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I DODICI APOSTOLI:
GLI APOSTOLI TESTIMONI
E INVIATI DI CRISTO
La Lettera
agli Efesini ci presenta la Chiesa come una costruzione edificata
«sul fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come
pietra angolare lo stesso Cristo Gesù» (2,29). NellApocalisse
il ruolo degli Apostoli, e più specificamente dei Dodici,
è chiarito nella prospettiva escatologica della Gerusalemme
celeste, presentata come una città le cui mura «poggiano
su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici
apostoli dellAgnello» (21,14).
I Vangeli concordano
nel riferire che la chiamata degli Apostoli segnò i primi
passi del ministero di Gesù, dopo il Battesimo ricevuto
dal Battista nelle acque del Giordano.
Gesù
chiama i Dodici
Stando al racconto
di Marco (1,16-20) e di Matteo (4,18-22), lo scenario della chiamata
dei primi Apostoli è il lago di Galilea. Gesù ha
da poco cominciato la predicazione del Regno di Dio, quando il
suo sguardo si posa su due coppie di fratelli: Simone e Andrea,
Giacomo e Giovanni. Sono pescatori, impegnati nel loro lavoro
quotidiano. Gettano le reti, le riassettano. Ma unaltra
pesca li attende. Gesù li chiama con decisione ed essi
con prontezza lo seguono: ormai saranno «pescatori di uomini»
(cf Mc 1,17; Mt 4,19).
Luca, pur seguendo
la medesima tradizione, ha un racconto più elaborato (5,1-11).
Esso mostra il cammino di fede dei primi discepoli, precisando
che linvito alla sequela giunge loro dopo aver ascoltato
la prima predicazione di Gesù e sperimentato i primi segni
prodigiosi da lui compiuti. In particolare, la pesca miracolosa
costituisce il contesto immediato e offre il simbolo della missione
di pescatori di uomini, ad essi affidata. Il destino di questi
«chiamati», dora in poi, sarà intimamente
legato a quello di Gesù. Lapostolo è un inviato,
ma, prima ancora, un «esperto» di Gesù.
Coloro che
hanno visto
Proprio questo
aspetto è messo in evidenza dallevangelista Giovanni
fin dal primo incontro di Gesù con i futuri Apostoli.
Qui lo scenario è diverso. Lincontro si svolge sulle
rive del Giordano. La presenza dei futuri discepoli, venuti anchessi,
come Gesù, dalla Galilea per vivere lesperienza
del battesimo amministrato da Giovanni, fa luce sul loro mondo
spirituale.
Erano uomini
in attesa del Regno di Dio, desiderosi di conoscere il Messia,
la cui venuta era annunciata come imminente. Basta ad essi lindicazione
di Giovanni Battista che addita in Gesù lAgnello
di Dio (cf Gv 1,36), perché sorga in loro il desiderio
di un incontro personale con il Maestro. Le battute del dialogo
di Gesù con i primi due futuri Apostoli sono molto espressive.
Alla domanda:
«Che cercate?», essi rispondono con unaltra
domanda: «Rabbì (che significa Maestro), dove abiti?».
La risposta di Gesù è un invito: «Venite
e vedrete» (cf Gv 1,38-39). Lavventura degli Apostoli
comincia così, come un incontro di persone che si aprono
reciprocamente. Comincia per i discepoli una conoscenza diretta
del Maestro.
Essi infatti
non dovranno essere annunciatori di unidea, ma testimoni
di una persona. Prima di essere mandati ad evangelizzare, dovranno
«stare» con Gesù (cf Mc 3,14), stabilendo
con lui un rapporto personale. Su questa base, levangelizzazione
altro non sarà che un annuncio di ciò che si è
sperimentato e un invito ad entrare nel mistero della comunione
con Cristo (cf 1 Gv 13).
Inviati
a tutti
A chi saranno
inviati gli Apostoli? Nel Vangelo Gesù sembra restringere
al solo Israele la sua missione: Non sono stato inviato
che alle pecore perdute della casa dIsraele (Mt 15,24).
In maniera analoga egli sembra circoscrivere la missione affidata
ai Dodici: Questi Dodici, Gesù li inviò dopo
averli così istruiti: «Non andate fra i pagani e
non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto
alle pecore perdute della casa dIsraele» (Mt
10,5s.). Una certa critica moderna di ispirazione razionalistica
aveva visto in queste espressioni la mancanza di una coscienza
universalistica del Nazareno. In realtà, esse vanno comprese
alla luce del suo rapporto con Israele, comunità dellalleanza.
Secondo lattesa
messianica le promesse divine sarebbero giunte a compimento quando
Dio stesso, attraverso
il suo Eletto, avrebbe raccolto il suo popolo come fa un pastore
con il gregge: Io salverò le mie pecore e non saranno
più oggetto di preda... Susciterò per loro un pastore
che le pascerà, Davide mio servo. Egli le condurrà
al pascolo, sarà il loro pastore; io, il Signore, sarò
il loro Dio e Davide mio servo sarà principe in mezzo
a loro (Ez 34,22-24). Gesù è il pastore escatologico,
che raduna le pecore perdute della casa dIsraele e va in
cerca di esse, perché le conosce e le ama (cf Lc 15,4-7
e Mt 18,12-14; cf anche la figura del buon pastore in Gv 10,11ss.).
Attraverso
questa raccolta il Regno di Dio si annuncia a tutte
le genti: Fra le genti manifesterò la mia gloria
e tutte le genti vedranno la giustizia che avrò fatta
e la mano che avrò posta su di voi (Ez 39,21).
Così, i Dodici, assunti a partecipare alla stessa missione
di Gesù, cooperano col Pastore degli ultimi tempi, andando
anzitutto anche loro dalle pecore perdute della casa dIsraele,
rivolgendosi cioè al popolo della promessa, il cui raduno
è il segno di salvezza per tutti i popoli.
Lungi dal contraddire
lapertura universalistica dellazione messianica del
Nazareno, liniziale restringimento ad Israele della missione
sua e dei Dodici ne diventa così il segno profetico più
efficace. Dopo la passione e la Risurrezione di Cristo tale segno
sarà chiarito: il carattere universale della missione
degli Apostoli diventerà esplicito. Cristo invierà
gli Apostoli in tutto il mondo (Mc 16,15), a tutte
le nazioni (Mt 28,19; Lc 24,47, fino agli estremi
confini della terra (At 1,8).
Benedetto XVI
LOsservatore
Romano, 23-03-2006
IMMAGINI:
1 La chiamata di Pietro e Andrea, Duccio
di Buoninsegna (1308), National Gallery of Art, Washington.
2 Gesù chiama
i Dodici non per i loro meriti, ma in base al Suo amore. / Particolare
della chiamata di Matteo, Caravaggio (1599), San Luigi dei Francesi,
Roma.
3 © Elledici / G. Conti / Dopo la Risurrezione
di Gesù, i Dodici sono chiamati a partecipare alla stessa
missione di Gesù, Pastore universale, che vuole radunare
attorno a Sé tutti i popoli.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2007 - 11
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