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     MEDITAZIONE:
   LA STRADA DELLA REALIZZAZIONE

«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la propria vita, non può essere mio discepolo» (Lc 14,25s).

«Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo» (Lc 14,33).

Qui il Signore ci parla di tre aspetti fondamentali della nostra vita: la nostra realizzazione personale (la nostra vita), gli affetti più cari (padre, madre...), i nostri beni terreni (averi). Ebbene, Egli ce li vuol togliere, o invece ce li offre in pienezza?

Noi tendiamo ad essi, a volte spasmodicamente, e spesso così li guastiamo; Egli invece c’insegna come possiamo ottenerli assai meglio, cercando Lui prima di loro. E sarà Lui stesso a donarceli, serenamente.

La vita

«Se uno (...) non odia (...) la propria vita, non può essere mio discepolo». Odiare è un’espressione ebraica, che vuol farci capire che Gesù va preferito alla vita stessa, come appare dalle parole simili che si trovano in Matteo 10,37ss. Quando si presenta a noi il dilemma tra qualcosa che ci piace e la volontà di Dio, sceglieremo questa, persino a somiglianza dei martiri, che hanno rinunciato alla vita terrena per Dio: essi hanno capito fino in fondo le parole di Gesù, che aveva detto al Padre: «non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42).

Ma questo non significa affatto che al Signore non interessi la nostra vita, tant’è vero che si è lasciato morire per noi! Ma sa che soltanto con queste disposizioni potremo raggiungere la nostra piena realizzazione: «chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà» (Mt 11,39); e la troverà con grande abbondanza! (cf Gv 10,10).
Del resto, anche l’esperienza umana insegna che la realizzazione di se stessi si ottiene solamente deviando l’attenzione da se stessi, e quindi vivendo non per sé, ma per gli altri!

Gli affetti

Qualcosa di simile avviene per le persone più care di questa vita: «Se uno (...) non odia suo padre, sua madre (...), non può essere mio discepolo». Anche qui, Gesù non vuole che odiamo i parenti e gli amici: anzi, secondo il Comandamento ricordato da Lui stesso, desidera che li amiamo (cf Mc 10,19); ma ci fa capire che, quando le richieste dei nostri cari contrastano le richieste di Dio, l’unico modo di amarli davvero consiste nello scegliere il Signore!

Preferire i nostri cari significherebbe allontanarsi da Dio, e quindi non sarebbe amore: ci impedirebbe d’amare, perché «Dio è amore» (1 Gv 4,7). Invece, chi preferisce Gesù, ci porta ad amare i fratelli: «Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio!» (1 Gv 5,2).

Scegliere Lui significa volere tutto quello che Lui vuole: e Dio è innamorato dei suoi figli (e quindi anche dei nostri cari), con l’amore più saggio e più forte che si possa immaginare!

Le cose

«Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo» (Lc 14,33). Anche qui, il Signore ci chiede di preferire Lui a qualunque possesso umano: ricordiamo la parabola riferita da Matteo in 13,44: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo». Ma non tutti sono chiamati a vendere materialmente tutto! Dipende dalla vocazione che il Signore ci offre. E tuttavia coloro che sono chiamati a mantenere i propri beni, saranno generosi verso Dio e verso i fratelli, come ha fatto Zaccheo (cf Lc 19,8s)!

E quando lasciamo i nostri beni terreni per Gesù, spesso li ritroviamo in questa stessa vita: «Chiunque avrà lasciato case (...) o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19,29). I Frati e le Suore lo sperimentano quotidianamente!

In conclusione, ripenso a Papa Benedetto XVI, che il 24 aprile 2005 aveva detto:

«Non abbiate paura di Cristo!
Egli non toglie nulla,
e dona tutto.
Chi si dona a Lui,

riceve il centuplo.
Sì, aprite,
spalancate le porte a Cristo,
e troverete la vera vita».

                                                           Antonio Rudoni sdb


 IMMAGINI:
1 La realizzazione di se stessi si ottiene solo deviando l’attenzione da sé e vivendo per gli altri.
2
La libertà profonda a cui l’uomo aspira la si può ottenere solo nell’amore.


      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008 - 7  
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