GENTE PER BENE
Io, finché campo, credo che resterò sempre la stessa. Oggi a 75 anni, sento in me la medesima veemenza, lo stesso alzarsi di scudi davanti a situazioni o discorsi che mi facevano già rizzare la pelle sessanta anni fa! Non so se dovrei piangere o rallegrarmene!
Poco tempo fa, prima che partissi per la Francia, è venuta a trovarmi una signora che suppongo far parte di quella categoria di persone che viene definita “per bene”, anche se, devo confessare, non capisco cosa significhi: per bene.

La Madonna era forse una signora “per bene”?

Non saprei rispondere, e voi carissimi lettori che cosa rispondereste a questa domanda?
Una signora “per bene” in genere non significa per forza virtuosa o fedele come è inteso nella Bibbia, piuttosto una signora che risponde a certi requisiti sociali: buona educazione, famiglia raccomandabile e agiata, matrimonio fatto come si deve e così via.

Ma per me, le cose non stanno esattamente così. Per me, una signora per bene può essere povera, non sapere leggere né scrivere e non avere una famiglia dietro le spalle piena di denaro e di conti in banca.
Una signora per bene può essere per esempio una persona che da tredici anni fa le faccende di casa in un condominio e che non saluto mai e non conosco per nome solo perché è la donna delle pulizie. E c’è poco da ridere, è proprio quello che mi è successo recentemente in Francia.
D’estate, abito in un condominio di molte pretese, vicino alla spiaggia in una cittadina con un passato mondano.

Ebbene, alla mia domanda a più persone su la ragione dell’assenza di una bravissima persona che vedevo sempre almeno una volta alla settimana pulire le scale e il davanzale, nessuno mi ha saputo dire non soltanto il suo nome ma se le fosse successo qualche cosa. Sapevano solamente che “si diceva che era ammalata!”. L’unico loro problema era che il condominio non era pulito come si deve.
Siccome sono una persona testarda e spero anche fedele nei miei rapporti umani, sono risalita fino all’agenzia che l’impiegava per scoprire il suo numero di telefono. E così ho potuto mettermi in contatto con lei e capire immediatamente dalla voce che mi rispondeva che questa persona stava in pessime condizioni di salute.

La domenica dopo la Messa, con Claudia, siamo andate alla ricerca della sua casa. Ero appena arrivata quando ho visto l’ambulanza dell’ospedale che la stava portando via, in condizioni pietose.
Si chiamava Martina, aveva 46 anni e una figlia di 17. Lavorava da sola, piena di coraggio e più ancora. Sono andata a trovarla all’ospedale, ci eravamo parlate forse una decina di volte e non sapevo niente di lei e lei niente di me: ho scoperto che per fortuna ha una bella famiglia, di gente operosa e che sono molto uniti così non lasceranno la figliola da sola. Martina, di lì a poco, sarebbe dovuta morire per un cancro linfatico.

Ebbene, per me Martina per il suo lavoro, per il suo attaccamento alla famiglia, era una “signora per bene”, invece questi proprietari così egoisti, incoscienti, goffi nella loro ricchezza, non sono signori per bene. E il mondo che è alla rovescia! Lo confesso, il mondo è alla rovescia, almeno per me, ma se mi ricordo bene, c’è stato uno che la pensava più o meno così. Uno che cerco di seguire ed imitare, cambiando la mia testa secondo la sua. Uno il cui nome era Gesù.

I guai, li ha mandati sulla testa dei ricchi. Mi dispiace ma è così! Si è tenuto alla larga dai superbi di cuore che festeggiano lautamente e nulla sanno del piccolo che giace all’ospedale tra la vita e la morte, con una figlia unica da nutrire e da educare.
Sanno solo della polvere che osa stare sui gradini dove posano i loro augusti piedi, e volevano solo fare perdere il lavoro alla figliola di 17 anni che aveva ripreso il lavoro della mamma in attesa di ricominciare a studiare in settembre, per guadagnarsi da mangiare senza pesare sugli zii, e sono riusciti a farlo! Prima della fine di agosto, Martina era appena morta, c’era già un’altra agenzia che faceva le pulizie.
Miei cari lettori di Maria Ausiliatrice, in francese si dice “la mostarda mi è salita al naso!” mi sono stupita di questa situazione e ho osato dire ad una persona influente che mi sembrava che, invece di buttare fuori questa ragazza di 17 anni, sarebbe stato meglio prendersi la pena di spiegarle come si fa a pulire bene le scale e le finestre!

La mamma era morta, e al funerale c’erano tantissime persone e il parroco era molto commosso, ma nessuno degli abitanti del suo posto di lavoro era presente! Come se appartenessero ad un altro mondo.
Questo fatto mi è stato occasione di molta sofferenza. Tanti cristiani ancora si sentono deboli, fiacchi, e non osano, salvo eccezioni, prendere apertamente la difesa del povero. Perché hanno paura di ritrovarsi isolati in un mondo bestiale dove regna solo denaro, raccomandazioni, potenza e orgogliose pretese. E guai a chi osa parlare e manifestare qualche cosa.

Per tornare alle prime righe di questo articolo, questa signora “per bene” che era venuta a trovarmi, mi ha rimproverato di essere “razzista” e che senza i ricchi cosa sarebbe Madre Teresa di Calcutta?
Mai avevo visto la realtà della carità in questo modo! Così tutte le opere realizzate dai santi sono dovute ai ricchi che le hanno pagate! E così Madre Teresa di Calcutta non sarebbe niente senza i benefattori!

Mi viene da pensare che tutto ciò non è molto intelligente da parte loro. La violenza nasce dall’ingiustizia e l’ingiustizia è anche non sapere il nome di chi ti serve, o non salutare chi consideriamo come inferiore a noi! È una violenza muta che ferisce e porta a sentimenti di vendetta e di rancore.
Il mondo voluto da Gesù, il mondo sognato da Don Bosco per i nostri giovani, non è così, siete d’accordo?
                                                                             
    Maddalena di Spello


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L’anonimato della folla non deve far perdere la coscienza della nostra individualità e del valore di ogni persona che ci sta accanto.
 I benefici dei servizi che si hanno in una grande città rischiano di farci chiudere nei nostri piccoli interessi e ci possono rendere insensibili alla presenza e alle necessità degli altri.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2006 - 3
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