VITA
SPIRITUALE:
GESU' E I PECCATORI
Leggendo il Vangelo, troviamo
fatti e frasi che fanno riferimento a questo tema così
importante.
«Non
sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori», leggiamo
nel Vangelo di Marco (2,17).
Il Signore Gesù ci indica
una sua priorità: è venuto a cercare e a salvare
ciò che era perduto, per cui il suo primo appello
non può che essere:
«Convertitevi
e credete al Vangelo» (Mc 1,15).
Il Vangelo registra tanti episodi
nei quali Egli tratta con i peccatori, non soltanto per quanto
riguarda un rapporto umano, seppur profondo, ma la sua volontà
è diretta ad incontrarsi con luomo in quanto peccatore,
ed è così che è presente davanti a Lui nella
sua identità ormai scoperta di povero uomo e di creatura
perduta.
Così va in casa di Zaccheo
e gli dice:
«Oggi
la salvezza è entrata in questa casa» (Lc 19,9),
perché un peccatore si è convertito e si è
convertito concretamente: «Ecco, Signore, io do la metà
dei miei beni ai poveri e se ho frodato qualcuno, restituisco
quattro volte tanto» (Lc 19,8).
Il caso di Zaccheo è
emblematico, perché Gesù non è stato invitato,
ma si è autoinvitato a casa sua, la casa di un peccatore
per portargli espressamente la salvezza: «Oggi devo fermarmi a casa tua»
(Lc 19,7).
Ritrovare
la dignità
Gesù raccoglie per la
strada anche un altro peccatore, Matteo, il gabelliere, tutto
teso ai suoi affari, ciò nonostante si sente
dire: «Seguimi». Matteo gli renderà testimonianza
fino alla fine, poiché sarà apostolo, evangelista
e martire.
Gesù attende al pozzo una donna peccatrice, la samaritana.
È Lui che prende liniziativa di parlare con lei,
sconcertando anche i suoi discepoli per questa libertà
che Gesù si prende nel parlare per primo ad una donna.
Sembrerebbe
quasi che Gesù si trovi bene in mezzo ai peccatori, si
senta a suo agio con coloro che più sono lontano da Dio
o che forse sono solo i disperati della vita.
Ma questa solidarietà
non è per Gesù qualcosa di autocompiacente, fine
a se stessa. La sua è una solidarietà che vuole
smuovere il peccatore a ritrovare la sua dignità e a reagire
alla sua situazione portandogli la grazia del perdono, la liberazione
dal peccato e la speranza per una vita rinnovata nella verità
e nella libertà.
Unaltra creatura si presenta
a Gesù, da sola. È la donna che si getta ai suoi
piedi in casa del fariseo ricco, il quale pensa:
«Se costui
fosse un profeta, saprebbe che tipo di donna è questa»
(Lc 7,39). Però, Gesù dice per questa donna che
altro non
sa fare che profumargli i piedi e baciarglieli: «Le sono
perdonati i suoi peccati, poiché sta molto amando»
(Lc 7,47).
Gesù, dunque, cerca
i peccatori e nellincontro con il Signore tutti si convertono
e rinnovano la loro esistenza. Essendo noi sicuri di questa gioiosa
realtà, che cosa dobbiamo fare? La risposta ce la presenta
il profeta Geremia:
«Mi hai
sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto
violenza e hai prevalso» (Ger 20,7).
Sì, il Signore, con
la sua presenza, attrae e seduce, perché Lui è
il fascino della verità.
Per questo
noi crediamo fortemente nellamore, nella misericordia,
nel perdono, nella bontà del nostro Dio. Al trovarci ben
preparati e fedeli, Lui irrompe nella nostra vita per possederci,
adesso per sempre. In fin dei conti, Gesù perdona perché
non vuole perderci, perché Lui solo sa quanto siamo preziosi,
anche quando noi non lo sappiamo.
Infatti, Lui ci perdona perché
ha fiducia in noi, anche quando noi labbiamo persa già
da tempo e non crediamo più in noi stessi, perché
Lui è la forza dellamore che non può perdere
ciò che ha creato e ciò che ha redento a prezzo
del suo stesso sangue.
Marco
De Lorenzi
IMMAGINI:
1 Il pentimento richiede che luomo
sia capace di interiorità e di coraggio per prendere le
distanze da se stesso. © Elledici / G. Pera
2 La predicazione di Gesù
inizia con la frase: «Convertitevi e credete al Vangelo»
(Marco 1,15).
3 Labbraccio
benedicente del Padre è il segno del perdono donato incondizionatamente
da Dio alluomo, affinché rinnovi la sua vita nella
gioia divina.
RIVISTA
MARIA AUSILIATRICE 2005-9
VISITA Nr.