanto di provvidenza.
Dio non è
confuso col mondo e questo non è una parte di Dio; perché
Dio rimane Dio e il mondo, mondo. Ed è in virtù
di questa separazione che possiamo parlare di santità
ossia di unicità delle creature. Ma questa separazione
non impedisce a Dio di interessarsi del mondo e quindi di intervenire
nel mondo, affinché esso sia ciò che debba essere,
ciò che Lui vuole che il mondo sia: semplicemente se stesso,
nella più nuda e schietta originalità di come Lui
lha pensato e voluto.
In tal senso,
Dio non può tollerare che lopera delle sue mani
sia distolta da ciò che debba essere, o sia radicalmente
orientata ad altro da ciò che Lui desideri. Qualora così
avvenisse, a causa della sovrana libertà delluomo,
la creazione stessa, non potendo andare contro se medesima
ossia contro il suo divino Creatore , si ribellerebbe contro
chi lha violata e violentata. È quello che il linguaggio
della Bibbia esprime con il termine fantasioso, ma sicuramente
efficace di giorno dellira di Dio.
Ne consegue
che luomo, anche se, di fatto, ne ha la possibilità,
non ha il diritto di sconvolgere le leggi fondamentali della
natura, manipolando la vita o annullando la dignità di
altri esseri.
Inoltre, la
felicità delluomo consiste nel vivere la sua unicità
esclusiva, la sua santità e non camuffarsi nellanonimato
della massa depersonalizzante.
Lattuale
tendenza che mira a gonfiare lorgoglio individuale per
poi annullare la singolarità e la dignità dellindividuo,
rendendolo numero, riducendolo a consumatore o ad amorfo soggetto
sociale, è quanto di più lontano vi sia dalla santità
che Dio vuole per i suoi figli.
Ogni tentativo
di inquadramento, livellamento o appiattimento della persona,
delle sue caratteristiche, delle sue peculiarità, di quelle
ricchezze che gli sono state donate dal suo Creatore, anche se
animato da sante intenzioni, è parte di quel progetto
diabolico che pretende allontanare luomo e il mondo dalla
felicità che è poi la loro stessa santità.
La massificazione
in atto nelle nostre società e lattrazione che essa
esercita presso tantissimi popoli, conduce solo allo smarrimento
della coscienza, alla perdita dellintegrità personale,
alloffuscamento della volontà (salvo eccitarla con
gli appetiti della vanagloria) nonché alla confusione
circa la propria realtà personale. Per questo, solo lintervento
provvidenziale di Dio, invocato e desiderato, può ricomporre
il mosaico della nostra identità perduta, facendoci riscoprire
il fascino della santità.
Don Giuseppe Pelizza
SDB
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