SALMO
10,1.3-5.7
IL SIGNORE E' LA FIDUCIA DEL GIUSTO
Questo salmo viene recitato
alla preghiera dei Vespri del lunedì della prima settimana
del Salterio. Le sue parole risuonano nel nostro cuore come una
breve preghiera di fiducia che, nelloriginale ebraico,
è scandita dal nome sacro divino, Adonaj, il Signore.
Questo nome echeggia in apertura (cf v. 1), si trova tre volte
al centro del Salmo (cf vv. 4-5) e ritorna alla fine (cf v. 7).
La tonalità spirituale dellintero canto è
ben espressa dal versetto conclusivo: «Giusto è
il Signore, ama le cose giuste». È questa la radice
di ogni fiducia e la sorgente di ogni speranza nel giorno delloscurità
e della prova. Dio non è indifferente nei confronti del
bene e del male, è un Dio buono e non un fato oscuro,
indecifrabile e misterioso.
Fuggire
dallassedio del male
Il Salmo si svolge sostanzialmente
in due scene. Nella prima (cf vv. 1-3) si descrive lempio
nel suo apparente trionfo. Egli è tratteggiato con immagini
di taglio bellico e venatorio: è il perverso, che tende
il suo arco da guerra o da caccia per colpire violentemente la
sua vittima, ossia il fedele (cf v. 2). Questultimo è,
perciò, tentato dallidea di evadere e di liberarsi
da una morsa così implacabile. Vorrebbe fuggire «come
un passero verso il monte» (v. 1), lontano dal gorgo del
male, dallassedio dei malvagi, dalle frecce delle calunnie
lanciate a tradimento dai peccatori.
Cè una sorta di scoraggiamento nel fedele che si
sente solo e impotente di fronte allirruzione del male.
Gli sembrano scosse le fondamenta del giusto ordine sociale e
minate le basi stesse della convivenza umana (cf v. 3).
Sotto lo
sguardo di Dio
Ecco, allora, la svolta, delineata
nella seconda scena (cf vv. 4-7). Il Signore, assiso sul trono
celeste, abbraccia col suo sguardo penetrante tutto lorizzonte
umano. Da quella postazione trascendente, segno dellonniscienza
e onnipotenza divina, Dio può scrutare e vagliare ogni
persona, distinguendo il bene dal male e condannando con vigore
lingiustizia (cf vv. 4-5).
È molto suggestiva e consolante limmagine dellocchio
divino la cui pupilla è fissa e attenta alle nostre azioni.
Il Signore non è un remoto sovrano, chiuso nel suo mondo
dorato, ma una vigilante Presenza schierata dalla parte del bene
e della giustizia. Egli vede e provvede, intervenendo con la
sua parola e la sua azione.
Il giusto prevede che, come era accaduto a Sodoma (cf Gn 19,24),
il Signore «farà piovere sugli empi brace, fuoco
e zolfo» (Sal 10,6), simboli del giudizio di Dio che purifica
la storia, condannando il male. Lempio, colpito da questa
pioggia ardente, che prefigura la sua sorte ultima, sperimenta
finalmente che «cè Dio che fa giustizia sulla
terra!» (Sal 57,12).
Il destino
dei giusti
Il Salmo, però, non
si conclude con questo quadro tragico di punizione e di condanna.
Lultimo versetto apre lorizzonte alla luce e alla
pace destinate al giusto che contemplerà il suo Signore,
giudice giusto, ma soprattutto liberatore misericordioso: «Gli
uomini retti vedranno il suo volto» (Sal 10,7). Unesperienza,
questa, di comunione gioiosa e di serena fiducia nel Dio che
libera dal male.
Una simile esperienza hanno fatto innumerevoli giusti nel corso
della storia. Molte narrazioni descrivono la fiducia dei martiri
cristiani di fronte ai tormenti e la loro fermezza che non rifuggiva
dalla prova.
Negli Atti di Euplo, diacono catanese, morto verso il 304 sotto
Diocleziano, il martire esce spontaneamente in questa sequenza
di preghiere: «Grazie, o Cristo: proteggimi perché
soffro per te... Adoro il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo.
Adoro la Santa Trinità... Grazie, o Cristo. Vieni in mio
soccorso, o Cristo! Per te soffro, Cristo... Grande è
la tua gloria, o Signore, nei servi che ti sei degnato di chiamare
a te!... Ti rendo grazie, Signore Gesù Cristo, perché
la tua forza mi ha consolato; tu non hai permesso che la mia
anima perisse con gli empi e mi hai concesso la grazia del tuo
nome. Ora conferma quello che hai fatto in me, affinché
sia confusa limpudenza dellAvversario» (A.
Hamman, Preghiere dei primi cristiani, Milano 1955, pp. 72-73).
Giovanni Paolo II
LOsservatore
Romano 28-01-2004
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2004-9
VISITA Nr.