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MEDITAZIONE:
EUCARESTIA
E PARADISO
Sono stato molto colpito da
un denso articolo di Don Andrea Caelli che metteva in evidenza
il rapporto stretto che vi è tra lEucaristia e il
magnifico incontro che ci aspetta lassù, in Paradiso.
A proposito del Banchetto pasquale,
San Paolo scrive: «Ogni volta che mangiate di questo pane
e bevete di questo calice, voi annunciate la morte del Signore,
finché Egli venga» (1 Cor 1,26); e la liturgia del
popolo cristiano, dopo la Consacrazione della Santa Messa, acclama
di rimando: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo
la tua Risurrezione, nellattesa della tua venuta».
Come si vede, lattesa dellincontro finale col Signore
fa parte dellEucaristia!
Infatti, nel Santissimo Sacramento
troviamo Lui, ma Lui non è visibile: la sua è una
presenza velata. Lo incontriamo davvero, ma non siamo
ancora capaci di vederlo... e questo ci fa desiderare quel momento
sublime, in cui finalmente lo vedremo! Da una parte lo riceviamo
già, da unaltra parte lo stiamo aspettando (è
il famoso già e non ancora della situazione terrena del
cristiano su cui hanno scritto molti teologi).
Quindi, lEucaristia genera
più che mai il desiderio di incontrare il Signore sotto
tutti gli aspetti: il desiderio di poterlo accogliere in modo
velato, a faccia a faccia, come ci promette la Parola
di Dio (1 Cor 13,12: «Ora vediamo come in uno specchio,
in maniera confusa, ma allora vedremo a faccia a faccia»).
Qual è quellinnamorato che si accontenta di udire
linnamorata per telefono, senza volerla abbracciare senza
schermi?
E non dimentichiamo che, nellEucaristia,
ci uniamo invisibilmente con tutto il corpo Mistico di Cristo,
e quindi con Maria Santissima, con gli Angeli e i Santi, con
i nostri cari che ci hanno amato quaggiù e che ci stanno
aspettando e guidando pure dal Cielo.
È comprensibile, quindi,
che li vogliamo rivedere nella Patria definitiva. E parlando
della Patria definitiva, ci diventa facile ricordare che i Cristiani,
fin dai primissimi tempi, hanno considerato questo mondo come
un esilio, come un luogo dattesa, di pellegrinaggio, dove
si aspetta di raggiungere la meta, la vera nostra casa!
LEucaristia ci spinge
da pellegrini con lo sguardo ed il cuore rivolti in alto... lEucaristia,
anziché spegnere la sete della presenza di Dio, laccresce
e la rende più struggente.
San Paolo dice la stessa cosa
con limmagine delle primizie: noi gustiamo le primizie
dello Spirito, ma proprio gustandole, ci accorgiamo che le primizie
non ci bastano. Le primizie fanno aspettare lintero raccolto,
fanno desiderare il Tutto, per questo aggiunge lApostolo
gemiamo interiormente aspettando ladozione a figli,
la redenzione del nostro corpo (Rm 8,23).
Concludiamo con i versi di
San Giovanni della Croce, il mistico innamorato dellEucaristia
e quindi del nostro Dio:
«Quando
a temprar lo spasimo
ti miro in Sacramento,
il vel che ti dissimula
accresce il mio tormento.
Tutto è per me di strazio
finché quaggiù dimoro:
moro perché non moro».
E noi, anche se non riusciamo
a sospirare il momento di lasciare questo mondo per tuffarci
in Dio, chiediamogli almeno la grazia che in qualsiasi momento
della nostra vita procediamo verso quella meta; così non
saremo mai né arrabbiati né delusi, sapendo sempre
che ci stiamo orientando a quella felicità che supera
ogni immaginazione.
Un giorno Don Bosco stava camminando
per uno di quegli impegni a cui il Signore lo chiamava, quando
gli si accostò un amico che gli chiese: «Caro Don
Bosco, dove va di bello?». Ed egli, con gioiosa naturalezza,
rispose: «Sto andando in Paradiso!».
Egli sapeva che tutte le sue
strade lo portavano al felice appuntamento con lAmore!
Antonio Rudoni
sdb
IMMAGINI:
1 La Gerusalemme celeste è la nostra patria.
La meta verso la quale siamo tutti incamminati. LEucaristia
anticipa sulla terra, nel segno sacramentale, la realtà
che contempleremo nel giorno senza tramonto.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2008 - 6
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