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     MEDITAZIONE:
   
CHI RINGRAZIARE?

«Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me»,

scrisse San Paolo nella sua lettera ai Galati (2,20).

E questo lo può dire ogni cristiano autentico, che vuol essere unito al Signore.
Gesù, sempre Figlio di Dio, fu prima un grumo di cellule, poi un bambino, poi un adolescente, un predicatore, un rabbi, quindi un uomo torturato e ucciso, infine, risorse dai morti. Ora è un’immensa unità di persone, il Corpo Mistico: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.

E in realtà, noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito, per formare un solo corpo. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte» (1 Cor 12,12.26).

Naturalmente, ognuno di noi mantiene le sua personalità, distinta da ogni altro. Ma la fede ci assicura che possiamo avere tutti lo stesso Spirito (cf Ef 4,4), quindi lo stesso amore divino, la stessa volontà del Padre, che desidera la salvezza di tutti gli uomini (cf 1 Tim 2,4).
Così, quando riceviamo qualsiasi grazia, materiale o spirituale, personale o comunitaria, dobbiamo ringraziare anzitutto la generosità di Dio; ma non è giusto dimenticare che Dio stesso ha voluto unire alla sua bontà e alla sua forza tutto il Corpo Mistico.

Quindi è bene rendere grazie anzitutto al Padre, fonte d’ogni bene; al Figlio fatto uomo, Gesù Cristo, perché Lui e il Padre sono una realtà unica (cf Gv 10,30); allo Spirito Santo, che «viene in aiuto alla nostra debolezza» (Rom 8,26); ma è bene ringraziare anche l’intero Corpo Mistico, unito alla dolce volontà del Padre: e quindi Maria Santissima, che fra tutte le creature più di ogni altro ripete il suo «sia fatta la sua volontà» (Lc 1,38), gli Angeli messaggeri di Dio, i Santi canonizzati o meno, quindi magari i nostri stessi genitori ed amici uniti alla premura del Signore.

È bello rivolgersi anche a loro, ma non dobbiamo scordare che la fonte primigenia è sempre il Padre nostro: nessuno può amarmi più di Lui, è più mamma di ogni mamma per ciascuno di noi!
Infatti, la Liturgia cattolica si dirige sempre a Lui, anche se sempre ricorda la mediazione Gesù, un Gesù personale ma anche mistico.

E il nostro ringraziamento a coloro che formano un’unica realtà con il Signore non è soltanto una “licenza”: è Dio stesso che lo vuole! Basta ricordare i fatti biblici in cui Abramo cerca di salvare Sodoma e Gomorra (Gen 18,23-32), in cui Mosé preferisce il suo popolo a se stesso (Gen 32,9-14), in cui la Mamma di Gesù si preoccupa degli sposi alle nozze di Cana (Gv 2,1-11).

In essi sembra che l’Amore di Dio si voglia nascondere, per far meglio risaltare l’amore di Abramo, di Mosé, della Madonna, anche se è proprio Lui che dona loro la capacità di un amore così impressionante: infatti «è Dio che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni» (Fil 2,13).
Antonio Rudoni

                                                           
Antonio Rudoni sdb


 IMMAGINI:
1 Il primo ringraziamento che dobbiamo è per il dono della vita che abbiamo ricevuto dai nostri genitori.


      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008 - 7  
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