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     BIBBIA E SPIRITUALITA': MEDITAZIONE
   IL SENSO SPIRITUALE DELLA SCRITTURA/4


Per i Padri della Chiesa, Antico e Nuovo Testamento, formano un’unità. Fra le due Alleanze vi è una sola armonia, perché una sola è la storia della salvezza. Una storia che continua nella Chiesa, in attesa del compimento nel mondo futuro.

Oggi noi non siamo tenuti a seguire i Padri della Chiesa in tanti aspetti del loro metodo, ma l’intuizione di fondo rimane una guida valida: l’unità di un disegno di Dio che contiene in sé una sola «oikonomia» secondo la categoria storico-salvifica, incentrata sulla persona e sul messaggio di Cristo.
Al centro di tutta la loro riflessione si trova il «Mysterium salutis». Basti pensare a certe concezioni patristiche, come la «recapitulatio» di Ireneo; il «mysterion» di Origene concepito come Logos che si dona all’uomo, quale Parola di Dio, quale Cristo storico, quale Corpo della Chiesa; la «divinizzazione» di Atanasio; la «teologia della storia» ed il «Christus totus» di Sant’Agostino.

L’intuizione essenziale dei Padri è questa: la Bibbia intera parla di Cristo e riguarda personalmente ogni uomo. Questa lettura della Bibbia illumina ogni visione cristiana dell’uomo degna di questo nome. Quando, ad esempio, Ambrogio spiega le grandi verità della fede, egli utilizza non delle tesi ma degli esempi concreti di uomini: Abramo, Isacco, Giuseppe, Giobbe, Davide. Chi è Abramo, Isacco, Giuseppe?... Ciascuno di noi! La Parola di Dio allora è il libro più divino ed anche più umano, perché noi vi ritroviamo l’unica storia di salvezza di Dio che chiama l’uomo dove ogni uomo è interessato.

La Bibbia allora non è per i Padri una raccolta di episodi e di slogans, ma, secondo quanto scrive San Bonaventura, è come una lira la cui corda più bassa rende un suono armonioso solo con le altre.1
Tra l’Antico e il Nuovo Testamento c’è armonia, continuità e sviluppo.

Attraverso tutta la Bibbia, Dio persegue lo stesso disegno provvidenziale: la salvezza degli uomini in Cristo. Questo piano di Dio ha un periodo di preparazione e un altro di realizzazione: comprende due economie, di cui una sarà il tipo e l’altra l’antitipo.

È in questa visuale unitaria dei due Testamenti che si innesta «la dottrina classica dei quattro sensi della Scrittura, luogo geometrico in cui coincidono l’esegesi, la teologia e la pastorale ».2

La dottrina dei sensi biblici

La tradizione cristiana conosce due sensi della Scrittura: il senso letterale e il senso spirituale. Le altre formulazioni del triplice o quadruplice senso della Bibbia vanno sempre viste in rapporto con lo sviluppo del «senso spirituale».
Se si sviluppa l’aspetto dogmatico, si ha il senso allegorico; se se si sviluppa la dimensione pratico-morale, si ha il senso tropologico; se prevale l’aspetto escatologico e contemplativo, si ha il senso anagogico. Iniziamo a vedere i primi tre.

Il senso letterale o storico

È il primo dei sensi biblici. Riguardo al testo è il senso delle parole; per l’esegeta è la «prima lettura» e per il lettore è il «primo significato».
Il termine letterale è sinonimo anche di storico nel senso però teologico e biblico della storia. Quando i Padri dicono che la «lettera» è sterile e vuota, non intendono negare la realtà storica della Bibbia, ma ne negano solo l’interpretazione giudaica.
Il senso letterale è unico, ma può avere spiegazioni varie, che manifestano la sua polivalenza e profondità. I Padri hanno svelato spesso queste preziose piste del senso storico-letterale, perché si lasciano guidare dallo Spirito presente in questo senso, verso le dimensioni autentiche della Parola di Dio.

Il senso spirituale

L’approfondimento del senso letterale, a livello di fede e alla luce dello Spirito, ci porta al senso spirituale, la cui autentica realtà non consiste nell’andare al di là del senso letterale, come se il senso letterale sia una tappa da sorpassare, ma consiste nell’approfondirlo, nell’esplicitarlo e nell’assimilarlo.
Questo senso spirituale è il vero senso della Bibbia in quanto è la Parola di Dio e non una costruzione qualunque al di fuori, al di sotto, al di là del testo. È il testo stesso che rimane, ma tuttavia apre le sue ricchezze. Rimane la Parola di Dio che riprende e ricomincia a interpellare il credente e invitarlo alla conversione e alla santificazione. Il senso spirituale autentico allora è trovare una Vita scrutando le Scritture.

Il senso allegorico

L’origine nominale del senso allegorico deriva da Paolo (cf Gal 4,21-24). L’allegoria cristiana tuttavia non va confusa con l’allegoria pagana, ebraica, gnostica.
Per Grelot l’allegoria patristica rientra nel tentativo di una interpretazione esistenziale della Scrittura, che riflette «sulla storia che Dio ha provvidenzialmente disposto per essere la rivelazione del mistero di Cristo e della nostra vita nel mistero».3
Per Henri de Lubac è «un passaggio brusco dalla servitù della lettera alla libertà dello Spirito; non è un senso spiritualista: è il senso dello Spirito di Cristo».4
Gli elementi che costituiscono la natura del senso allegorico sono l’«allegoria del fatto», che contiene nel suo nucleo un senso spirituale. L’allegoria poi riconosce il mistero, cioè la presenza dello Spirito nella storia, per cui giustamente Gregorio Magno può dire: «l’allegoria edifica la fede».5 In questa prospettiva l’allegoria patristica era la lettura della Bibbia dove al centro sta il Cristo e la Chiesa, oggetto della fede.
Giorgio Zevini

1 Cf Bonaventura, In Hexameron, Col. 19,7: ed. Quaracchi, V, p. 421.
2 P. Grelot, Que penser de l’interprétation existentiale?, in ETL 43 (1967) 426.
3 Ibidem, p. 429.
4 H. de Lubac, Histoire et Esprit, Paris 1950, p. 270.
5 Gregorio Magno, Hom. in Ev. 2, l: PL 76, 1302.

                                                                                            GIORGIO ZEVINI sdb


                                                                                      
 IMMAGINI:
1 La Parola di Dio è la base della spiritualità cristiana, perché in essa è Dio che, mediante la Chiesa, parla all’uomo di ogni tempo.
2
Nella Scrittura dobbiamo sempre trovare Cristo che realizza per Sé il senso profondo del testo. I Padri della Chiesa, avendo ben compreso questo livello di lettura, cercavano in tutta la Bibbia la presenza del divin Salvatore.

     RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2009 - 7  
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