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| INFO VALDOCCO | MEDITAZIONE-DIARIO: PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA
Ho molto desiderato questo viaggio, coltivando una lunga nostalgia di quella terra benedetta che già avevo visitata nel 2007, e anche se il progredire delletà che pesa sempre più sulle mie povere gambe, sembrava consigliare percorsi meno esposti ad affaticamento, non ho potuto resistere al richiamo. In Terra Santa bisogna andare, se lhai vista una volta, in te resta un qualcosa che non riesci più a cancellare. Laggiù cè la radice della mia esistenza su questa terra, il principio del dono delleternità nelle braccia del Padre! Quando ho preparato la valigia, come dabitudine ho aggiunto anche un quadernetto, un diario di viaggio per raccogliervi la descrizione dei posti, le impressioni, le emozioni e quantaltro avesse meritato di essere annotato. Lho fatto per i primi due giorni. Appunti a partire dal raduno in Basilica per la partenza, lincontro con volti conosciuti e altri sconosciuti, il trasferimento da una Torino che cominciava ad animarsi delle attività del suo giornaliero, verso Malpensa, con locchio che si godeva le immagini del paesaggio delle verdi risaie delle pianure di Vercelli e Novara. Nel cuore, timidi accenni di una disturbata preghiera. Poi laeroporto e lansia dellincontro con la severa sorveglianza israeliana e finalmente in volo verso laeroporto Ben Gurion di Lod. Ad attenderci un autista arabo con il pullman che non ci avrebbe più lasciati per tutto il pellegrinaggio. I primi passi Allinizio
lincontro con il Mar Mediterraneo a Cesarea Marittima,
con i resti dellacquedotto romano, tanti e tanti fiori,
da fare la felicità degli amanti della natura, e poi,
il dono delle spiegazioni di Don Zappino che ci ha fatti giungere
così pieni di gioia che ogni segno di stanchezza era scomparso,
lasciando il posto alla pregustazione di ciò che molto
più di quanto già visto, avremmo incontrato. Il secondo giorno, la Basilica ci ha accolti per la celebrazione della nostra prima Santa Messa. Poi un bel giro in Nazaret sui passi dei luoghi di Maria, già brulicanti di altri gruppi in visita dove ti capita di incontrare di tutto e magari incrociare, nascosto ed umile pellegrino come noi, un Cardinale Emerito (Monsignor Piovannelli, già Vescovo di Firenze). Tutto ormai sotto un sole implacabile, ma che non turbava né distoglieva la nostra attenzione nel vedere, e nel sentire come tutto veniva portato davanti ai nostri occhi dalla sapienza del nostro Don Zappino, che sempre abbinava al luogo i passi del Vangelo. Il fascino della Palestina Da qui non ho più annotato niente, perché ormai eravamo come investiti dagli incontri con i tanti luoghi programmati, rigorosamente cadenzati dalle preghiere e dalle celebrazioni delle Sante Messe. Ogni giorno un luogo, tanti luoghi, che si rincorrevano tra di loro sgranandosi come le Ave Maria di un Rosario. attraversamento del lago di Tiberiade con lincanto dei colli che gli fanno corona, la struggente suggestione dei monti, delle Beatitudini e del Tabor, Tabga, con le chiese che ricordano il conferimento del Primato di Pietro, la moltiplicazione dei pani e dei pesci e il messaggio di Gesù, le Beatitudini, magna charta del cristianesimo che ci rimanda sul Monte Tabor, dove nel ricordo della Trasfigurazione sono state rappresentate le Trasfigurazioni che sono entrate, si materializzano, si ripropongono e vivono nella nostra vita, a partire dai Santi Natali che ci portano alla nascita del Bambinello di Nazaret figlio di Dio fatto uomo, per divenire il Pane del Cielo nellEucaristia, e mistero di un Dio che entra in noi e noi in Lui. Cafarnao, dove
Gesù pregava e insegnava la Parola che ha varcato i confini
della Palestina e che ogni giorno come Lui possiamo ritrovare,
in solitudine, nellintimità del nostro quotidiano,
nei luoghi preposti alla liturgia con i fratelli, nella lettura
della Sacra Bibbia, in Comunione con il popolo di Dio nella celebrazione
della Santa Messa. Passiamo ora
dalla desolazione del deserto e varcando il confine che separa
Israele dai territori Palestinesi alloasi di Gerico, 300
metri sotto il livello del mare, città più vecchia
del mondo di oltre 7000 anni a.C., ma tanto povera; la prima
possibilità di confronto con il benessere diffuso degli
Israeliani. La Piscina Probatica, la Chiesa di SantAnna, il Litostroto, il Santo Sepolcro, la Chiesa Ortodossa della Tomba della Vergine, quella della Dormizione, il Monte Sion, San Pietro Gallicantu, il Cenacolo, la Chiesa di San Giorgio degli Armeni, il Monte Carmelo e Haifa, le mura e le sue porte dai nomi suggestivi e portatrici di tanti ricordi, le Valli del Cedron e della Geenna, i colori dei suk, i giovani militari, sia maschi che femmine, la variegata popolazione, lausterità degli Ebrei ortodossi chiusi nei loro neri gabbani, alcuni con cappello di pelo, tutti con i riccioli laterali, sulla fronte le piccole teche di cuoio contenenti piccoli rotoli con le preghiere e lo strano dondolio di tutto il corpo quando pregano addossati al Muro del Pianto. Un cielo azzurro
intenso e nellaria i profumi dei fiori diffusissimi della
flora subtropicale; che pare ispirino molto i muezzin particolarmente
quando partono le Via Crucis dei cristiani. Gerusalemme della discordia Le visite nellarea di Gerusalemme sono poi state arricchite avvalendoci della presenza della Signora Polacco, unitaliana Ebrea che vive stabilmente in Israele. Guida preparatissima, normalmente preposta ad accompagnare Capi di Stato (a settembre il nostro Presidente Napolitano). Con lei visita della Cittadella di Davide presso la porta di Jaffa, il museo della Storia di Gerusalemme, dove con piantine, plastici ed audiovisivi abbiamo ripercorso gli eventi storici che hanno caratterizzato la Città Santa ed il suo popolo a partire dal periodo cananeo sino ad oggi. Emozionantissima la visita alle mura sotterranee ritornate alla luce con i recenti scavi (proseguono tuttora) che sono stati origine delle recenti, ultime schermaglie, tra arabi ed ebrei perché fatte nel sottosuolo del Tempio di Omar, proprietà rivendicata dai musulmani. Limponenza di questi lavori basta da sola a rappresentare la tenacia e le capacità di un popolo straordinario. Che ripropone la stessa immagine nella visita della Sinagoga allinterno dellospedale di Hadassa. Qui si ammirano le vetrate dipinte, dove Marc Chagall vi ha rappresentato i dodici figli di Giacobbe. E anche la modernità dellospedale (al suo interno un enorme supermercato) dove sono inserite tutte le università nel campo medico. Si pensi poi
che a Gerusalemme esiste un complesso chiamato Incubatoio dove
vengono raccolti e accolti a spese del governo tutti i giovani
altamente preparati e con delle idee da sviluppare che lì
possono continuare le loro ricerche. Scorrendo lungo
le desolate sponde del Mar Morto, arriviamo a Masada per la visita
alla celebre Rocca. Di ritorno sosta a Qumran, dove nel 1948
sono stati ritrovati in modo imprevedibile e fortuito, i celebri
antichissimi rotoli che ci hanno tramandato pagine preziose della
Bibbia. La fede si fa pellegrinaggio Quanti altri capitoli potrei ancora aprire, ma sarebbe fatica sprecata perché comunque qualcosa sfuggirebbe sempre. Chiudiamo allora con il sospiro di chi ha gioito di quanto visto e sentito e si è inebriato di molteplici sensazioni, scoprendo, se mai ne avesse avuto bisogno, quanto è fortunato ad aver ereditato una fede che a pieno titolo lo rende parte del popolo di Dio. La grazia, nella gioia, di poter vivere a contatto con la Chiesa e tutti i suoi rappresentanti. Con tutti i doveri che questo implica, dove certamente non secondario è anche quello di diventare testimoni credibili della nostra fede. Insegna Paolo VI: Il mondo oggi ascolta più volentieri i testimoni che i maestri: e se ascolta i maestri è perché sono testimoni; anche Papa Benedetto XVI lo ribadisce; lo fa nel discorso per la beatificazione del Beato Von Galen il 9 ottobre 2005, dice: La fede non si riduce a sentimento privato, magari da nascondere quando diventa scomoda, ma implica la coerenza e la testimonianza anche in ambito pubblico in favore delluomo, della giustizia, della verità. Quanta gratitudine dobbiamo qui esprimere a Don Pellini, a Don Zappino e a tutta la Famiglia Salesiana. Ci hanno preso per mano e ci hanno condotti attraverso i sentieri e le mura della nostra personale Gerusalemme; per farci scoprire che non possiamo più permetterci di essere una piccola tenue luce, pronta a spegnersi ad ogni piccolo soffio daria. La Terra Santa, questo pellegrinaggio, dobbiamo sentirlo che in qualcosa ci ha cambiati. Ci ha donato la serenità del credere senza riserve, perché là Gesù ha camminato con noi per donarci questa grazia. Per ricordarci che il Padre ci ama, di un amore grande da dividere con i fratelli tutti. Mario C. IMMAGINI: 1 La Basilica dellAnnunciazione a Nazareth. Un giglio rovesciato per indicare la purezza del cielo venuto sulla terra che incontra la purezza di Maria. 2 La chiesa del Primato di Pietro. Costruita sulla roccia per indicare che Pietro è la roccia su cui Cristo edifica la sua Chiesa. 3 Le mura di Gerusalemme si preparano ad accogliere la notte. 4 Il Monastero di San Giorgio in Koziba. Una fortezza di fede nel deserto della Giudea. 5 Le grotte di Qumran dove sono stati rinvenuti i preziosi manoscritti della Comunità essena. 6 La stella della grotta di Betlemme, indica dove, secondo una pia tradizione, sarebbe nato il Salvatore. 7 Mario C., autore dell'articolo. HOME PAGE | HOME PAGE - ITA | FORMAZIONE CRISTIANA | FORMAZIONE MARIANA | INFO VALDOCCO | Visita Nr. |