LE RAGIONI DELLA FEDE
La fede cristiana
è soprattutto un dono di Dio, il quale vuole comunicarci
la sua luce e il suo amore, perché possiamo superare i
nostri limiti umani e incominciare a vedere, almeno in parte,
come stanno le cose in realtà, e quindi come Dio stesso
le vede.
Naturalmente, perché usciamo dal nostro guscio, bisogna
che accettiamo liberamente questo dono, occorre dunque, il nostro
atto di fiducia nei Suoi confronti; e perché possiamo
accordargli questa fiducia, dovremo averne validi motivi. Se
non avessimo tali motivi, la nostra fede non sarebbe ragionevole,
e quindi equivarrebbe ad una forma di superstizione.
La Sacra Scrittura
ci dice: «Siate sempre pronti a rispondere a chiunque
vi domandi ragione della speranza che è in voi»
(1 Pt 3,15).
Quali sono
i motivi della nostra fede?
Possono essere numerosi: come
quando veniamo a comprendere che luniverso richiede lazione
di un Creatore; quando siamo colpiti dalla storia di Gesù,
notiamo la profonda umanità e laltezza del suo messaggio,
veniamo a conoscere i suoi miracoli (sempre compiuti a vantaggio
degli altri), con la sua morte damore e la prova soprannaturale
della sua Risurrezione; quando sappiamo delle guarigioni straordinarie
di Lourdes, della vita di moltissimi Santi, come Padre Pio o
Madre Teresa di Calcutta, oppure risuonano nel nostro cuore gli
insegnamenti dei genitori o di altre persone conosciute personalmente;
a volte, poi, noi stessi abbiamo vissuto alcune esperienze spirituali.
Tutte queste motivazioni, almeno nel loro insieme, possono riuscire
assolutamente decisive!
Ma non dobbiamo dimenticare che non tutti hanno potuto conoscere
adeguatamente la storia cristiana; molti hanno vissuto la loro
infanzia in ambienti poveri damore e rischiano così
di anteporre il denaro, il piacere, il successo terreno a valori
infiniti ed eterni, che non hanno potuto comprendere.
Per questo,
la personale mancanza di motivazioni per la nostra fede sovente
non è colpevole! E quando mancano queste ragioni, è
naturale che non si creda e non si pratichi la parola di Gesù
e che non si seguano i dettami della Chiesa.
Luomo, ormai divenuto maggiorenne, non può accontentarsi
della tradizione dei vecchi, ma è chiamato a ricercare
e vivere onestamente quelle verità che riesce a scoprire.
Ecco perché la Chiesa
Cattolica riconosce e sostiene la libertà di culto: non
perché luomo faccia quello che più gli piace,
ma perché egli possa seguire in tutto la sua coscienza!
È sempre la retta coscienza che deve decidere della nostra
fede e della nostra condotta.
Per molti, dunque, può essere stato davvero impossibile
avere la certezza dellesistenza di Dio, o della missione
salvifica di Cristo, o del suo proseguimento nella Chiesa, o
di alcune singole certezze della nostra fede: questa loro impossibilità
proviene da situazioni psicologiche, familiari, ambientali, ecc.
Anzi, gli stessi studi storici e teologici, le stesse esperienze
spirituali, possono certo aiutare, ma non sempre conducono ad
una pacifica convinzione delle verità cristiane.
Tale convinzione è davvero auspicabile, sia per la serenità
personale, sia per la crescita dellambiente circostante;
ma in questa vita non è da tutti raggiungibile. Penso
tuttavia che una vita cristiana, per quanto imperfetta, possa
essere vissuta anche nel caso di un sofferto dubbio intellettuale,
che potrebbe persino riuscire purificante.
Per molti uomini
in difficoltà, può bastare il semplice desiderio
della presenza di un Dio misericordioso, unito alla ricerca e
allo sforzo morale secondo coscienza, per essere uniti a Lui:
essi, infatti, fanno tutto quello che possono per amarLo e seguirLo!
Egli ama anche coloro che non riescono a riconoscerLo, li aiuta
su questa terra e li attende nel suo Cielo come figli carissimi.
Tutto questo consegue anche
dal Concilio Ecumenico Vaticano II, che scrive; «La Divina
Provvidenza non nega gli aiuti necessari alla salvezza per coloro
che, senza colpa, non sono ancora arrivati alla chiara cognizione
e riconoscimento di Dio, e si sforzano, non senza la grazia divina,
di raggiungere la vita retta» (Lumen Gentium, 16).
Così, la certezza di una fede cristiana esplicita devessere
considerata, ancor più di un tempo, come un dono gratuito
e una chiamata personale del Signore.
Antonio Rudoni SDB
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2004-7
VISITA Nr.