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Rivista Maria Ausiliatrice: 2000-2012
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dicembre: BEATA MARIANNA FONTANELLA (o Maria degli Angeli) ***
B. Marianna
Fontanella (Maria degli Angeli, 1661-1717), monaca carmelitana***
"Vengo
dall'Amore, vado all'Amore, faccio tutto per Amore"
Nel 2006 si sono svolte a Torino
le Olimpiadi invernali, con grande affluenza di atleti e pubblico
da tutto il mondo. Nello stesso anno si è celebrato l'anniversario
dell'assedio della città e della famosa battaglia di Torino
(1706), che la liberò dopo vari mesi di assedio da parte
dei Francesi. Una data importante e significativa, che viene studiata
nei libri di storia. Ma pochi sanno che a questa battaglia per la
liberazione della città partecipò anche
una
monaca di clausura, una carmelitana che si chiamava sr. Maria degli
Angeli (al secolo Marianna Fontanella). Durante il duro assedio
del 1706 ella costituì, insieme al padre filippino Sebastiano
Valfrè (Beato), un baluardo morale per tutta la cittadinanza.
Fu quindi una partecipazione 'straordinaria' la sua
ma viva,
efficace e apprezzata molto dal duca Vittorio Amedeo II che in quell'assedio
rischiava di perdere tutto. Questi aveva fatto il voto alla Madonna
di erigere sul colle di Superga, che domina Torino, una chiesa in
suo onore se la città (e il suo ducato) si fosse salvata.
Voto approvato e lodato dalla monaca carmelitana, che ormai era
diventata un punto di riferimento non solo per lui ma per tutta
la corte sabauda e per la chiesa torinese. Tale era il suo prestigio
e autorità morale. Predisse anche la vittoria finale, che
arrivò il 7 settembre, vigilia della festa della Natività
della Madonna. Contemplazione e azione, insieme per la vittoria.
L'assedio finì (chi non ricorda il coraggio ed il sacrificio
di Pietro Micca?), la città fu liberata (ecco la contemplazione)
grazie alle preghiere e penitenze di sr. Maria degli Angeli e di
tanti altri, e all'intervento (ecco l'azione) di un esercito guidato
dal cugino di Vittorio Amedeo II, il principe Eugenio di Savoia,
un abilissimo e coraggioso generale, passato alla storia come 'la
volpe'. Fu una vittoria memorabile per il principe Eugenio e una
sconfitta umiliante per l'esercito francese. Il voto fu mantenuto
e la chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie fu eretta su progetto
del famoso architetto messinese Filippo Juvarra. Dai torinesi comunemente
viene chiamata la Basilica di Superga e, per la gioia di tanti turisti,
si può ammirare ancora oggi, restaurata, insieme ad un panorama
veramente straordinario. Andateci e vedrete.
"Gustavo molto di ballare"
Marianna è nata a Torino nel 1661 in una famiglia nobile
e ricca, dai genitori conte Giovanni Fontanella e da Maria Tana
di Santena, originaria cioè della stessa nobile famiglia
da cui proveniva, più di un secolo prima, Marta Tana, la
madre di S. Luigi Gonzaga (1568-1591). Questi era il famoso principe
che aveva avuto il coraggio di rinunciare alla successione al ducato
di Mantova per farsi religioso
Per questo gesto fu considerato
da molti contemporanei un 'pazzo' (anche se per Dio). Marianna naturalmente
venne a sapere di questo suo illustre e lontano parente
ne
sarà rimasta 'contagiata'? Credo di sì.
Uno studioso carmelitano, p. J. Castellano Cervera ha scritto: "Chi
legge la biografia della beata Maria degli Angeli sente una specie
di straordinaria affinità spirituale tra le due donne di
Dio: nei fervori iniziali, nelle resistenze fatte al Signore, nella
ricerca delle vanità adolescenziali che frenano il dono totale
di sé, nella grazie della conversione, nell'amore verso S.
Giuseppe, verso la Madre di Dio, nel fervore eucaristico, nella
dolce maternità spirituale, nella capacità di trattare
con tutti, anche con la nobiltà torinese, come Teresa d'Avila
trattava con il re e con altri nobili
".
La sua infanzia fu serena e tranquilla, sempre circondata dall'affetto
dei genitori e dei fratelli. L'ambiente era di gente nobile, dalle
buone possibilità economiche e con una vita fondata su solidi
principi e valori cristiani. Marianna si rivelò subito come
una bambina esuberante, vivace, intelligente e affettuosa, curiosa
e orgogliosa della propria femminilità.
Come si dice spesso, nessuno è nato santo o santa. Lo si
diventa gradualmente e pazientemente, affrontando le varie stagioni
della vita. Per esempio: l'adolescenza. Età difficile, complessa
sul versante fisico e anche spirituale. Lo fu per Teresa d'Avila,
la Madre della riforma del Carmelo, lo fu anche per la 'figlia'
Marianna, che diventerà poi sr. Maria degli Angeli. Scrisse
di sé: "Mi compiacevo di adornarmi con abiti vani e
curiosi, spendendo molte ore allo specchio
mi piaceva vedere
le altre della mia età più aggiustate di me
".
Marianna aveva una grande passione. Ballare. "Gustavo molto
di ballare, e mi studiavo molto di passare le altre". Era anche
una ragazza di buona compagnia e, scriverà n biografo, "piacevole
nel portamento, graziosa nel discorso, ognuno la voleva per sé
era la beniamina della madre
". Dopo la Prima Comunione
(1672) si era impegnata ad un certo controllo
ma in seguito
ammise che la passione del ballare "era grande" e non
la vinse subito.
Incontro ravvicinato con
Gesù Crocifisso
Ma Gesù Crocifisso aspettava il momento giusto (come fu per
Teresa!). Non fu certo semplice, non fu subito
e la lotta
continuò. Scrisse lei stessa: "Mi cavasti dal fango
del pazzo mondo
di sorte che pativo un gran tormento perché
il proprio naturale li gustava, e dall'altra Nostro Signore a lui
mi chiamava, e così combattendo ora piangevo, ora ridevo
".
Un giorno mentre Marianna era non a pregare ma
a guardarsi:
"
per accomodarmi vanamente, Gesù mi si presentò
nello specchio incoronato di spine, tutto grondante di sangue. A
tal vista restai tutta tremante e impaurita, e con lacrime in abbondanza,
e mi diedi per vinta, lasciando in quanto potevo tutte le vanità".
Marianna si era arresa a Cristo, e da quel momento cominciò
a ripensare seriamente il proprio futuro. Tutto chiaro e quindi
fine delle difficoltà? Non proprio. Rimaneva, tra gli altri,
l'ostacolo più duro: mamma Maria (era rimasta orfana di padre
a otto anni). Lei infatti si era accorta del cambiamento della figlia
tanto amata
e si propose di farla tornare alle 'belle' abitudini
'mondane' di prima.
Un giorno le capitò tra mano il libro "La porta del
Paradiso", che era una meditazione sulla Passione di Cristo
e del suo amore per noi, e ben presto divenne la sua lettura preferita.
Secondo la celebre definizione di Teresa d'Avila, dottore della
Chiesa, l'orazione è "stare in solitudine con Colui
da cui sappiamo di essere amati". Per Marianna il centro della
preghiera diventò il Cristo Crocifisso: con lui si intratteneva,
con lui parlava. Da lui ricevette anche 'visite personali' cioè
visioni, esperienze che ebbero come risultato di aumentare il desiderio
di conformarsi a lui in tutto.
Intanto sua madre continuava nella sua opera di 'recupero' mondano
e festaiolo
Marianna era solo una ragazzina, che però
pensava seriamente alla vita religiosa. Il desiderio suo era bello,
ma la realizzazione? Non sarebbe stata facile. Dopo il primo e perentorio
no di sua madre, ecco allora uno stratagemma: nella visita a Rifreddo
di Saluzzo, per la vestizione della sorella Clara Cecilia tra le
monache cistercensi.. alla fine, nonostante l'opposizione della
madre, chiese di rimanere con loro per un certo periodo
Fu
accettata come educanda, per fare un po' di 'esperienza'
che
durò un anno e mezzo. E intanto il cordone ombelicale con
la madre si era allentato, almeno un po'.
Tornata a casa nel 1675, quasi quindicenne, riprese la vita familiare,
condizionata dagli obblighi della sua condizione sociale e familiare.
La mamma le affidò la conduzione della casa, con le sue varie
incombenze, incarico in cui Marianna dimostrò notevoli doti
di governo e di organizzazione, il tutto condito di finezza, prudenza,
buon senso e capacità di decisione. Esperienza e doti dimostrate
allora che le saranno utili quando sarà priora del monastero
di S. Cristina a Torino.
"Io mi farò carmelitana"
Molto precisa e diligente nell'assolvere i suoi doveri in famiglia,
come aveva deciso sua madre, Marianna non aveva accantonato l'idea
di diventare religiosa. Argomento decisamente tabù davanti
alla signora Maria, che invece progettava
un bel matrimonio.
La sua risposta fu decisa e negativa
affermando di voler "corrispondere
al Creatore e non alla creatura
e così la pregavo a
non parlarmi più delle cose di questo mondo, ma solo di quelle
del cielo
". La signora Maria da madre intelligente capì
la fermezza e la serietà della decisione della figlia e concesse
il sospiratissimo consenso.
La decisione di entrare tra le suore cistercensi di Saluzzo fu accantonata
per un altro avvenimento che fece le fece cambiare ordine religioso.
Questo avvenne in coincidenza dell'Ostensione della S. Sindone a
Torino, e di un colloquio di discernimento con un anziano padre
carmelitano presente all'Ostensione. Tornata a casa cominciò
a gridare sicura di aver trovato la propria strada: "Io mi
farò carmelitana" tanto da far esclamare al fratello
Giovanni B.: "Questa ha perduto il giudizio!", cioè
è fuori di sé, è pazza. Sì, Marianna
era già da un po' di tempo diventata 'pazza' per Dio, e per
questo non poteva contenere la gioia. La signora Maria reagì
duramente, facendole capire che quella non era la strada giusta
(vita austera e dura) e che non avrebbe resistito. Lei invece pregava
per "un poco ammollire quel duro cuore" di sua madre.
Le difficoltà furono tante ma finalmente Marianna entrò
nel Carmelo di S. Cristina il 19 novembre 1676, a quasi sedici anni.
La vita da monaca, all'inizio, fu subito dura e drammatica. Il Dio
cui aveva deciso di donare la vita non lo 'sentiva' più,
la vita di preghiera divenne pesante, la disciplina comunitaria
dura, la compagnia delle consorelle la percepiva noiosa. E cominciava
a soffrire la solitudine, con il ricorrente pensiero a tutto ciò
che aveva lasciato. Forse era un anticipo della 'notte dello spirito'.
E Marianna, anzi sr. Maria degli Angeli resistette con fede e con
la preghiera.
"Nostro Signore non si volse far sentire"
Scrisse in seguito, ricordando quei giorni: "Nostro Signore
non si volse far sentire". Anche le consorelle rimanevano sconsolate
e perplesse. Le visite della madre poi non facevano che acuire la
sofferenza. Qualcuna pensava già che forse era opportuno
rimandarla a casa. Fu la maestra delle novizie invece a intuirne
le doti e la grandezza della sua anima.
Precisò lei stessa che anche "il demonio faceva tutti
i suoi sforzi per farmi sortire di Religione. Credo che andasse
a fomentare mia madre". La povera novizia si trovava in una
profonda angoscia e una volta pregando il Signore che le rimproverava
le infedeltà, si sentì rispondere: "Figlia
spera in me che sono misericordioso". La tempesta si placò
e sr. Maria emise i voti nel dicembre 1677. Ma quando alcune difficoltà
diciamo umane erano finite ne cominciarono altre, di altro tipo:
seguì infatti un periodo durissimo di sofferenze e prove
spirituali che si protrarranno per bene quattordici anni. Sono gli
anni della purificazione totale che sarà lunga e penosa.
Quando poi nel 1686 scrisse le memorie, dopo aver già sperimentato
elevate esperienze mistiche, non poté fare a meno di 'lamentarsi'
con il Signore, perché dopo la professione aveva perso ogni
consolazione e dolcezza divina scrivendo: "Mi avete imbrogliata,
Dio mio! Quando ero in libertà mi donavate delle consolazioni
e dolcezze; ora che sono ligata non mi date che amarezze".
Nel 1684 dopo un sogno, che era in realtà un vero messaggio
dall'alto (si ripeté due volte), sr. Maria si gettò
ai piedi del Crocifisso "versando molte lacrime di dolore d'averlo
offeso". Fu la fine, secondo il suo primo biografo, della purificazione
passiva, e cominciava la seconda purificazione, quella dello spirito,
che durerà ben sette anni. Anche questa fu per lei una grande
sofferenza spirituale. Secondo S. Giovanni della Croce, l'esperto
in materia, alcune anime elette "vengono sottoposte a tutte
queste sofferenze affinché si purifichino secondo la parte
spirituale e quella sensitiva
Questi travagli sono necessari".
E per sr. Maria degli Angeli fu davvero terribile, anche per la
presenza attiva e certo non piacevole, del demonio. Questi in mille
modi si fece sentire, angariandola, tentandola, facendola dubitare
dell'amore di Dio, fino a portarla sull'orlo della disperazione
e consigliarle il suicidio.. per uscirne. Drammatico. Lei scrisse:
"Abbandonata mi pare esser da Dio
..Mi pare che non troverei
altro sollievo in queste pene che il darmi la morte
dicendo
a me stessa: bene, è meglio morire una volta, che vivere
morendo mille". Il Signore stesso le aveva detto in una delle
visioni: "Ti prometto lunga guerra, ma vittoriosa, se sarai
costante nell'amarmi e umile di cuore". E in una visione del
1685: "
non mi sentirai né mi gusterai sensibilmente,
ma ti parerà sempre d'esser abbandonata". Lei resistette
amando Dio e restando a lui fedele nonostante la sua apparente 'dimenticanza'
o 'assenza'.
Sr. Maria concluse il suo lungo periodo di purificazione nel 1691.
Continuò ad avere visioni sublimi, raggiungendo l'unione
mistica come pochi fortunati nella storia della santità cristiana.
Lei comunque rimase sempre umile, consapevole pienamente che tutto
le veniva dalla bontà divina. Ma queste grazie non la distolsero
dalle questioni
terrene. Riuscì infatti a fondare un
Carmelo a Moncalieri (1703)
anche se non vi poté andare
per espresso divieto del duca Vittorio Amedeo II: non voleva lasciare
allontanare (anche per pochi km) la sua preziosa consigliera, tanta
era la stima che nutriva per lei. Sr. Maria continuerà, lo
stesso, con sollecitudine materna a preoccuparsi e provvedere al
monastero.
Morì il 16 dicembre 1717, ed il papa Pio IX la proclamò
beata nel 1865 mentre Don Bosco ne scriverà una biografia
l'anno dopo proponendola così ai suoi contemporanei come
modello di santità. Ma penso che sia una figura che possa
illuminare il cammino spirituale di fedeltà e di coraggio,
anche di molti cristiani del terzo millennio.
Mario
SCUDU sdb - Torino
*** Testi
1 - Pensieri di sr. Maria degli Angeli
1 - "La voce
di Dio è delicata e non si può udire ove vi sono grandi
e molti rumori, e perciò procurate di tenere il cuore libero
da ogni cosa affinché possa godere del Signore".
2 - "L'anima nello stato dell'aridità è senza
dolcezze di Dio, ma non senza Dio ... Dio le è vicino, Dio
è nel suo cuore, sebbene paia che dorma come dormiva appunto
Cristo, ben nostro, sulla barchetta con i suoi Apostoli".
3 - "Quando commettete qualche infedeltà, non vi angustiate,
ma con umiltà e confidenza ricorrete subito al Signore: non
fuggite dall'Offeso, ma abbracciatelo come amante e domandate perdono".
2 - "E' vivo nella figlia lo
stesso amore per Cristo nella sua santa Umanità, che troviamo
nella Madre (Teresa d'Avila): l'Umanità in tutti i suoi misteri,
dal Natale alla Passione e Risurrezione. Ha goduto di esperienze
mistiche simile a quelle della Madre fondatrice: parole interiori,
grazie eucaristiche grazie trinitarie, ma soprattutto ha coniugato
bene, come la sua santa Madre, il binomio miseria-misericordia.
Altissimo senso di Dio e profonda umanità con le sue consorelle
ma anche con tutti. Nel solco della eredità carmelitana,
ha lasciato un'impronta, una ricchezza di continuità del
carisma della famiglia teresiana
". (P. Jesùs Castellano
Cervera, carmelitano)
***
Tratto dal volume:
MARIO
SCUDU, Pazze per Dio
Profilo storico-spirituale di 40 Sante
e Beate
Prefazione di YVONNE REUNGOAT
Editrice ELLEDICI - Torino
Visita Nr.
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