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IL PAPA CI PARLA / CATECHESI :
BUON ANNO NUOVO CON MARIA


2010, anno nuovo. Ah, questi nostri tempi... Diceva già Ovidio: “Se ne vanno gli anni, come acqua che scorre”. E giù tristezze e vuoto esisten-
ziale.
Anche il tempo di Natale che ci siamo appena lasciati alle spalle – per tanti che sono privi di fede – spesso si riempie di vuoto e banalità. Dice una poesiola moderna, ironica: “Natale. Una cometa di lampadine / per la nascita / del Panettone” (Paolo Del Vaglio). Sì, per tanti nostri contemporanei Natale fa rima con banale. E allora lo si festeggia con i Babbi Natali e le “Babbèe Nataline” in minigonna.

Papa Benedetto XVI, come suo solito, ci ha suggerito idee concrete e robuste anche sul tempo. Ogni anno, la sera del 31 dicembre, scende nella Basilica Vaticana con i romani de Roma e tanti turisti per il Te Deum. Poi, l’indomani 1º gennaio, solennità della Madre di Dio, con l’omelia suggerisce ai cristiani come si può vivere – sul modello di Maria – l’anno nuovo e l’eternità. Per esempio in questi anni ci ha detto... (scorriamo insieme qualche stralcio dei suoi insegnamenti).

“Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio. La liturgia fa coincidere questa significativa festa mariana con la fine e l’inizio dell’anno solare. Alla contemplazione del mistero della divina maternità si unisce pertanto il cantico della nostra gratitudine per l’anno che tramonta e per il prossimo anno che già intravediamo. Il tempo passa e il suo scorrere inesorabile ci induce a volgere lo sguardo con intima riconoscenza a Colui che è eterno, al Signore del tempo”.
Il Papa, porta poi, a riflettere sulla dimensione del tempo. “Nelle ultime ore di ogni anno solare assistiamo al ripetersi di taluni riti mondani che, nell’attuale contesto, sono prevalentemente improntati al divertimento, vissuto spesso come evasione dalla realtà, quasi a esorcizzarne gli aspetti negativi...

Quanto diverso dev’essere l’atteggiamento della Comunità cristiana! La Chiesa è chiamata a vivere queste ore facendo propri i sentimenti della Vergine Maria. Insieme a Lei è invitata a tenere lo sguardo fisso sul Bambino Gesù, nuovo Sole apparso all’orizzonte dell’umanità”.
Benedetto XVI prosegue nel suo magistero: “Si confrontano due diverse valutazioni della dimensione «tempo», una quantitativa e l’altra qualitativa.

Da una parte, il ciclo solare con i suoi ritmi; dall’altra, quella che San Paolo chiama la pienezza del tempo (Gal 4,4), cioè il momento culminante della storia dell’universo e del genere umano, quando il Figlio di Dio nacque nel mondo”. Il mondo delle promesse si è compiuto e quando la gravidanza di Maria è giunta al suo termine “la terra – come dice un Salmo – ha dato il suo frutto”.

“La venuta del Messia, preannunciata dai Profeti, è l’avvenimento qualitativamente più importante di tutta la storia, alla quale conferisce il suo senso ultimo e pieno. Non sono le coordinate storico-politiche a condizionare le scelte di Dio, ma al contrario è l’avvenimento dell’Incarnazione a riempire di valore e di significato la storia”.

Il Papa passa a dire come l’Incarnazione ha cambiato la storia degli uomini. “Noi che veniamo dopo duemila anni da quell’evento, dopo aver conosciuto tutta la vicenda di Gesù fino alla sua morte e risurrezione... noi siamo testimoni, contemporaneamente, della sua gloria e della sua umiltà, del valore immenso della sua venuta e dell’infinito rispetto di Dio per noi uomini e per la nostra storia.
Questo stile di Dio – ha aggiunto il Papa – ha fatto sì che ci sia voluto un lungo tempo di preparazione per giungere da Abramo a Gesù Cristo, e che dopo la venuta del Messia la storia non sia finita ma abbia continuato il suo corso, apparentemente uguale in realtà ormai visitata da Dio e orientata verso la seconda e definitiva venuta del Signore, alla fine dei tempi”.

Ora noi, divenuti fratelli di Cristo, non siamo più quelli di prima. Spiega il Papa: “Il fatto che il Figlio abbia assunto la natura umana apre la prospettiva di un radicale mutamento della condizione dell’uomo... Il Verbo incarnato trasforma dall’interno l’esistenza umana, partecipando a noi il suo essere Figlio del Padre. Si è fatto come noi per farci come Lui: figli nel Figlio”.

Sovente Papa Benedetto propone ai cristiani Maria, come modello. Cita il Vangelo della festa: Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2,19), E osserva: “L’evangelista Luca la descrive come la Vergine silenziosa, in costante ascolto della parola eterna, che vive nella Parola di Dio. Maria serba nel suo cuore le parole che vengono da Dio e, congiungendole come in un mosaico, impara a comprenderle”.

Quindi il Papa suggerisce: “All’inizio di un nuovo anno, siamo come invitati a metterci alla sua scuola, a scuola della fedele discepola del Signore, per imparare da Lei ad accogliere nella fede e nella preghiera la salvezza che Dio vuole effondere su quanti confidano nel suo amore...”.

E ci rassicura: “Alla scuola di Maria possiamo cogliere con il cuore quello che gli occhi e la mente non riescono da soli a percepire, né possono contenere. Si tratta, infatti, di un dono così grande, che solo nella fede ci è dato di accogliere... Seguendo l’esempio della Vergine Santa, vogliamo lasciarci guidare sempre e solo da Gesù Cristo, che è lo stesso ieri, oggi e sempre!”.

In conclusione, Benedetto XVI invita i credenti a non leggere gli avvenimenti che si srotolano lungo il tempo come vuoti e banali, ma come storia personale iscritta nella storia del Regno. E, sull’esempio di Maria, dire il proprio sì.

                                                                                                       
Enzo BIANCO sdb


Don Enzo Bianco inizia a proporre alcuni interventi del Papa su temi specifici.
In questo numero una scelta dei discorsi augurali di inizio anno.

                                                                                                


      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2010 - 1  
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