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VALDOCCO
MEDITAZIONE:
LA PREGHIERA VINCERA'
Il Vangelo
di Marco al capitolo secondo (Mc 2,3-5) racconta di un paralitico,
portato da quattro barellieri: essi volevano accompagnarlo da
Gesù, ma la folla lo impediva; allora scoperchiarono il
tetto e fecero calare il paralitico nella casa in cui si trovava
il Maestro. Egli, vista la loro fede (la fede non del paralitico,
ma dei portatori), disse al paralitico (non ai portatori): «Figliolo,
ti sono rimessi i tuoi peccati».
Dunque, anche
questo malato, come tutti, aveva dei peccati, piccoli o grandi
che fossero: e Gesù,
assolvendolo lo trasformò! Che cosa significa questo?
Che quando qualcuno soffre per una persona cara lontana da Dio,
non dobbiamo pretendere che essa cambi il cuore prima che sia
Dio a cambiarlo (Ger 31,18; scrive: «Convertimi, Signore,
e io mi convertirò»); ma dobbiamo credere che la
nostra fede, come la fede dei quattro portatori, muoverà
Dio a trasformarlo (Mt 21,22 scrive: «tutto quello che
chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete»).
In altre parole,
anche se il nostro caro finora non ha cambiato il cuore, con
la nostra preghiera confidiamo in Dio, che lo trasformerà,
e ne siamo certi, perché il Signore ha giurato: «Chiedete
e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà
aperto; perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova,
e a chi bussa sarà aperto» (Mt 7,7s). Quindi, anzitutto,
chiediamo la grazia della fede, così saremo certi di ottenere
qualunque cosa preghiamo, purché sia davvero buona: e
allora buttiamoci con piena fiducia tra le braccia del Padre
per il fratello lontano da Lui: «Tutto è possibile
a Dio» (Mt 19,26), «tutto è possibile per
chi crede» (Mc 9,23).
I tempi
di Dio
Certo non sappiamo
quando e come il Signore trasformerà il nostro caro, ma
siamo sicuri che Lui lo farà! Quindi non è giusto
pretendere di «vedere con i nostri occhi terreni»
la sua conversione, ma non dobbiamo assolutamente dubitare che,
in questo mondo o per lo meno in Cielo, lo potremo riabbracciare
nellabbraccio di Dio!
Anche 1 Gv
5,16s dice: «Se uno vede il proprio fratello commettere
un peccato che non conduce alla morte, preghi e Dio gli darà
vita». Questo passo biblico assicura quanto abbiamo scritto,
anche se esclude tale certezza quando si tratta di qualcuno che
compie un peccato «che conduce alla morte». Questo
peccato non si identifica con il «peccato mortale»
delle categorie attuali, ma indica qualcosa di ancora peggiore,
come per esempio lapostasia degli anticristi.
Anche in questo
caso, però, Giovanni non dice che «non
dobbiamo pregare», come sembra indicare la traduzione italiana;
sia in greco, sia in latino, egli scrive che «non raccomanda
di pregare», lasciando a Dio lultimo giudizio. In
pratica, lApostolo non proibisce di pregare per questo
peccatore, ma non osa farlo: data la gravità del caso,
io vi vedrei una forma di scomunica, o meglio di una minore comunione.
Del resto,
nel Nuovo Testamento si presentano passi analoghi: come in Mc
3,29 e paralleli, dove Gesù dice che «chi avrà
bestemmiato contro lo Spirito Santo (ponendosi al di fuori della
luce e dellamore, e quindi ponendosi al di fuori della
salvezza) non avrà perdono in eterno»; ma la Chiesa
spiega che queste parole non vogliono escludere la conversione
in maniera assoluta, ma fanno comprendere lestrema difficoltà
di essa: la grazia di Dio, infinitamente misericordioso, può
sempre mutare il grave atteggiamento di questo peccatore... e
tale grazia possiamo sempre chiederla nella preghiera!
Nel mare
della misericordia
Anche le parole
che Gesù avrebbe detto a suor Faustina Kovalska, indicano il valore
universale della preghiera per i peccatori, senza alcuna limitazione.
Egli avrebbe raccomandato alla Santa di condurre tutte le anime
per immergerle nel mare della sua misericordia: e nel primo giorno
della novena alla Divina Misericordia, Gesù avrebbe detto:
«Conducimi tutta lumanità e specialmente tutti
i peccatori: tutte queste anime le introdurrò nella casa
del Padre mio»!
Anche qui, non ci sono limitazioni; anzi, nel quinto giorno Gesù
le chiede di condurgli gli stessi eretici e scismatici, perché
anchessi vengano salvati.
Del resto,
anche la Chiesa ufficiale si rivolge a Dio con queste parole:
Fa o Signore, che ogni uomo goda senza fine della
tua luce intramontabile (Vespri della domenica della seconda
settimana e i Vespri del lunedì della terza settimana);
e Papa
Giovanni Paolo II ha scritto: nella catechesi del 28 luglio 1999,
La dannazione rimane una reale possibilità, ma non
ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione, se
e quali essere umani vi siano effettivamente coinvolti.
Degli anticristi dunque conosciamo lesistenza: tuttavia,
non conosciamo affatto la loro sorte definitiva.
Anche per queste persone, dunque, è possibile sperare,
e quindi, la preghiera vincerà.
Antonio Rudoni
IMMAGINI:
1 La preghiera dei semplici ottiene da
Dio le più grandi grazie.
2 Foto G. Viviani / Tutti gli uomini possono ricevere da
Dio la luce e la forza necessaria per cambiare la loro vita.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2007 - 4
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