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     MEDITAZIONE | BIBBIA e SPIRITUALITA' | 1
   
IL SENSO SPIRITUALE DELLA SCRITTURA


Diamo inizio con questo numero della Rivista a qualche articolo di Lettura spirituale della Bibbia. Pensiamo di fare cosa grata ai nostri lettori iniziando con alcune premesse che permettano un accostamento completo e vitale alla Parola di Dio. Dopo questo primo contributo di introduzione,
Don Giorgio Zevini, decano della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, svilupperà durante il 2008, anno della Bibbia (anno di San Paolo e anno del Sinodo dei Vescovi sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”), i seguenti temi:

1  L’insegnamento costante del «senso spirituale» della Scrittura nel Magistero moderno;
Il «senso spirituale» della Scrittura nella tradizione patristico-medioevale;
3  Un esempio tipico di «esegesi spirituale» nella storia dell’esegesi biblica;
4  Il «senso spirituale» della Scrittura, oggi, nella vita della chiesa e del credente;
5  Le regole del «senso spirituale» della Scrittura.

I rischi da evitare

La Bibbia, libro che ha Dio come vero autore a motivo del messaggio salvifico, scaturito da una esperienza di fede e di preghiera, attesta un susseguirsi di eventi di salvezza che raggiungono il vertice nel mistero pasquale di Cristo. Per la comunità cristiana la Bibbia non è solo punto di riferimento, di confronto, di conoscenza di Gesù, di crescita nella fede, ma è mezzo di vera comunione con Dio e con gli uomini: «sorgente pura e perenne di vita spirituale» (DV, 21).

Fede, Chiesa e Bibbia sono realtà legate fra loro da intimo rapporto. Chi vuole penetrare oggi nel mondo può vero e adeguato «il senso della Bibbia», cioè il suo messaggio di salvezza, deve cercare di evitare alcuni difetti: fermarsi al «senso estetico formale», che ricerca il significato materiale delle parole e delle forme letterarie; accontentarsi solo del «senso storico», quello che l’autore sacro intese dire ai suoi contemporanei; accentuare esclusivamente il «senso esistenziale», quello che privilegia le risonanze interiori dell’uomo dopo la lettura di una sacra pagina, dimenticando il senso fondamentale presente nel testo originario con il pericolo di arbitrarie accomodazioni.

Il vero significato della Bibbia non si coglie in nessuno di questi sensi presi isolatamente, ma nella loro comprensione profonda e completa, che abbraccia le varie componenti filologiche, storico-critiche teologico-vitali, che hanno armonica risonanza nell’intelligenza e nel cuore dell’uomo, che si sottomette all’azione dello Spirito Santo, vivente nella coscienza attuale della Chiesa.

Cogliere tutti i sensi del testo

È urgente pertanto nel nostro tempo far crescere una coscienza viva che comprenda tutti questi sensi, in modo da permettere di cogliere il messaggio nella sua completezza e l’importanza della Bibbia nella vita della comunità, che ascolta, si converte, prega e annuncia la Parola di Dio.


Si tratta cioè di cogliere il rapporto tra Bibbia e spiritualità, tema oggi poco noto ma fondamentale in tutta la tradizione cristiana; si tratta di ricuperare il valore del senso spirituale della Bibbia, scoprirne il significato nella vita della Chiesa, nelle espressioni esplicite ed in quelle implicite, metterne in evidenza i legami che l’uniscono alla vita di tutto il popolo di Dio, evidenziarne le componenti nell’ambito del mistero di Cristo e della Chiesa.

In una parola bisogna porre al centro della vita della Chiesa e del credente la Parola di Dio, riproponendo, attraverso quanto i Padri della Chiesa chiamavano «senso spirituale», una lettura reinterpretativa dell’evento salvifico consegnato nelle Sacre Scritture alla nostra situazione, una lettura della Bibbia nella comunità di fede. È un problema che gli studiosi chiamano di ermeneutica, ossia un tentativo metodologico per superare il momento «tecnico» dell’esegesi biblica (quello che studia il senso di ogni parola) con l’altro «pastorale-esistenziale» più legato alla vita di ogni giorno.

Ritornare all’unità

Dal Medioevo fino ai tempi moderni si è andata sempre più radicalizzando la separazione e la rottura di un tutto organico comprendente la Scrittura, la teologia, la pastorale, la spiritualità, la mistica. Oggi si sente la necessità di reintegrare tutto in una nuova sintesi, di aprire gli orizzonti per rifare l’unità, dopo la molteplicità e la separazione tra teologia e vita, tra teologia e spiritualità.
È in questa prospettiva più vera che deve essere collocata e valorizzata la ricca esperienza e valida produzione dei Padri della Chiesa, di cui va apprezzata la teologia senza volerla assolutizzare. Non si tratta di riportare in auge la loro esegesi, ma di cogliere un aspetto luminoso della loro ricerca: la necessità di leggere e di prolungare la Sacra Scrittura nella Chiesa.

Recuperare oggi il valore del «senso spirituale della Bibbia», viene così ad essere non solo un fattore di cultura contemporanea, ma un elemento oggettivo del cristianesimo stesso.

Ermeneutica e cristianesimo

C’è un legame tra la verità e il metodo usato per raggiungerla? Sì, c’è. E riconoscere questo legame tra verità è una caratteristica dell’uomo moderno.
Questa relazione si chiama ermeneutica e poggia sulla convinzione che c’è un legame tra la verità che noi raggiungiamo e i metodi usati per scoprirla.

Gesù ci dice di «operare la verità» (Gv 3,21). Il Nuovo Testamento determina e insegna un nuovo modo di comprendere e interpretare le Scritture, si definisce come un nuovo «spirito» con il quale rileggere l’Antico Testamento e trasfigurare la «lettera». Gesù ai due discepoli di Emmaus «spiegò loro quanto lo riguardava in tutte le Scritture» (Lc 24,27).
Questa interpretazione si identifica con la realtà nuova introdotta dalla persona e dall’opera di Cristo, frutto della sua Croce: l’avvento di Gesù ha realizzato il passaggio dalla figura alla realtà delineando la fede del Nuovo Testamento.

Il messaggio cristiano ha introdotto così un nuovo principio: c’è un rapporto tra il significato di un testo e la situazione concreta di colui che lo coglie. Il problema ermeneutico passa così da un livello teorico-speculativo a quello di esistenza-storica. Ed è questo passaggio che ha fatto sì che i momenti più importanti della storia della Chiesa sono sempre stati segnati dall’ermeneutica: così per lo gnosticismo, al tempo di Origene, della Riforma, del Concilio di Trento, così al Concilio Vaticano II. Ed è quello che vedremo nel prossimo numero.

                                                                         GIORGIO ZEVINI sdb


 IMMAGINI:
1 La Parola di Dio sarà il tema del prossimo Sinodo dei Vescovi.
Gesù è il centro della Scrittura. Tutto converge a Lui, poiché in Lui tutta la Scrittura trova compimento.


      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008 - 5  
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