MEDITAZIONE:
    
TI ADORO MIO DIO

Fino a qualche anno fa, il “Ti adoro, mio Dio” era la prima preghiera del mattino e della sera.
Incominciava appunto con l’adorazione, rivolta solamente a Dio, e quindi anche a Cristo e all’Eucarestia. L’adorazione consiste nel riconoscimento dell’infinita differenza tra il Creatore e la creatura: ma siccome “Dio è Amore”, l’infinità di Dio è l’infinità dell’amore, e quindi coincide con il riconoscimento che Dio e l’uomo, pur rimanendo distinti, “diventano pienamente una cosa sola” (Benedetto XVI; “Deus caritas est”, n. 10).

Per ricordarmi cosa significa “Ti adoro”, personalmente cerco di spiegare queste parole con un’aggiunta: mi abbandono totalmente all’infinita potenza del suo amore, o meglio, considerando i miei limiti, dico: “Signore, fammi la grazia che mi abbandoni totalmente all’infinita potenza del tuo amore”, e similmente “fammi la grazia che ti ami con tutto il mio cuore”: da solo, non ne sono capace!

All’adorazione e all’amore, si unisce il ringraziamento: sia perché mi hai scelto fra mille altre possibilità (“ti ringrazio di avermi creato”); sia perché mi hai chiamato, senza nessun mio merito, alla salvezza che ci hai dato con Gesù; sia perché mi hai fatto fiorire in una bella famiglia umana e religiosa (ti ringrazio di avermi fatto figlio di due meravigliosi genitori, e poi mi hai voluto sacerdote salesiano; altri potranno ringraziarlo per il coniuge e per i figli); infine, perché mi hai “conservato” in questo mondo fino ad ora.

Una preghiera differenziata

La seconda parte del “Ti adoro” si diversifica tra la preghiera del mattino e quella della sera.
Al mattino, offro le azioni della nuova giornata, chiedendo al Signore che siano tutte secondo la sua santa volontà (“sia fatta la tua volontà”), e quindi servano alla maggior gloria di Dio e al bene del prossimo. Al bene del prossimo: sento il bisogno di notarlo, come una specificazione del mio desiderio di servire alla gloria di Dio. Infatti, “la gloria di Dio è la vita dell’uomo” (Sant’Ireneo): la sua gloria è la mia vita, e la gioia e la pienezza di tutti i suoi figli: e di questo devo sentirmi responsabile!

Infine, come al termine del Padre Nostro, gli chiedo di preservare da ogni male tanto me quanto i miei cari. E chi sono i miei cari? Tutti i figli di Dio, che diventano pure miei fratelli!
Alla sera, la preghiera del “Ti adoro” diventa un piccolo esame di coscienza della giornata trascorsa. Ho commesso del male? Mi affido alla sua misericordia. Ho fatto qualche bene? Grazie, Signore, perché mi hai insegnato, nella tua parola, che “è Dio che suscita il volere e l’operare secondo la sua benevola volontà” (Fil 2,13). Certo, ho anche risposto al suo dono d’amore: ma è più importante chi dà l’offerta o chi la riceve? “Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli”: è come un dolce “Buona notte, amore: addormentiamoci insieme nella pace”!


Voglio dunque presentarvi il mio duplice “Ti adoro”,
con le piccole variazioni della mia preghiera:


(al mattino)

Ti adoro, mio Dio, fa’ che mi abbandoni totalmente all’infinita potenza del tuo amore, e che ti ami con tutto il mio cuore, non solo a parole ma a fatti; ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano, figlio di Luigi e di Maria Rudoni, diventato sacerdote salesiano, e conservato in questa notte.
Ti offro le azioni della giornata: fa’ che siano tutte secondo la tua santa volontà, per la tua maggior gloria e per il bene del prossimo. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti gli uomini, miei fratelli. Amen.

(la sera)

Ti adoro, mio Dio, fa’ che mi abbandoni totalmente all’infinita potenza del tuo amore, e che ti ami con tutto il mio cuore, non solo a parole ma a fatti; ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano, figlio di Luigi e di Maria Rudoni, diventato sacerdote salesiano, e conservato in questo giorno.
Perdona il male che oggi ho commesso, e se qualche bene ho compiuto, te ne ringrazio, perché tu l’hai suscitato in me.
Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me e con tutti gli uomini, miei fratelli. Amen.

                                                                        Antonio Rudoni SDB


IMMAGINI:
Foto di Giuseppe Moscardini / Nell’adorazione l’uomo riconosce in Dio la sorgente della propria dignità.


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2006 - 7
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