EUCARESTIA:
GESU' PAROLA D'ALLEANZA

Gesù di Nazaret, Parola del Padre, Dio fatto uomo per noi, ci ha parlato di Sé. Ci ha fatto capire che in Lui tutto è stato creato e che in Lui, Figlio unigenito, noi tutti siamo figli di un solo Padre. Così, Dio non solo ha voluto stringere un’alleanza con noi, ma ci ha rivelato che il Suo Figlio è l’Alleanza stessa, perché in Lui noi abbiamo la vita eterna. E poiché il Padre ama il Figlio di amore infinito, in Lui ama anche noi che siamo stati creati in Lui e che a Lui apparteniamo. Amando il Figlio, non può non amare anche noi che siamo in Lui.

Gesù si presenta a noi come la Parola che il Padre ha dato, la Parola che rispetta, la Parola che si impegna a realizzare. Gesù è la Parola dell’onore del Padre e in Lui il Padre realizza ciò che si è impegnato a compiere.

Per questo, Gesù esegue perfettamente la volontà del Padre, perché è Lui stesso la volontà del Padre.

Una volontà che Lui, Gesù, decide di compiere liberamente e spontaneamente, ed eseguendola rivela la Sua identità di Figlio che in tutto piace al Padre e in cui il Padre si compiace.

Gesù è così la Parola dell’Alleanza compiuta. È il legame della parola data. Legame perché in Lui noi tutti siamo uniti in Lui e in Lui al Padre, ed inoltre Lui è l’onore del Padre, la Sua volontà, il Suo impegno d’amore eterno per noi.

Il sangue del perdono

Quando con il nostro peccato, noi offendiamo Dio, dovremmo riparare al male fatto. Ma quando l’uomo offende Dio, come può restituire a Dio l’onore tolto? Solo col sangue è possibile restaurare l’onore offeso. Ma come può il sangue dell’uomo, creatura, ridare onore a Dio, creatore? Come può un essere mortale, restituire onore all’Essere immortale ed eterno?

Per amore al Suo Figlio, che è l’Alleanza, la Fedeltà del Padre per l’uomo, Dio non chiede all’uomo il suo sangue, perché Dio non si vendica per il male subìto. Ma è Lui stesso ad offrire all’uomo il sangue del suo Figlio, di quel Figlio, sua Parola, nel quale ci ha creati e nel quale ci ama. Lui, l’offeso per i nostri peccati, non chiede il nostro sangue per riparare all’offesa, ma offre il Suo sangue divino per noi, per riaverci in Lui, nostra vita e nostra speranza.

Con il peccato, noi ci allontaniamo da Dio e moriamo di morte eterna, perché al di fuori di Lui non c’è vita. E come potremmo ritornare a Lui se non fosse Lui stesso ad indicarci la via? E qual è la via se non Gesù stesso che dice: «Io sono la via»?

Dove trovare da noi la vita eterna, se non fosse Lui ad offrircela, Lui che dice: «Io sono la vita»? Se ci separiamo da Lui, che valore ha la nostra parola e il nostro onore?

Disgiunti da Lui, il nostro dire è vuoto e il nostro onore è vergogna, perché Lui solo è colui che dice: «Io sono la verità». Lui che è venuto ad abitare in mezzo a noi, è la nostra via per dimorare nella casa del Padre.

Lui è la nostra vita eterna e in Lui, Parola di verità e onore della verità, la nostra parola è vera e la nostra dignità è autentica perché in Lui divengono parola e onore dell’amore.

Nell’Eucaristia, nel segno del pane e del vino, abbiamo il Corpo e il Sangue di Gesù. Il Corpo che ci fa Uno con Lui. Il Sangue versato per i nostri peccati, per le nostre offese a Dio. Doveva essere il nostro sangue, invece è il Suo. Lui è il fratello che ha dato il Suo Sangue per noi.

Non ha neppure atteso che gli chiedessimo scusa. Ha offerto Se stesso e nel Suo sangue ci dà la vita eterna. Perché il sangue vale la vita. Poiché il sangue è la vita. Non è il sangue della vendetta, ma è il sangue dell’offeso che offre se stesso e perdona. Dà a noi il Suo sangue, perché noi, bevendolo, possiamo entrare nel Suo stesso Sangue divino ed essere parte della Sua famiglia e della Sua vita eterna.

                                                                                    Don Giuseppe Pelizza SDB


IMMAGINI:
1  
In Gesù, Parola del Padre, Dio manifesta e realizza la sua fedeltà all’Alleanza, fino al sacrificio supremo. / Foto ELLE DI CI - G. PERA
 Gesù non ha atteso che chiedessimo scusa a Dio per le nostre offese, ma ha dato gratuitamente se stesso in remissione delle nostre colpe. / Foto G. VIVIANI

RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2005-7
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