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DIC. : s. GIOVANNA FRANCESCA F. DE CHANTAL (1572-1641)
GIOVANNA FRANCESCA:
MOGLIE, MADRE, VEDOVA, RELIGIOSA, SANTA
Lanno scorso, scrivendo
nellambito di questa rubrica dellultimo santo dellanno
(si trattava di santa Francesca Cabrini), rilevavo come avessi
presentato sei santi e cinque sante. Queste ultime quindi perdevano
nei confronti dei colleghi santi per 6 a 5. Promettevo anche
che nel 2001 avrei salvato la par condicio facendo
vincere le sante. Ebbene ci sono riuscito con la
santa di questo mese. Durante lanno vi ho proposto i santi:
Policarpo, Patrizio, Giustino, Massimiliano Kolbe e in novembre
i protomartiri salesiani Luigi Versiglia e Callisto Caravario.
Sul fronte delle sante: beata Laura Vicuña, Bernardetta,
Giovanna dArco, Ildegarda di Bingen, Margherita Maria Alacocque,
e buona ultima Giovanna Francesca de Chantal. Sei sante e cinque
santi: giustizia è fatta perché lanno
scorso le avevo lasciate perdere, le sante.
Ha destato un po di meraviglia
in ambiente cattolico, e le solite critiche, miste ad un leggero
fastidio e molta ignoranza in campo laico, il numero di santi
e beati, martiri e non, che nellanno 2000, durante il grande
Giubileo, e anche questanno, sono stati proclamati tali
dal papa Giovanni Paolo II. Ogni giorno sul palcoscenico dei
nostri mezzi di comunicazione sociale sono mandati alle luci
della ribalta tante figure e spesso figurine proposte
alla considerazione, ammirazione, e imitazione (processo di identificazione)
degli spettatori. La gente ha sempre avuto fame di personaggi
che facessero sognare, o che fossero punti riferimento per la
propria vita. Si sente il bisogno delle luci proiettate
da questi personaggi per avere un po più di coraggio
per affrontare il cammino della vita, spesso al buio. Luci che
appaiono allimprovviso, e come semplici meteore, scompaiono
dal nostro orizzonte, senza lasciare in noi, poveri spettatori,
una benché minima traccia esistenziale. Molti di questi
miti proposti dai mezzi di comunicazione
sociale sono luci effimere, appariscenti, artificiali, transitorie,
superficiali più che sostanziali.
Luci che non lasciano vedere
lontano perché non hanno energia sufficiente. Per la Chiesa
invece il proporre ai propri fedeli le sue Figlie e i suoi Figli
migliori (i santi) ha un significato molto importante. È
come se dicesse a tutti: lasciatevi illuminare da queste luci,
camminate seguendole e imitandole, perché non si tratta
di luce transitoria, effimera ma duratura e sostanziale, ed il
cammino che indicano è sicuro. Perché? Molto semplice:
tutti i santi e le sante sono luci che hanno attinto al Cristo
Luce del mondo, Sole che non tramonta.
Si sono lasciati illuminare,
riscaldare, guidare dalla Luce proveniente dal Vangelo, le cui
parole non passeranno perché sono parole di
vita eterna, perché parole di Cristo Luce e Verità.
Nella vita dei santi filtra fino a noi la luce stessa di Cristo,
la sua vita e la sua morte. Questo possiamo dirlo di tutti i
santi e sante e quindi anche della santa di questo mese: santa
Giovanna Francesca de Chantal.
A 29 anni
vedova e madre di quattro figli
Giovanna Francesca Frémiot
nacque a Digione, in Francia, il 23 gennaio 1572, in una famiglia
dellalta nobiltà della Borgogna. Rimasta presto
orfana di madre, Giovanna Francesca ebbe in suo padre un sicuro
punto di riferimento, sia per leducazione sia per la crescita
nella fede. Oggi spesso si parla di una società
senza padre, di famiglie con padri assenti, distratti,
deboli, demotivati nel loro ruolo. Non fu così nella vita
di Giovanna Francesca. Ella stessa disse di essere stata una
giovane pazzerella, con le solite piccole pazzie
proprie delletà. Ma su di lei vigilava il padre:
dal carattere forte, un po militare, ma sempre saggio e
ponderato. Dal sangue nobile ma anche dalla pietà sincera
e dalla fede tutta dun pezzo.
Ella non poté non risentirne
linflusso forte, benefico e duraturo. Giovanna alla sua
scuola maturò una fede solida, e insieme un grande amore
ai poveri. Era diventata ormai una giovane donna che non poteva
passare inosservata anche per il prestigio e la fama del padre.
In un primo tempo lasciò cadere con garbo, ma con risolutezza,
alcune proposte di matrimonio, finché accettò con
gioia spontanea il partito propostole dal padre:
Cristoforo II, barone de Chantal. Aveva 20 anni quando si sposò
il 29 dicembre 1592. Fu un matrimonio felice. La
neo baronessa si diede anima e corpo allamministrazione
della casa, trasfondendo in questa nuova mansione intelligenza
e capacità. La tenuta dei De Chantal rifiorì, ed
il barone non ebbe mai a pentirsi della fiducia accordata alla
moglie. I due sposi erano veramente un cuor solo ed unanima
sola, procedevano di comune accordo, nella stima, fiducia,
amore e confidenza reciproche. Dalla loro unione nacquero sei
figli, due dei quali però morirono alla nascita. Il dolore
di questa perdita fu colmato dagli altri quattro rimasti, voluti
e accolti come veri doni di Dio.
Questi figli allietavano latmosfera
della casa, e nello stesso tempo lenivano la sofferenza del suo
cuore per le frequenti assenze del marito per gli impegni a corte.
Un particolare importante: quando il barone non era al castello
ella deponeva gli abiti nobili ed eleganti, e si dedicava maggiormente
alle pratiche di pietà. Da questa preghiera traeva la
forza per essere sempre dolce, serena, affabile con tutti, compresa
la servitù, con gli amici e con gli ospiti del castello.
Lamore ai poveri, insegnatole dal padre, era sempre una
delle sue priorità. Non solo dava loro il necessario ma
spesso li serviva lei stessa.
Durante la carestia dellinverno
del 1600 Giovanna, incurante delle dicerie e incoraggiata solamente
da suo marito, aprì le porte del suo castello trasformandolo
in ospedale per alloggiare mamme e bambini in difficoltà,
distribuendo loro il suo pane. Cresceva nella fede e nella carità,
aiutata dalla frequenza alla Messa quotidiana e dalla confessione.
Dopo alcuni anni questa fede così robusta venne messa
a dura prova con una serie di lutti in famiglia. Dopo i due figli
morti dopo la nascita, nel 1601 perse il marito, che la lasciò
sola a 29 anni, con quattro figli da mantenere. Decise di non
risposarsi anche se non le mancarono le occasioni.
Lincontro
con Francesco di Sales
Sentiva intanto sempre più
forte il richiamo e lattrattiva di consacrarsi al Signore
nella vita religiosa, ma nello stesso tempo continuava con i
propri doveri di madre di famiglia, sicura che il Signore si
sarebbe fatto vivo. Un particolare importante: anche
in questi anni ebbe sempre il conforto ed il consiglio del padre.
Dovette quindi vivere con i figli nel castello del suocero De
Chantal, pur sapendo che qui cera una serva padrona
che lavrebbe fatta soffrire. Ma per amore dei figli fece
anche questo sacrificio.
Nel 1604 la svolta. Arrivò
a Digione per predicare il vescovo di Ginevra, Francesco di Sales.
Lei andò in chiesa con abiti scuri ma di raffinata eleganza,
e così il vescovo ne dedusse che cercava marito. Niente
di scandaloso: in fin dei conti aveva solo 32 anni. Quando gli
rispose risolutamente di no, il vescovo le disse: Ma se
non volete proprio risposarvi, madame, allora è meglio
ammainare anche le insegne. Cioè... cambiare vestiti.
Giovanna in quel periodo era in cerca di un direttore spirituale
che la capisse. Ebbene laveva trovato. Tuttavia non poté
mettersi subito sotto la sua direzione, ma si fece promettere
che le avrebbe scritto.
Tra loro iniziava così
una corrispondenza che è rimasta famosa nella storia della
Chiesa. I due divennero amici in profondità ed in santità.
Alla base di ambedue cera lo stesso Dio che volevano servire
ed amare. Francesco le raccomandava specialmente lumiltà,
che è la base di ogni santità e opera di Dio ed
insieme grande coraggio e... pazienza. La liberò dagli
scrupoli e da devozionalismi esagerati e le ridiede serenità
insegnandole una spiritualità tranquilla e stimolante,
semplice ma esigente nello stesso tempo, fatta soprattutto di
amore a Dio e fiducia in Lui. Particolare molto importante: una
spiritualità per niente in conflitto con i suoi doveri
di madre di famiglia.
Nel 1610 la grande decisione.
Sistemati i suoi figli (ai quali aveva lasciato tutto addirittura
con atto notarile) con altre due amiche creò ad Annecy
il ritiro della Visitazione, e tre anni dopo diede
origine al primo importante convento con il nome della Visitazione.
In tutto questo era presente Francesco di Sales, che fu così
il confondatore dellOrdine della Visitazione. Era un Ordine
che doveva rispondere alle necessità del tempo, che fosse
dedito alla preghiera e nelle stesso tempo alla visita ai malati.
Una novità audace per il tempo. Troppo audace e geniale.
Rivoluzionaria. E puntuale arrivò lo stop del vescovo
di Lione: si oppose al progetto. E così anche il nuovo
Ordine si adeguò alla regola claustrale.
Morto
Francesco di Sales nel 1622, Madre Chantal andò avanti
con numerose fondazioni in tutta la Francia, divenendone la Madre
e Maestra spirituale, con una grande fama e popolarità
nella Francia di Luigi XIII e del card. Richelieu. Ebbe anche
i preziosi consigli ed aiuti di un altro grande santo del tempo
San Vincenzo de Paoli, fondatore delle Figlie della Carità,
che otterranno il privilegio di uscire dai monasteri
per aiutare i malati. Era Madre spirituale del suo Ordine ma
nello stesso tempo non dimenticava di essere madre naturale di
figli terreni. Ella continuò a seguirli, ad amarli teneramente
soffrendo per le loro sofferenze. Quando morì il marito
della figlia Francesca (lunica che tra fratelli, figli,
generi e nuora le sopravvivrà) si lascerà sfuggire:
Quanti morti correggendosi subito in: Quanti
pellegrini che si affrettano a tornare alla Casa eterna; accoglili
o Signore, tra le braccia della tua misericordia.
Giovanna Francesca de Chantal
fu sempre madre, e lo fu con la totalità del suo amore
e del suo cuore, un cuore grande, comprensivo, compassionevole.
La doppia maternità, fisica e spirituale, in lei si compenetravano
ed arricchivano vicendevolmente donando a lei una capacità
di ascolto e di comprensione veramente grandi. Madre Chantal
crebbe grandemente proprio in questa maternità spirituale
tanto da diventare un grande esempio nella Chiesa.
Ormai il suo più vivo
desiderio era quello di assicurare che in tutti i suoi conventi
ci fosse lo spirito e la dottrina del fondatore Francesco di
Sales: questi aveva raccomandato soprattutto il dovere di fare
ogni cosa per amore, di mettere amore in ogni azione e di vivere
nellamore fraterno. E tutte queste cose erano presenti
anche per la grande testimonianza di Madre Chantal. Testimonianza
data fino alla morte che avvenne il 13 dicembre 1641. Terminò
di vivere dopo aver pronunciato tre volte il santo nome di Gesù.
In Paradiso lattendevano
tante persone che lavevano preceduta e che avevano avuto
in lei chi una impareggiabile figlia, chi una sorella, chi la
propria madre, o sposa, o amica o madre spirituale. Fu sepolta
ad Annecy vicino a Francesco di Sales, suo direttore spirituale
e grande amico.
MARIO
SCUDU SDB ***
IMMAGINE:
1 Santa
Giovanna Fremiot De Chantal -
2 Apparizione del
Sacro Cuore a santa Margherita Maria Alacoque
*** Questo e altri 120
santi e sante di Dio sono confluiti nel volume:
MARIO SCUDU, Anche
Dio ha i suoi campioni, Editrice ELLEDICI, Torino 2011, pp.936
RIVISTA
MARIA AUSILIATRICE 2001-11
VISITA Nr.