NATALE
DI GIUSTIZIA E DI PACE

Natale sia davvero l’esperienza della presenza di Gesù nella nostra vita e nella nostra storia. Una presenza che chi ha fede può capire più profondamente e può gustare con più soave comprensione; ma una presenza che interpella anche coloro che ritengono di non aver fede, mentre, forse, la portano profondamente sopita in una prigionia interiore che segna la fedeltà ineffabile ed inesprimibile di un Dio che ama gli uomini.

È proprio pensando a questa presenza di Cristo nel Natale, che secondo il Profeta è veramente «Dio con noi», l’Emmanuele, che il giorno di Natale è il momento più significativo, più carico di fervore, più carico di commozione.

Questo Salvatore, questo Emmanuele è annunziato dai Profeti e proclamato dal Vangelo come colui che viene a visitare i poveri, i deboli, i sofferenti, i prigionieri, in ogni prigionia, le creature che non hanno speranza.
Mi pare logico allora, che il nostro Natale cristiano debba farsi molto attento ai destinatari dell’Incarnazione natalizia. Il tema è permanente nell’esperienza della vita cristiana e della Chiesa; il tema è insurro-
gabile nella convivenza dei cristiani.

Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati a operare seriamente per costruire una solidarietà effettiva che, mentre non lascia nessuno nell’emarginazione, promuove iniziative collettive puntando al bene dei più poveri e degli ultimi e realizzando il bene di tutti.

Queste riflessioni sono profondamente natalizie perché diventano un’interpellanza fedelissima al senso evangelico del Natale dove il Signore che viene è annunciato come il Signore della giustizia e della pace.

                                                                            Card. Anastasio Ballestrero,
                                                                   Carmelitano (già arcivescovo di Torino)


IMMAGINE:
1  
A. Balestra (1708): Adorazione dei pastori, San Zaccaria, Venezia
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2005-11
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