LE BEATITUDINI / 9:
LA BEATITUDINE DELLA PESECUZIONE
Gesù, il grande perseguitato

L’ottava Beatitudine chiude in bellezza la sequenza con la quale Gesù ha voluto tratteggiare – per grandi linee – la vicenda del cammino della Chiesa fino al Regno di Dio. Certamente, una prospettiva così sconcertante e paradossale dovette spaventare non pochi ascoltatori, anche se le parole del Maestro erano condite di bontà infinita e sostenute da miracoli non spettacolari, cioè per fare spettacolo, ma assolutamente sovrumani.
Gesù, parlando della Beatitudine della persecuzione, ha voluto quasi dare in anticipo un segno di quanto doveva succedergli, anzi: di quanto egli sapeva che gli sarebbe successo. «Il Figlio dell’Uomo (e alludeva a Se stesso) deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno» (Lc 9,22).
Questo preannuncio Gesù lo ripeté più volte, fino all’ultimo, quando – nel lungo discorso di commiato prima della passione – disse ai Dodici: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia (...). Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,18-20).
La persecuzione scatenatasi su Gesù è ampiamente descritta da tutti e quattro gli evangelisti. Essa è il culmine, con la Risurrezione, non solo degli scritti evangelici ma di tutta la vicenda di Gesù e della storia dell’umanità. Gesù ha voluto fare sua la sofferenza dell’umanità, fino a essere “triste fino alla morte” e a chiedere al Padre, se fosse stato possibile, di allontanare da lui quel calice di amarezza (Mt 26,38-39).
Ma già da bambino Gesù fu perseguitato. È ancora Matteo che ce lo narra, con la fuga in Egitto e la strage degli innocenti (Mt 2,13-18). E prima ancora, dopo il rito della circoncisione di Gesù, il vecchio Simeone aveva preannunciato: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, e come segno di contraddizione, e anche a te (Maria) una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,34-35).

... e noi?

Dunque, tutto in Cristo è nella prospettiva della persecuzione; e così deve essere anche per i cristiani, cioè anche per noi. Gesù lo ha preannunciato fin dall’inizio della sua predicazione, tanto per mettere subito tutto in chiaro e perché prendessimo sul serio la sua missione e non riducessimo la fede a una incantevole gita di piacere.
L’ottava è la Beatitudine più descritta da Gesù:
“Beati quelli che sono perseguitati per la giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e diranno, mentendo, ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,10-11).
La persecuzione ci raggiunge “per la giustizia”, cioè a motivo della nostra piena fedeltà a Gesù e coerenza con il Vangelo. Non qualsiasi persecuzione, pertanto, è portatrice di beatitudine: solo quella scatenata contro la fedeltà al progetto di infinito amore e di suprema giustizia che riposa nel cuore di Dio.
Osserviamo: se un cristiano vive tutte le prime sette beatitudini, finirà inevitabilmente di essere, in qualche modo, perseguitato. Se nessuna persecuzione ci raggiunge – è terribile dirlo, ma è vero – è segno che non viviamo pienamente le beatitudini. Nessun vero cristiano è dispensato dal soffrire persecuzione! Gesù più volte ci ha detto: “Non abbiate paura!” (cf Mt 10,28).
È bene che su questo punto approfondiamo, ciascuno per suo conto, la riflessione... e che impariamo a non sottrarci mai all’odio e alla persecuzione di chi combatte Gesù nei suoi discepoli.

Per la causa della giustizia

Ma di che giustizia parla Gesù? L’abbiamo già accennato. Si tratta della piena fedeltà a Gesù e della coerenza al Vangelo. Purtroppo assistiamo quasi ogni giorno a fatti di ingiustizia, di corruzione, e i giornali sembrano divertirsi nel segnalare tali ingiustizie.
Dovremmo, noi cristiani per primi, seminare intorno a noi, sia con la testimonianza del nostro comportamento e poi anche con le parole, uno stile di fedeltà e di coerenza. Anche a noi Gesù dice: “Non abbiate paura!”. Oggi la persecuzione, nelle nostre terre, non si scatena contro chi dice di essere cristiano, ma può facilmente scatenarsi contro chi ha il coraggio di portare la propria coerenza evangelica fino alle ultime conseguenze.
Oggi non è facile vivere le Beatitudini, eppure siamo tutti chiamati a viverle fino in fondo, con Gesù. E in fondo troveremo l’odio, la derisione, la persecuzione. Essere onesti in un consiglio di amministrazione, conservare la purezza del cuore in ogni impresa, essere staccati dal denaro e dalle false ricchezze, mantenerci miti e umili quando altri vorrebbero coinvolgerci in imprese di prepotenza e di sopruso, esigere da tutti la misericordia soprattutto nei riguardi dei poveri e dei deboli...
... è tutto un mondo da ricostruire, rifacendo le fondamenta, che non possono essere altro che le fondamenta delle Beatitudini! A ciascuno di noi, Gesù chiede di ascoltarlo e di imitarlo... e di pregare per chi ci perseguita! (Matteo 5,44).

“Il Regno dei Cieli”

Il “Regno dei Cieli” è la ragion d’essere di tutte le Beatitudini. I “Cieli” indicano Dio stesso, la Sua infinita ed eterna Vita di santità e di amore. Dio dunque, se viviamo le Beatitudini, è “nostro”! Cioè vive in noi, e noi viviamo in Lui, viviamo di Lui!
È il premio massimo, inaudito eppure logicissimo. Se Dio ci ha creati capaci di conoscerlo e di amarlo, è solo perché vuole ammetterci per sempre alla sua stessa Vita. E questa semplice verità della fede deve diventare il nostro pungolo quotidiano, l’assillo gioioso di ogni nostra azione: siamo proiettati – e ora, sì, possiamo dirlo – nell’Infinita Beatitudine che è Dio.
Nessuna religione al mondo è capace di un progetto così paradossale eppure così splendido. Nessun itinerario umano, sia pure descritto dal più grande filosofo o sapiente o benefattore, è in grado di stare accanto all’itinerario delle Beatitudini!
Non è necessario cercare nei ragionamenti astratti la verità del Cristianesimo: basta entrare nella logica concretissima delle Beatitudini, cioè nella logica stupenda di Dio, di Gesù Cristo!
Proviamo a rileggere tutta la vita di Gesù alla luce delle piccole otto Beatitudini, e resteremo stupefatti ed entusiasti.
Grazie, Gesù, perché sei venuto fra noi, uno di noi, a vivere queste otto immagini di Dio. E lo hai fatto, lasciandoti perseguitare e uccidere! Ora, con te, non abbiamo più timore. Con te vogliamo camminare, anzi correre, verso il Regno dei Cieli!
                                                           
    Don Rodolfo Reviglio


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2004-1
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