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     VITA SPIRITUALE / LITURGIA:
     
LA PASQUA DEL SIGNORE

La Pasqua è la festa delle feste: tutto l’agire del Padre è un cammino verso la Pasqua del Figlio. Il lungo tempo della preparazione alla venuta di Gesù, i duemila anni di cui parla l’Antico Testamento, sono in vista dell’Incarnazione del Verbo, e l’Incarnazione del Verbo è per la Risurrezione.

Dio è venuto a cercarci dove siamo, per portarci là dove è Lui.

Per questo è giusto prepararsi alla Pasqua di Cristo. Ma la preparazione non è un tempo di riflessione, di studio e neppure di gesti da compiere.

La preparazione alla Pasqua è un cammino di tutta la persona che brama arrivare, desidera giungere al luogo in cui è attesa, anela all’abbraccio di quel Qualcuno che l’attende.

L’anno liturgico è questo cammino, ma la Quaresima è il momento in cui, invece di rallentare lo sforzo perché la méta è vicina, siamo chiamati a raddoppiare lo zelo per giungere, temprati, al traguardo là dove siamo chiamati a risorgere a vita nuova, per vivere la vita divina.

“La fede dei cristiani, dice Sant’Agostino, è la Risurrezione di Cristo. Non è gran cosa credere che Gesù è morto; questo lo credono anche i pagani, tutti lo credono. Ma la cosa veramente grande è credere che egli è risorto”.

I racconti degli evangelisti furono scritti alcuni decenni dopo la Passione e la Risurrezione di Cristo e rispecchiano una fase ulteriore della riflessione della Chiesa. Ma il nucleo centrale della testimonianza rimane immutato: il Signore è risorto ed è apparso vivo. A ciò si aggiunge una preoccupazione: l’insistenza sul fatto del sepolcro vuoto.

Ma sono le apparizioni del Risorto il vero fatto decisivo. Esse testimoniano la nuova dimensione del Risorto, il suo modo di essere secondo lo Spirito, che è nuovo e diverso rispetto al modo di esistere anteriore, secondo la carne.

Gesù può essere riconosciuto non da chiunque lo vede, ma solo da colui al quale egli stesso si dà a conoscere. La sua corporeità è diversa da quella di prima.

È libero dalle leggi fisiche: entra ed esce a porte chiuse; compare e scompare.
Una spiegazione diversa della Risurrezione, avanzata da Rudolf Bultmann e tuttora riproposta da alcuni, è che si trattò di visioni psicogene, cioè di fenomeni soggettivi, del genere delle allucinazioni.

Ma questo, se fosse vero, costituirebbe, alla fine, un miracolo non meno grande di quello che si vuole evitare di ammettere. Suppone infatti che persone diverse, in situazioni e luoghi diversi, abbiano avuto tutte la stessa impressione, o allucinazione.

I discepoli non poterono ingannarsi: erano gente concreta, pescatori, tutt’altro che portati alle visioni. Sulle prime non credono; Gesù deve quasi sopraffare la loro resistenza: “O tardi di cuore a credere!”. Neppure poterono volere ingannare gli altri.

Tutti i loro interessi vi si opponevano; sarebbero stati i primi a sentirsi ingannati da Gesù. Se egli non fosse risorto, a che scopo affrontare la persecuzione e la morte per lui? Quale vantaggio materiale ne traevano?

Negato il carattere storico, cioè il carattere oggettivo e non solo soggettivo, della Risurrezione, la nascita della Chiesa e della fede, diventa un mistero più inspiegabile della Risurrezione stessa.

L’idea che l’imponente edificio della storia del cristianesimo sia come un’enorme piramide posta in bilico su un fatto insignificante è certamente meno credibile dell’affermazione che l’intero evento – e cioè il dato di fatto più il significato ad esso inerente – abbia realmente occupato un posto nella storia paragonabile a quello che gli attribuisce il Nuovo Testamento.

È questa Pasqua di Risurrezione il punto di arrivo della storia dell’uomo, il centro della fede del cristiano, la sorgente inesauribile della vita.
Il tempo liturgico è il tempo di Dio che irrompe in quello degli uomini per trasformarlo, per cambiarlo, per dirigerlo verso il suo Regno, Regno di giustizia e di pace, per aiutarci a crescere nella conoscenza e nell’amore di Cristo.

L’anno liturgico nasce dalla Pasqua e nella scansione dei giorni e delle settimane, vuole farci rivivere il mistero stesso di Cristo che culmina nella sua morte e Risurrezione.

E se ogni anno liturgico torna sempre uguale a se stesso è perché la Chiesa sa bene che abbiamo bisogno di continuare ad immergerci nell’unico mistero di Gesù sino ad esserne trasformati e poter dire con l’apostolo Paolo:

“Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.

La Quaresima, il Triduo Santo, il tempo liturgico tutto, non è un tempo separato dal tempo degli uomini, ne è anzi il fermento di amore. Celebrando il mistero di Gesù nel corso dell’anno aiutiamo, misteriosamente ma realmente, il mondo intero e tutti i popoli ad aprirsi all’amore di Dio.

Il Verbo incarnato è risuscitato il primo giorno della settimana, lo stesso giorno in cui, Dio Padre aveva iniziato la creazione, sprigionando la luce dal caos e dando così inizio al giorno dei giorni.

Nella Pasqua, Gesù risuscitato consacra questo inizio introducendo nella storia la sua potenza divina. La Sua Risurrezione compie la nostra ed è la novità assoluta di tutta la storia umana.

Per questo gli Apostoli ordineranno di santificare il primo giorno della settimana, nel quale la gloria della creazione si unisce a quella della divina rigenerazione.

Il giorno della risurrezione di Cristo è ad un tempo il primo giorno della settimana, memoriale del primo giorno della creazione, e l’ottavo giorno in cui Cristo, dopo il suo riposo compiuto nel grande Sabato, inaugura il giorno che il Signore ha fatto, il giorno che non conosce tramonto. Così sia anche per noi la Pasqua del Signore.

                                                                      GIUSEPPE PELIZZA sdb     


 IMMAGINI:
La Quaresima è un cammino di tutta la persona verso la pienezza del dono della vita.
Risurrezione di Gesù, Anonimo fiammingo (1400), Museum Mayer, Antwerp (Belgio). /
Gesù è risuscitato il primo giorno della settimana, giorno in cui il Padre aveva iniziato a creare il mondo. Con la sua Risurrezione, Gesù consacra l’inizio della creazione nuova che vive ormai orientata verso il suo destino di gloria.
 La discesa agli inferi di Gesù è un modo per intendere la sua regalità su tutta la storia dell’uomo. Con la sua morte e Risurrezione Gesù salva tutti gli uomini di tutti i tempi.
4 Resurrezione di Cristo / Incredulità di San Tommaso, Rembrandt Harmenszoon van Rijn, (1634) Pushkin Museum, Mosca.
5  I cristiani celebrano ogni sette giorni la Risurrezione di Cristo, quale memoriale della sua vittoria sulla morte. La Domenica è il giorno in cui si orienta tutta la propria vita verso l’attesa del ritorno
del Signore Risorto.
/ Risurrezione, Matthias Grünewald (1515), Musée d’Unterlinden, Colmar (Francia).  

           RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008 - 3  
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