LA
CATECHESI DI GIOVANNI PAOLO II:
GIUBILO PER LA NUOVA GERUSALEMME
Si apre come un Magnificat l mirabile
Cantico che la Liturgia delle Lodi ci propone al mercoledì
della quarta settimana: «Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio» (Is 61,10).
Un giardino
di giustizia
Il testo è incastonato
nella terza parte del Libro del profeta Isaia, una sezione che
gli studiosi riconducono a unepoca più tarda, quando Israele, rientrato dallesilio
a Babilonia (VI secolo a.C.), riprende la sua vita di popolo
libero nella terra dei padri e riedifica Gerusalemme e il tempio.
Non per nulla la città santa, come vedremo, è al
centro del Cantico e lorizzonte che si sta schiudendo è
luminoso e colmo di speranza.
Il profeta apre il suo canto raffigurando il popolo rinato, avvolto
in splendide vesti, come una coppia di sposi, pronta per il grande
giorno della celebrazione nuziale (cf v. 10). Subito dopo, viene
evocato un altro simbolo, espressione di vita, di gioia e di
novità: quello vegetale del germoglio (cf v. 11).
I profeti ricorrono allimmagine del germoglio, in forme
diverse, per raffigurare il re messianico (cf Is 11,1; 53,2;
Ger 23,5; Zc 3,8; 6,12). Il Messia è un germe fecondo
che rinnova il mondo, e il profeta esplicita il senso profondo
di questa vitalità: «Il Signore Dio farà
germogliare la giustizia» (Is 61,11), per cui la città
santa diverrà come un giardino di giustizia, cioè
di fedeltà e di verità, di diritto e di amore.
Come diceva poco prima il profeta, «tu chiamerai salvezza
le tue mura e gloria le tue porte» (Is 60,18).
Il nome
nuovo
Il profeta continua a elevare
forte la sua voce: il canto è instancabile e vuole raffigurare
la rinascita di Gerusalemme, davanti alla quale si sta per schiudere
una nuova èra (cf Is 62,1). La città è dipinta
come una sposa in procinto di celebrare le nozze.
Il simbolismo sponsale, che appare con forza in questo passo
(cf vv. 4-5), è nella Bibbia una delle immagini più
intense per esaltare il legame di intimità e il patto
di amore che intercorre tra il Signore e il popolo eletto. La
sua bellezza fatta di «salvezza», di «giustizia»
e di «gloria» (cf vv. 1-2) sarà così
meravigliosa che ella potrà essere «una magnifica
corona nella mano del Signore» (cf v. 3).
Lelemento decisivo sarà il mutamento del nome, come
avviene anche ai giorni nostri quando la ragazza si sposa. Assumere
un «nome nuovo» (cf v. 2) significa quasi rivestire
una nuova identità, intraprendere una missione, cambiare
radicalmente vita (cf Gn 32,25-33).
La gioia
nuziale
Il nuovo nome che assumerà
la sposa Gerusalemme, destinata a rappresentare tutto il popolo
di Dio, è illustrato nel contrasto che il profeta specifica:
«Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né
la tua terra sarà più detta Devastata, ma tu sarai
chiamata Mio compiacimento e la tua terra, Sposata» (Is
62,4). Ai nomi che indicavano la precedente situazione di abbandono
e di desolazione, cioè la devastazione della città
ad opera dei Babilonesi e il dramma dellesilio, ora si
sostituiscono i nomi della rinascita e sono termini di amore
e di tenerezza, di festa e di felicità.
A questo punto tutta lattenzione si concentra sullo sposo.
Ed ecco la grande sorpresa: il Signore stesso assegna a Sion
il nuovo nome nuziale. Stupenda è soprattutto la dichiarazione
finale, che riassume il filo tematico del canto damore
che il popolo ha intonato: «Sì, come un giovane
sposa una vergine, così ti sposerà il tuo creatore;
come gioisce lo sposo per la sposa, così per te gioirà
il tuo Dio» (v. 5).
La sposa
del Creatore
Il canto non inneggia più
alle nozze tra un re e una regina, ma celebra lamore profondo
che unisce per sempre Dio e Gerusalemme. Nella sua sposa terrena,
che è la nazione santa, il Signore trova la stessa felicità
che il marito sperimenta nella moglie amata. Al Dio distante
e trascendente, giusto giudice, subentra ora il Dio vicino e
innamorato. Questo simbolismo nuziale si trasferirà nel
Nuovo Testamento (cf Ef 5,21-32) e sarà ripreso e sviluppato
dai Padri della Chiesa. Ad esempio, santAmbrogio ricorda
che in questa prospettiva «il marito è Cristo, la
moglie è la Chiesa, sposa per lamore, vergine per
lintatta purezza» (Esposizione del Vangelo secondo
Luca: Opere esegetiche X/II, Milano-Roma 1978, p. 289).
E continua, in unaltra sua opera: «La Chiesa è
bella. Perciò il Verbo di Dio le dice: Sei tutta
bella, amica mia, e in te non cè motivo di biasimo
(Cantico 4,7), perché la colpa è stata sommersa...
Perciò il Signore Gesù indotto dal desiderio
di un amore così grande, dalla bellezza del suo abbigliamento
e della sua grazia, poiché ormai in coloro che sono stati
purificati non cè più sozzura alcuna di colpa
dice alla Chiesa: Ponimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio (Cantico 8,6), cioè:
sei adorna, anima mia, sei tutta bella, nulla ti manca! Ponimi
come sigillo sul tuo cuore, perché per esso la tua
fede risplenda nella pienezza del sacramento. Anche le tue opere
rifulgano e mostrino limmagine di Dio, a immagine del quale
sei stata fatta» (I misteri, nn. 49.41: Opere dogmatiche,
III, Milano-Roma 1982, pp. 156-157).
Giovanni Paolo
II
LOsservatore
Romano, 19-06-2003
IMMAGINI:
1 Immagine di Gerusalemme
2 © Gerusalemme,
Koninklijke Bibliotheek, Netherlands / Rinnovando lAlleanza con il suo
popolo, Dio simpegna a donare a Gerusalemme la gioia sponsale
che scaturisce dalla fedeltà dellamore divino.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2005-5
VISITA Nr.