Per i Padri della Chiesa, Antico e Nuovo Testamento, formano
ununità. Fra le due Alleanze vi è una sola
armonia, perché una sola è la storia della salvezza.
Una storia che continua nella Chiesa, in attesa del compimento
nel mondo futuro.
Oggi noi non
siamo tenuti a seguire i Padri della Chiesa in tanti aspetti
del loro metodo, ma lintuizione di fondo rimane una guida
valida: lunità di un disegno di Dio che contiene
in sé una sola «oikonomia» secondo la categoria
storico-salvifica, incentrata sulla persona e sul messaggio di
Cristo.
Al centro di tutta la loro riflessione si trova il «Mysterium
salutis». Basti pensare a certe concezioni patristiche,
come la «recapitulatio» di Ireneo; il «mysterion»
di Origene concepito come Logos che si dona alluomo, quale
Parola di Dio, quale Cristo storico, quale Corpo della Chiesa;
la «divinizzazione» di Atanasio; la «teologia
della storia» ed il «Christus totus» di SantAgostino.
Lintuizione
essenziale dei Padri è questa: la Bibbia intera parla
di Cristo e riguarda personalmente ogni uomo. Questa lettura
della Bibbia illumina ogni visione cristiana delluomo degna
di questo nome. Quando, ad esempio, Ambrogio spiega le grandi
verità della fede, egli utilizza non delle tesi ma degli
esempi concreti di uomini: Abramo, Isacco, Giuseppe, Giobbe,
Davide. Chi è Abramo, Isacco, Giuseppe?... Ciascuno di
noi! La Parola di Dio allora è il libro più divino
ed anche più umano, perché noi vi ritroviamo lunica
storia di salvezza di Dio che chiama luomo dove ogni uomo
è interessato.
La Bibbia allora
non è per i Padri una raccolta di episodi e di slogans,
ma, secondo quanto scrive San Bonaventura, è come una
lira la cui corda più bassa rende un suono armonioso solo
con le altre.1
Tra lAntico e il Nuovo Testamento cè armonia,
continuità e sviluppo.
Attraverso
tutta la Bibbia, Dio persegue lo stesso disegno provvidenziale:
la salvezza degli uomini in Cristo. Questo piano di Dio ha un
periodo di preparazione e un altro di realizzazione: comprende
due economie, di cui una sarà il tipo e laltra lantitipo.
È in
questa visuale unitaria dei due Testamenti che si innesta «la
dottrina classica dei quattro sensi della Scrittura, luogo geometrico
in cui coincidono lesegesi, la teologia e la pastorale
».2
La dottrina
dei sensi biblici
La tradizione
cristiana conosce due sensi della Scrittura: il senso letterale
e il senso spirituale. Le altre formulazioni
del triplice o quadruplice senso della Bibbia vanno sempre viste
in rapporto con lo sviluppo del «senso spirituale».
Se si sviluppa laspetto dogmatico, si ha il senso allegorico;
se se si sviluppa la dimensione pratico-morale, si ha il senso
tropologico; se prevale laspetto escatologico e contemplativo,
si ha il senso anagogico. Iniziamo a vedere i primi tre.
Il senso
letterale o storico
È il
primo dei sensi biblici. Riguardo al testo è il senso
delle parole; per lesegeta è la «prima lettura»
e per il lettore è il «primo significato».
Il termine letterale è sinonimo anche di storico nel senso
però teologico e biblico della storia. Quando i Padri
dicono che la «lettera» è sterile e vuota,
non intendono negare la realtà storica della Bibbia, ma
ne negano solo linterpretazione giudaica.
Il senso letterale è unico, ma può avere spiegazioni
varie, che manifestano la sua polivalenza e profondità.
I Padri hanno svelato spesso queste preziose piste del senso
storico-letterale, perché si lasciano guidare dallo Spirito
presente in questo senso, verso le dimensioni autentiche della
Parola di Dio.
Il senso
spirituale
Lapprofondimento
del senso letterale, a livello di fede e alla luce dello Spirito,
ci porta al senso spirituale, la cui autentica realtà
non consiste nellandare al di là del senso letterale,
come se il senso letterale sia una tappa da sorpassare, ma consiste
nellapprofondirlo, nellesplicitarlo e nellassimilarlo.
Questo senso spirituale è il vero senso della Bibbia in
quanto è la Parola di Dio e non una costruzione qualunque
al di fuori, al di sotto, al di là del testo. È
il testo stesso che rimane, ma tuttavia apre le sue ricchezze.
Rimane la Parola di Dio che riprende e ricomincia a interpellare
il credente e invitarlo alla conversione e alla santificazione.
Il senso spirituale autentico allora è trovare una Vita
scrutando le Scritture.
Il senso
allegorico
Lorigine
nominale del senso allegorico deriva da Paolo (cf Gal 4,21-24).
Lallegoria cristiana tuttavia non va confusa con lallegoria
pagana, ebraica, gnostica.
Per Grelot lallegoria patristica rientra nel tentativo
di una interpretazione esistenziale della Scrittura, che riflette
«sulla storia che Dio ha provvidenzialmente disposto per
essere la rivelazione del mistero di Cristo e della nostra vita
nel mistero».3
Per Henri de Lubac è «un passaggio brusco dalla
servitù della lettera alla libertà dello Spirito;
non è un senso spiritualista: è il senso dello
Spirito di Cristo».4
Gli elementi che costituiscono la natura del senso allegorico
sono l«allegoria del fatto», che contiene nel
suo nucleo un senso spirituale. Lallegoria poi riconosce
il mistero, cioè la presenza dello Spirito nella storia,
per cui giustamente Gregorio Magno può dire: «lallegoria
edifica la fede».5 In questa prospettiva lallegoria
patristica era la lettura della Bibbia dove al centro sta il
Cristo e la Chiesa, oggetto della fede.
Giorgio Zevini
1 Cf Bonaventura,
In Hexameron, Col. 19,7: ed. Quaracchi, V, p. 421.
2 P. Grelot, Que penser de linterprétation existentiale?,
in ETL 43 (1967) 426.
3 Ibidem, p. 429.
4 H. de Lubac, Histoire et Esprit, Paris 1950, p. 270.
5 Gregorio Magno, Hom. in Ev. 2, l: PL 76, 1302.
GIORGIO ZEVINI sdb