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VALDOCCO
MEDITAZIONE:
SPERIMENTARE
I NOSTRI LIMITI
Una piccola sfera di cristalli ha una piccola superficie, e quindi
piccolo è il suo contatto con tutto ciò che le
sta intorno (aria o acqua che sia), che non fa parte di lei:
la sfera può credersi importante, perché non sperimenta
che in minima parte ciò che la oltrepassa!
Invece, una sfera di cristallo di dimensioni maggiori si rende
meglio conto del mondo che lavvolge e la
distingue... così, quanto è più grande una
realtà creata, tanto più essa aderisce a ciò
che la circonda e la trascende.
Similmente,
più uno studioso conosce bene la sua materia, più
si accorge degli aspetti che gli sfuggono: ogni nuovo apprendimento
lo spinge a ricerche ulteriori, che non finiscono mai!
Questo vale anche per i santi: più conoscono e amano Dio,
più si rendono conto di non conoscerlo abbastanza, di
non amarlo abbastanza: Egli dona se stesso completamente, ma
noi non lo accogliamo fino in fondo, finché viviamo sulla
terra. Quaggiù, più ci avviciniamo allInfinito,
più sperimentiamo quanto manca ad una fusione totale!
Questo non ci deve scoraggiare, ma ci fa chiedere e desiderare
quel momento, in cui lo vedremo così come egli è
(1 Gv 3,2).
È molto
triste, invece, quando non tendiamo fortemente a Lui. Allora,
non notiamo neppure quanto grande sia la distanza che ci separa,
e non ce ne preoccupiamo affatto. Siamo talmente piccoli, che
spesso ci sentiamo grandi, o abbastanza ricchi (cf Apoc 3,14-22;
in particolare si noti il versetto 17: Sono ricco, mi sono
arricchito, non ho bisogno di nulla; e i versetti 19-20,
con la risposta del Signore: Ravvediti! Ecco, sto alla
porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta,
io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me).
Ma come vivere
le situazioni che ci fanno soffrire?
Sono frequenti e forse non oserei parlarne se non fossi stato
provato io stesso più volte: diverse forme
di paralisi, dolori psicologici e morali, lutti che sembravano
distruggermi.
Dopo questo, ho capito come non avevo capito prima
che Dio mi ama davvero: non ha certo inteso castigarmi, anche
se so che lavrei meritato; voleva invece rendermi felice!
Infatti, oggi sono immensamente più sereno di quando stavo
fisicamente meglio.
La mia esperienza viva corrisponde a quanto dice la Sacra Scrittura:
per chi ama il Signore, tutto serve al bene (Rom
8,28).
Infatti: se
una situazione è voluta da Dio, nasce dallAmore,
da Colui che è mio Papà e mia Mamma... e quindi
da Chi può tendere soltanto alla mia gioia più
grande! (cf Gv 10,10).
Se invece la situazione è voluta dallo spirito del male,
cercherò cristianamente di eliminarla... ma se tale situazione
rimanesse lo stesso, sono certo che Dio, sì, avrebbe potuto
impedirla; ma se non lha fatto, è perché
voleva che non si perdesse anche il bene che ne sarebbe scaturito
(come la pazienza, lofferta del perdono, ecc). Gesù
ce lo dice chiaramente con la parabola della zizzania, dove il
padrone del campo non volle che lerba cattiva seminata
dal suo nemico, venisse subito sradicata, perché non venisse
sradicato anche il grano buono (cf Mt 13,24-30 e 36-43).
E lo stesso
Gesù chiama volontà di Dio anche qualcosa
che inizialmente è una volontà a Lui contraria,
ma che Dio tollera soltanto a vantaggio delluomo;
pensiamo alla passione del Signore, quando Egli chiede al Padre:
sia fatta la tua, non la mia volontà (Lc 22,42).
Sapeva bene che avrebbe dovuto soffrire per la cattiveria di
molti, ma sapeva
pure che il Padre permetteva lingiustizia dei suoi nemici
per ottenere la futura risurrezione di Lui e di tutti coloro
che a Lui sono uniti.
Così, per chi ha fede nel Cristo, non ha mai senso aver
paura di qualcosa! Siamo in
una botte di ferro! Ripetiamolo spesso a noi stessi: se siamo
uniti a Dio, tutto concorre al nostro bene!
Psicologicamente, però, è normale che di fronte
al dolore io mi senta sgomento. Persino Gesù ha provato
tristezza e angoscia nellOrto degli Ulivi, prevedendo i
suoi prossimi tormenti (cf Mt 26,37). Infatti, la psicologia
non dipende dai miei ragionamenti o dalla mia fede! Quindi, non
devo sentirmi in colpa per queste paure: esse non nascono dal
mio spirito e dalla mia libertà, ma dal mio corpo appesantito
e condizionato. Tuttavia, pensando al Signore, ritroverò
anche una certa serenità psicologica, se essa
potrà servire al mio bene. E allora potrò dire,
accanto a Lui: io sono tranquillo e sereno, come un bambino
svezzato in braccio a sua madre. (Sal 131,2).
In conclusione:
più siamo grandi (cioè quando, per dono di Dio,
gli siamo vicini), più sperimentiamo i nostri limiti,
e possiamo così cercare di superarli (sempre con la sua
grazia); più siamo piccoli, meno sentiamo i nostri limiti,
e rimaniamo piccoli, sempre più piccoli, perché
a chi ha sarà dato e sarà nellabbondanza;
e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha (Mt
13, 12). Riconoscere la nostra miseria davanti a Dio è
linizio di quella crescita continua che ci conduce al Cielo!
Antonio Rudoni
Antonio Rudoni SDB
IMMAGINI:
1 Per chi ha fede non ha senso avere paura di qualcosa,
perché se siamo uniti a Dio, tutto concorre al nostro
bene.
2 Nella vita, sovente
noi vediamo solo un tratto di strada; non siamo capaci di vedere
cosa cè oltre, cosa ci riserva il futuro, quali
gioie ci conserva lavvenire.
3 Le difficoltà non ci sono date
da Dio. Il più delle volte siamo noi che ce le creiamo
da soli.
Anche nei momenti di sofferenza, Dio ci è accanto per
aiutarci a sciogliere i nodi che la fatica del vivere ha creato
in noi.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2007 - 8
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