4 Dicembre:
SANTA BARBARA,
martire:
SANTA BARBARA,
PATRONA
DEI VIGILI DEL FUOCO
Non è
la prima volta che ci troviamo davanti a qualche santo che può
vantare un culto popolare vastissimo (con milioni di persone
nel mondo che ne portano il nome) che furono oggetto di una rilevante
produzione iconografica, ma che purtroppo non gode di una altrettanta
vasta e sicura produzione storiografica.
Tanti immagini
artistiche ma poche o pochissime informazioni storiche. Santi
come Giorgio, Caterina di Alessandria, Barbara ed altri (specialmente
dei primi secoli) sono promossi a pieni voti in arte ma purtroppo,
ahimè, bocciati in storia. È proprio il caso di
santi appena ricordati (ma anche altri): tutti popolarissimi
e famosissimi per quanto riguarda il culto popolare (sia in Oriente
sia in Occidente) e la presenza nellarte (sono delle vere
super star tutti e tre); ma, ahimè, poverissimi
di fondamenti e riscontri storici, dei quali noi moderni (o post
moderni) siamo affamati.
Altro elemento,
peraltro ancora comune a tutti e tre, sono le narrazioni (o Passiones)
del loro martirio. Siamo in presenza di racconti (molto spesso)
leggendari, pieni di elementi inverosimili, e di esagerazioni
oltre ogni limite del buon senso, che talvolta possono dare anche
fastidio quando si ha una certa mentalità (o non si ha
presente il concetto di genere letterario ivi usato).
Barbara
di Antiochia o di Nicomedia?
Su Santa Barbara
martire esistono molte tradizioni, sia greche sia latine, e redazioni
diverse della sua biografia. Si tratta per lo più di racconti
leggendari, quindi con scarso valore storico, anche perché
non sono poche e piccole le divergenze ivi contenute. Infatti
per alcune Passiones (o racconti del martirio) Barbara
è stata martirizzata sotto limperatore Massimino
il Trace (235-238) o di Massimiano (286-305), per altre invece
lo fu sotto Massimino Daia (308-313). Riguardo poi al luogo di
origine della santa vengono fuori i nomi di Antiochia, di Nicomedia
ed infine di Eliopoli.
Cè
anche una tradizione latina che pone Barbara in Toscana. Infatti
nel Martirologio di Adone, si legge, per esempio: In Tuscia
natale sanctae Barbarae virginis et maryris sub Maximiano imperatore.
Secondo quindi questa tradizione Barbara fu martirizzata in Toscana,
e il corpo traslato nella cattedrale di
Rieti, di cui è patrona. Altra confusione. Ma non basta.
Secondo la
versione o tradizione veneziana, limperatore Giustino trasferì
il corpo della martire a Costantinopoli, e da qui i Veneziani
lo avrebbero portato nel 1009 nella Chiesa di San Giovanni Evangelista
a Venezia. Non dimentichiamo però che anche il Cairo,
Costantinopoli e Piacenza rivendicano le sue reliquie.
Comunque al
di là di queste notizie poco storiche e molto contradditorie,
secondo qualcuno si può ragionevolmente affermare
che la martire doveva essere orientale, forse egiziana, e che
il suo culto fu portato in Italia verso il secolo VI, durante
la dominazione bizantina. Altro di certo non sappiamo.
Ma la sua leggenda,
molto popolare nel Medioevo, ha ispirato patronati e uniconografia
così imponente che lhanno radicata nellimmaginario
occidentale (Alfredo Cattabiani).
Secondo questi racconti Barbara era la figlia di Dioscuro, di
religione pagana. Poiché la ragazza era bellissima, per
proteggerla dai troppi pretendenti, questi costruì una
torre dove la fece rinchiudere.
Intanto la
fanciulla si era consacrata a Cristo e non aveva quindi nessuna
intenzione di sposarsi. Anzi prima di entrare nella torre, desiderando
ricevere il battesimo... e non potendo per vie normali, ricorse
allauto
battesimo. Passando vicino ad una piscina si immerse tre volte
nellacqua con le parole: Si battezza Barbara nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Barbara,
devota della Santa Trinità
Approfittando
poi dellassenza del padre fece costruire, accanto alle
due già esistenti, una terza finestra, non per avere più
luce ed aria, ma per manifestare così la propria fede
nella Santa Trinità. Questo elemento della torre (che
figura nella iconografia di Santa Barbara) è comune ad
altre sante (esempio Cristina di Bolsena) ed era sempre stata
nella tradizione come simbolo della la porta del cielo
oltre che di ascensione verso il cielo, di difesa e di vigilanza
spirituale.
Ritornato,
il padre si infuriò per il fatto che Barbara si era fatta
cristiana e per la costruzione della terza finestra non autorizzata
e dimostrativa della sua nuova fede. Una costruzione abusiva
insomma. E così decise subito di ucciderla.
Ma la figlia
riuscì miracolosamente a sfuggirgli, passando attraverso
le pareti della torre. Una volta ritrovata, il padre, ancora
furioso per il tradimento, la fece consegnare al governatore
Marciano, per costringerla ad abiurare prima con le buone, poi
con le cattive e cioè con la tortura e le crudeltà
più raffinate. Coperta di ruvidi panni dovette subire
numerosi ed atroci supplizi finché fu rinchiusa nella
torre. A meditare e rinsavire, così speravano. Ma anche
questa volta fu miracolosamente guarita da un angelo
che le apparve durante la notte.
Allindomani
naturalmente fu sottoposta a nuovi tormenti, questa volta insieme
ad una certa Giuliana, che nel frattempo, assistendo ai supplizi
di Barbara, si era dichiarata anche lei cristiana. Sottoposta
alla flagellazione e alle fiamme, accese ai fianchi, Barbara
superò anche questa crudele prova. Allora il governatore
un po spazientito da tanta resistenza, privatala dei vestiti,
la fece trascinare per le vie della città tra le percosse
e flagellazioni feroci. Ancora un prodigio. Ascoltando le preghiere
della martire, il cielo si coperse di nuvole nere ed arrivò
anche una fitta nebbia, sottraendola così agli sguardi
dei curiosi malintenzionati.
Ed ecco infine
la condanna alla decapitazione. Esecutore finale lo stesso padre
di Barbara, tanto crudele quanto incauto. Credeva di aver vinto
la battaglia contro quella figlia ostinata e cristiana. Ma non
era così. Mentre infatti tornava a casa fu colpito da
un fulmine a ciel sereno che lo ridusse ad un mucchietto di cenere.
Morte improvvisa da non augurare a nessuno. Fine della storia
(e della leggenda).
Il racconto,
come si vede, è ricco di elementi (quali la torre, la
spada, la corona, la palma e la pisside con unostia, che
significa il Viatico nellora della morte...) che servirono
di ispirazione agli artisti dei vari secoli che vollero celebrare
Santa Barbara.
Tra quelli
più famosi ricordiamo il sommo Raffaello Sanzio ne La
Madonna Sistina, Jan van Eyck (1437), Robert Campin (1418), un
autore della cerchia del Botticelli, Cosimo Rosselli (1468),
Luca Cranach il Vecchio, Lorenzo Lotto (Cappella Suardi, vicino
a Bergamo), Giovanni Antonio Boltraffio e tanti altri, pittori,
scultori e architetti, noti o meno noti, bravi o molto bravi,
tutti impegnati a celebrare con le loro opere darte una
santa e martire, anche se così poco documentata storicamente.
MARIO SCUDU sdb ***
BARBARA,
BARBI, BARBARELLA, BARBARINA...
Il nome Barbara
deriva dal greco barbaròs, in latino Barbarus e significa
barbaro o straniero.
È un nome presente in tutte le latitudini... portato,
integrale o nei diminutivi, da milioni di donne nel mondo, particolarmente
nei paesi di influsso anglo-sassone, ma non solo...
Ecco alcuni suoi diminutivi:
Latino: Barbara.
Inglese: Babs, Barb, Barbie, Barby, Babete, Babetta, Barbary,
Barbra.
Francese: Babette, Barb, Barbe, Barbot.
Spagnolo: Barbara, Barbabrita.
Ceco: Bára, Barbora, Bora, Barcinka, Barka, Barunka, Baruna,
Baruska.
Ungherese: Borbála, Bora, Borhala, Boriska, Borka, Borsala,
Brosca, Broska.
Irlandese: Baibre, Bairbre, Baibín.
Tedesco: Barbara, Bärbel, Bärbele.
Russo: Varvara, Varia, Varenka.
Scozzese: Barabal.
Haway: Palapi, Palapala.
Polacco: Basia.
Svedese: Barbro.
Italiano: Barbi, Barbarina, Barbarella, Barbaretta.
Santa Barbara è una santa invocata da una grande quantità
di categorie professionali che ne richiedono la protezione. Questa
è una ulteriore prova non solo della estensione geografica
del suo culto ma anche della molteplicità e diversità
dei suoi devoti, anche se i motivi di questa grande fama per
lo più si devono trovare in molti particolari del racconto
della sua Passio (secolo VII). Questa influenzerà anche
la sterminata iconografia che lha illustrata e immortalata.
Santa Barbara innanzitutto è invocata contro la morte
improvvisa (il fulmine che colpì il padre, insensato giustiziere).
Ecco la preghiera: Signore, per intercessione di Santa
Barbara concedici di ricevere il sacramento prima di morire.
Esistono anche delle Confraternite della Buona Morte che onorano
Barbara come loro santa patrona. La Santa è anche invocata
da armaioli, artiglieri, architetti, minatori, muratori, fonditori
di campane, costruttori di torri e di fortificazioni. Dopo la
scoperta della polvere da sparo è diventata protettrice
di tutti quelli che hanno a che fare con gli esplosivi. Venne
eletta patrona anche dai lanzichenecchi (di assai infelice storica
memoria) perché essi usavano gli archibugi, che quando
sparavano facevano una grande scintilla. Non dimentichiamo poi
che il deposito delle munizioni nelle navi militari (ma non solo)
si chiama, ovviamente, la santabarbara. Infine ricordiamo anche
che è la patrona di una categoria sociale che è
sempre stata al servizio della collettività: i Vigili
del Fuoco. Nonostante la loro santa sia stata bruciata
dalle fiamme della Riforma Liturgica, ovvero fu depennata dal
Calendario Liturgico del 1970 (salvo ripensamenti come nel caso
di Caterina di Alessandria, riabilitata e riammessa
come Memoria facoltativa nel 2003), per i Vigili è rimasta
ancora e comunque in servizio come patrona e come tale invocata.
Le tante
feste di Santa Barbara
Il culto di
Santa Barbara è presente equamente sia in Oriente sia
in Occidente, nellEuropa meridionale come in quella settentrionale.
NellEuropa centrale, particolarmente in Germania, il culto
di Santa Barbara (insieme a Caterina, Margherita,
Cristoforo, Biagio, Egidio ecc.) è associato ad un gruppo
di ben 14 santi (i cosiddetti Santi Ausiliatori) invocati congiuntamente
in occasione di grandi calamità.
È ricordata inoltre in Lettonia, in Finlandia, a Cipro
come in Grecia, in Armenia come nei Paesi Balcani, in Belgio,
in Olanda, in Francia, in Inghilterra, in Svizzera ed in Austria.
E naturalmente anche in Italia. Chiese e cappelle a lei dedicate
si trovano un po dovunque. Ricordiamo in special modo quelle
a Rieti (la Cattedrale), a Mantova (Basilica di Santa Barbara),
a Roma come a Torino e in altre città e paesi.
È una santa presente in tutta Italia, ma soprattutto nellItalia
centrale e meridionale. E anche in Sardegna. Qui la festa di
Santa Barbara viene celebrata in molte cittadine e paesi, con
processioni, canti, balli e ovviamente robusti pranzi. Viene
celebrata a Domusnovas, presso Cagliari, a Silius, a Olzai, vicino
a Nuoro, a Iglesias, a Villacidro.
E, last but not least anche a Villagrande, in Ogliastra.
Qui la Santa viene celebrata ben due volte: dinverno (il
4 dicembre) e specialmente nel mese di luglio, con una solenne
processione che ne porta la statua fino ad una chiesetta fuori
dal paese a lei doverosamente dedicata. Questa è immersa
nel verde dellomonimo Bosco di Santa Barbara, dove si può
bere, gratis et amore Dei, ottima acqua dalle proprietà
terapeutiche, dalla Fontana di Santa Barbara. Lambiente
è molto rilassante e riposante, adatto per ritrovare un
po di pace e tranquillità, contro la fretta che
ci divora e contro il quotidiano logorio della vita moderna.
Ma è fortemente consigliato anche per un po di riflessione
spirituale ed esistenziale (se qualcuno ne ha il coraggio!).
Normalmente però è usato per consumare pranzi solenni,
sostenuti e sostenenti, in famiglia o con gli amici, in primavera
ma specialmente destate. Il tutto in memoria di Santa
Barbara gloriosa, incoronata in cielo, come stella luminosa.
Amen.
IMMAGINI:
1
Particolare
tratto da un dipinto del milanese Giovanni Antonio Boltraffio
che raffigura Santa Barbara.
2 La torre della basilica mantovana intitolata
a Santa Barbara svetta tra i palazzi ducali della città
lombarda.
3 Particolare di Barbara con alle spalle
la torre della sua tradizione.
4 La Madonna Sistina
di Raffaello Sanzio. Ai piedi della Vergine sono inginocchiati
Santa Barbara e San Sisto.
5 Particolare di un altare ligneo scolpito
in Germania (XVI sec.).
6 Facciata della chiesa di Santa
Barbara a Roma. Sembra che un tempo vi fosse custodito il cranio
della martire.
*** Questo e altri 120
santi e sante di Dio sono confluiti nel volume:
MARIO SCUDU, Anche
Dio ha i suoi campioni, Editrice ELLEDICI, Torino 2011, pp.936
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2007 - 11
VISITA Nr. hhhhhhhhhh