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16 dicembre: BEATA MARIANNA FONTANELLA (o Maria degli Angeli) ***

B. Marianna Fontanella (Maria degli Angeli, 1661-1717), monaca carmelitana***

"Vengo dall'Amore, vado all'Amore, faccio tutto per Amore"

Nel 2006 si sono svolte a Torino le Olimpiadi invernali, con grande affluenza di atleti e pubblico da tutto il mondo. Nello stesso anno si è celebrato l'anniversario dell'assedio della città e della famosa battaglia di Torino (1706), che la liberò dopo vari mesi di assedio da parte dei Francesi. Una data importante e significativa, che viene studiata nei libri di storia. Ma pochi sanno che a questa battaglia per la liberazione della città partecipò anche… una monaca di clausura, una carmelitana che si chiamava sr. Maria degli Angeli (al secolo Marianna Fontanella). Durante il duro assedio del 1706 ella costituì, insieme al padre filippino Sebastiano Valfrè (Beato), un baluardo morale per tutta la cittadinanza. Fu quindi una partecipazione 'straordinaria' la sua… ma viva, efficace e apprezzata molto dal duca Vittorio Amedeo II che in quell'assedio rischiava di perdere tutto. Questi aveva fatto il voto alla Madonna di erigere sul colle di Superga, che domina Torino, una chiesa in suo onore se la città (e il suo ducato) si fosse salvata. Voto approvato e lodato dalla monaca carmelitana, che ormai era diventata un punto di riferimento non solo per lui ma per tutta la corte sabauda e per la chiesa torinese. Tale era il suo prestigio e autorità morale. Predisse anche la vittoria finale, che arrivò il 7 settembre, vigilia della festa della Natività della Madonna. Contemplazione e azione, insieme per la vittoria. L'assedio finì (chi non ricorda il coraggio ed il sacrificio di Pietro Micca?), la città fu liberata (ecco la contemplazione) grazie alle preghiere e penitenze di sr. Maria degli Angeli e di tanti altri, e all'intervento (ecco l'azione) di un esercito guidato dal cugino di Vittorio Amedeo II, il principe Eugenio di Savoia, un abilissimo e coraggioso generale, passato alla storia come 'la volpe'. Fu una vittoria memorabile per il principe Eugenio e una sconfitta umiliante per l'esercito francese. Il voto fu mantenuto e la chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie fu eretta su progetto del famoso architetto messinese Filippo Juvarra. Dai torinesi comunemente viene chiamata la Basilica di Superga e, per la gioia di tanti turisti, si può ammirare ancora oggi, restaurata, insieme ad un panorama veramente straordinario. Andateci e vedrete.

"Gustavo molto di ballare"…

Marianna è nata a Torino nel 1661 in una famiglia nobile e ricca, dai genitori conte Giovanni Fontanella e da Maria Tana di Santena, originaria cioè della stessa nobile famiglia da cui proveniva, più di un secolo prima, Marta Tana, la madre di S. Luigi Gonzaga (1568-1591). Questi era il famoso principe che aveva avuto il coraggio di rinunciare alla successione al ducato di Mantova per farsi religioso… Per questo gesto fu considerato da molti contemporanei un 'pazzo' (anche se per Dio). Marianna naturalmente venne a sapere di questo suo illustre e lontano parente… ne sarà rimasta 'contagiata'? Credo di sì.
Uno studioso carmelitano, p. J. Castellano Cervera ha scritto: "Chi legge la biografia della beata Maria degli Angeli sente una specie di straordinaria affinità spirituale tra le due donne di Dio: nei fervori iniziali, nelle resistenze fatte al Signore, nella ricerca delle vanità adolescenziali che frenano il dono totale di sé, nella grazie della conversione, nell'amore verso S. Giuseppe, verso la Madre di Dio, nel fervore eucaristico, nella dolce maternità spirituale, nella capacità di trattare con tutti, anche con la nobiltà torinese, come Teresa d'Avila trattava con il re e con altri nobili…".
La sua infanzia fu serena e tranquilla, sempre circondata dall'affetto dei genitori e dei fratelli. L'ambiente era di gente nobile, dalle buone possibilità economiche e con una vita fondata su solidi principi e valori cristiani. Marianna si rivelò subito come una bambina esuberante, vivace, intelligente e affettuosa, curiosa e orgogliosa della propria femminilità.
Come si dice spesso, nessuno è nato santo o santa. Lo si diventa gradualmente e pazientemente, affrontando le varie stagioni della vita. Per esempio: l'adolescenza. Età difficile, complessa sul versante fisico e anche spirituale. Lo fu per Teresa d'Avila, la Madre della riforma del Carmelo, lo fu anche per la 'figlia' Marianna, che diventerà poi sr. Maria degli Angeli. Scrisse di sé: "Mi compiacevo di adornarmi con abiti vani e curiosi, spendendo molte ore allo specchio… mi piaceva vedere le altre della mia età più aggiustate di me…". Marianna aveva una grande passione. Ballare. "Gustavo molto di ballare, e mi studiavo molto di passare le altre". Era anche una ragazza di buona compagnia e, scriverà n biografo, "piacevole nel portamento, graziosa nel discorso, ognuno la voleva per sé… era la beniamina della madre…". Dopo la Prima Comunione (1672) si era impegnata ad un certo controllo… ma in seguito ammise che la passione del ballare "era grande" e non la vinse subito.

Incontro ravvicinato con… Gesù Crocifisso

Ma Gesù Crocifisso aspettava il momento giusto (come fu per Teresa!). Non fu certo semplice, non fu subito… e la lotta continuò. Scrisse lei stessa: "Mi cavasti dal fango del pazzo mondo… di sorte che pativo un gran tormento perché il proprio naturale li gustava, e dall'altra Nostro Signore a lui mi chiamava, e così combattendo ora piangevo, ora ridevo…".
Un giorno mentre Marianna era non a pregare ma… a guardarsi: "… per accomodarmi vanamente, Gesù mi si presentò nello specchio incoronato di spine, tutto grondante di sangue. A tal vista restai tutta tremante e impaurita, e con lacrime in abbondanza, e mi diedi per vinta, lasciando in quanto potevo tutte le vanità". Marianna si era arresa a Cristo, e da quel momento cominciò a ripensare seriamente il proprio futuro. Tutto chiaro e quindi fine delle difficoltà? Non proprio. Rimaneva, tra gli altri, l'ostacolo più duro: mamma Maria (era rimasta orfana di padre a otto anni). Lei infatti si era accorta del cambiamento della figlia tanto amata… e si propose di farla tornare alle 'belle' abitudini 'mondane' di prima.
Un giorno le capitò tra mano il libro "La porta del Paradiso", che era una meditazione sulla Passione di Cristo e del suo amore per noi, e ben presto divenne la sua lettura preferita. Secondo la celebre definizione di Teresa d'Avila, dottore della Chiesa, l'orazione è "stare in solitudine con Colui da cui sappiamo di essere amati". Per Marianna il centro della preghiera diventò il Cristo Crocifisso: con lui si intratteneva, con lui parlava. Da lui ricevette anche 'visite personali' cioè visioni, esperienze che ebbero come risultato di aumentare il desiderio di conformarsi a lui in tutto.
Intanto sua madre continuava nella sua opera di 'recupero' mondano e festaiolo… Marianna era solo una ragazzina, che però pensava seriamente alla vita religiosa. Il desiderio suo era bello, ma la realizzazione? Non sarebbe stata facile. Dopo il primo e perentorio no di sua madre, ecco allora uno stratagemma: nella visita a Rifreddo di Saluzzo, per la vestizione della sorella Clara Cecilia tra le monache cistercensi.. alla fine, nonostante l'opposizione della madre, chiese di rimanere con loro per un certo periodo… Fu accettata come educanda, per fare un po' di 'esperienza'… che durò un anno e mezzo. E intanto il cordone ombelicale con la madre si era allentato, almeno un po'.
Tornata a casa nel 1675, quasi quindicenne, riprese la vita familiare, condizionata dagli obblighi della sua condizione sociale e familiare. La mamma le affidò la conduzione della casa, con le sue varie incombenze, incarico in cui Marianna dimostrò notevoli doti di governo e di organizzazione, il tutto condito di finezza, prudenza, buon senso e capacità di decisione. Esperienza e doti dimostrate allora che le saranno utili quando sarà priora del monastero di S. Cristina a Torino.

"Io mi farò carmelitana"

Molto precisa e diligente nell'assolvere i suoi doveri in famiglia, come aveva deciso sua madre, Marianna non aveva accantonato l'idea di diventare religiosa. Argomento decisamente tabù davanti alla signora Maria, che invece progettava… un bel matrimonio. La sua risposta fu decisa e negativa… affermando di voler "corrispondere al Creatore e non alla creatura… e così la pregavo a non parlarmi più delle cose di questo mondo, ma solo di quelle del cielo…". La signora Maria da madre intelligente capì la fermezza e la serietà della decisione della figlia e concesse il sospiratissimo consenso.
La decisione di entrare tra le suore cistercensi di Saluzzo fu accantonata per un altro avvenimento che fece le fece cambiare ordine religioso. Questo avvenne in coincidenza dell'Ostensione della S. Sindone a Torino, e di un colloquio di discernimento con un anziano padre carmelitano presente all'Ostensione. Tornata a casa cominciò a gridare sicura di aver trovato la propria strada: "Io mi farò carmelitana" tanto da far esclamare al fratello Giovanni B.: "Questa ha perduto il giudizio!", cioè è fuori di sé, è pazza. Sì, Marianna era già da un po' di tempo diventata 'pazza' per Dio, e per questo non poteva contenere la gioia. La signora Maria reagì duramente, facendole capire che quella non era la strada giusta (vita austera e dura) e che non avrebbe resistito. Lei invece pregava per "un poco ammollire quel duro cuore" di sua madre. Le difficoltà furono tante ma finalmente Marianna entrò nel Carmelo di S. Cristina il 19 novembre 1676, a quasi sedici anni.
La vita da monaca, all'inizio, fu subito dura e drammatica. Il Dio cui aveva deciso di donare la vita non lo 'sentiva' più, la vita di preghiera divenne pesante, la disciplina comunitaria dura, la compagnia delle consorelle la percepiva noiosa. E cominciava a soffrire la solitudine, con il ricorrente pensiero a tutto ciò che aveva lasciato. Forse era un anticipo della 'notte dello spirito'. E Marianna, anzi sr. Maria degli Angeli resistette con fede e con la preghiera.

"Nostro Signore non si volse far sentire"

Scrisse in seguito, ricordando quei giorni: "Nostro Signore non si volse far sentire". Anche le consorelle rimanevano sconsolate e perplesse. Le visite della madre poi non facevano che acuire la sofferenza. Qualcuna pensava già che forse era opportuno rimandarla a casa. Fu la maestra delle novizie invece a intuirne le doti e la grandezza della sua anima.
Precisò lei stessa che anche "il demonio faceva tutti i suoi sforzi per farmi sortire di Religione. Credo che andasse a fomentare mia madre". La povera novizia si trovava in una profonda angoscia e una volta pregando il Signore che le rimproverava le infedeltà, si sentì rispondere: "Figlia… spera in me che sono misericordioso". La tempesta si placò e sr. Maria emise i voti nel dicembre 1677. Ma quando alcune difficoltà diciamo umane erano finite ne cominciarono altre, di altro tipo: seguì infatti un periodo durissimo di sofferenze e prove spirituali che si protrarranno per bene quattordici anni. Sono gli anni della purificazione totale che sarà lunga e penosa. Quando poi nel 1686 scrisse le memorie, dopo aver già sperimentato elevate esperienze mistiche, non poté fare a meno di 'lamentarsi' con il Signore, perché dopo la professione aveva perso ogni consolazione e dolcezza divina scrivendo: "Mi avete imbrogliata, Dio mio! Quando ero in libertà mi donavate delle consolazioni e dolcezze; ora che sono ligata non mi date che amarezze".
Nel 1684 dopo un sogno, che era in realtà un vero messaggio dall'alto (si ripeté due volte), sr. Maria si gettò ai piedi del Crocifisso "versando molte lacrime di dolore d'averlo offeso". Fu la fine, secondo il suo primo biografo, della purificazione passiva, e cominciava la seconda purificazione, quella dello spirito, che durerà ben sette anni. Anche questa fu per lei una grande sofferenza spirituale. Secondo S. Giovanni della Croce, l'esperto in materia, alcune anime elette "vengono sottoposte a tutte queste sofferenze affinché si purifichino secondo la parte spirituale e quella sensitiva… Questi travagli sono necessari". E per sr. Maria degli Angeli fu davvero terribile, anche per la presenza attiva e certo non piacevole, del demonio. Questi in mille modi si fece sentire, angariandola, tentandola, facendola dubitare dell'amore di Dio, fino a portarla sull'orlo della disperazione e consigliarle il suicidio.. per uscirne. Drammatico. Lei scrisse: "Abbandonata mi pare esser da Dio…..Mi pare che non troverei altro sollievo in queste pene che il darmi la morte… dicendo a me stessa: bene, è meglio morire una volta, che vivere morendo mille". Il Signore stesso le aveva detto in una delle visioni: "Ti prometto lunga guerra, ma vittoriosa, se sarai costante nell'amarmi e umile di cuore". E in una visione del 1685: "… non mi sentirai né mi gusterai sensibilmente, ma ti parerà sempre d'esser abbandonata". Lei resistette amando Dio e restando a lui fedele nonostante la sua apparente 'dimenticanza' o 'assenza'.
Sr. Maria concluse il suo lungo periodo di purificazione nel 1691. Continuò ad avere visioni sublimi, raggiungendo l'unione mistica come pochi fortunati nella storia della santità cristiana. Lei comunque rimase sempre umile, consapevole pienamente che tutto le veniva dalla bontà divina. Ma queste grazie non la distolsero dalle questioni… terrene. Riuscì infatti a fondare un Carmelo a Moncalieri (1703)… anche se non vi poté andare per espresso divieto del duca Vittorio Amedeo II: non voleva lasciare allontanare (anche per pochi km) la sua preziosa consigliera, tanta era la stima che nutriva per lei. Sr. Maria continuerà, lo stesso, con sollecitudine materna a preoccuparsi e provvedere al monastero.
Morì il 16 dicembre 1717, ed il papa Pio IX la proclamò beata nel 1865 mentre Don Bosco ne scriverà una biografia l'anno dopo proponendola così ai suoi contemporanei come modello di santità. Ma penso che sia una figura che possa illuminare il cammino spirituale di fedeltà e di coraggio, anche di molti cristiani del terzo millennio.

Mario SCUDU sdb - Torino

*** Testi

1 - Pensieri di sr. Maria degli Angeli

1 - "La voce di Dio è delicata e non si può udire ove vi sono grandi e molti rumori, e perciò procurate di tenere il cuore libero da ogni cosa affinché possa godere del Signore".
2 - "L'anima nello stato dell'aridità è senza dolcezze di Dio, ma non senza Dio ... Dio le è vicino, Dio è nel suo cuore, sebbene paia che dorma come dormiva appunto Cristo, ben nostro, sulla barchetta con i suoi Apostoli".
3 - "Quando commettete qualche infedeltà, non vi angustiate, ma con umiltà e confidenza ricorrete subito al Signore: non fuggite dall'Offeso, ma abbracciatelo come amante e domandate perdono".

2 - "E' vivo nella figlia lo stesso amore per Cristo nella sua santa Umanità, che troviamo nella Madre (Teresa d'Avila): l'Umanità in tutti i suoi misteri, dal Natale alla Passione e Risurrezione. Ha goduto di esperienze mistiche simile a quelle della Madre fondatrice: parole interiori, grazie eucaristiche grazie trinitarie, ma soprattutto ha coniugato bene, come la sua santa Madre, il binomio miseria-misericordia. Altissimo senso di Dio e profonda umanità con le sue consorelle ma anche con tutti. Nel solco della eredità carmelitana, ha lasciato un'impronta, una ricchezza di continuità del carisma della famiglia teresiana…". (P. Jesùs Castellano Cervera, carmelitano)


*** Tratto dal volume:

MARIO SCUDU, Pazze per Dio
Profilo storico-spirituale di 40 San
te e Beate
Prefazione di YVONNE REUNGOAT
Editrice ELLEDICI - Torino


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