BEATO CHI HA FAME E SETE DI GIUSTIZIA


“O voi tutti che siete assetati, venite alle acque, e voi che non avete denaro venite ugualmente, comprate e mangiate”. (Isaia 55,1)
“Come la cerva anela i corsi d’acqua, così l’anima mia anela a Te, o Dio. L’anima mia ha sete del Dio vivente”. (Salmo 41)

L’uomo non è mai sazio

Vediamo in generale che l’uomo va cercando ed è tormentato da tanti desideri ed aspirazioni.
L’uomo non è mai contento: più ne ha e più ne vuole avere. Molti hanno sete di denaro, sete di onori, sete di gloria, sete di piaceri, sete di esperienze, sete di vizi e si sentono giusti. Il fariseo si sentiva giusto, il pubblicano si sentiva peccatore.
Beati coloro che sono persuasi in prima persona di non essere giusti.
Il fariseo fu rifiutato dal Signore; il pubblicano se ne ritornò giustificato.
La mia giustizia sei Tu, Signore. Questo cristiano è beato.
Non è possibile che ci sia una fame e una sete di giustizia terrena, non illuminata dal senso di Dio. È necessario che la mia giustizia abbia sempre Cristo come radice.

La scelta di Dio solo

Che cos’è la vita religiosa, se non un saziarsi di Dio? È un avere fame e un avere sete di Dio, certo.
Ma è pure un saziarsi di LUI. Altrimenti non sarebbe una beatitudine.
Qualunque sia il tipo di vita religiosa, bisogna che la fame e la sete di Dio diventino un valore contemplativo, che rendano l’anima consacrata capace di fissarsi in Dio, nell’impegno della conoscenza e dell’amore, cioè della fede e della carità.
L’atteggiamento di fondo è questo: una scelta totale ed esclusiva di Dio, che è determinata da fame e da sete di LUI, e che quindi si realizza nell’atteggiamento contemplativo.
Gli altri desideri si ordinano e si armonizzano attorno al desiderio di Dio.
Le creature che sono fissate in Dio, trovano tutto in LUI. Hanno raggiunto l’unità.

Il bisogno della presenza di Dio

Attraverso la presenza di Dio noi arriviamo ad essere nella vita degli altri sorgente di giustizia e di beatitudine.
Abbiamo bisogno di incontrare Cristo come una persona viva, che ci appartiene, che è nostra.
Potremmo dire che i religiosi sono creature che trovano la loro beatitudine nell’avere fame e sete di Cristo, e esserne sempre saziati.
Cristo mi fa ogni giorno nuovo
Se sono religioso, lo sono per essere giorno per giorno in contatto con questo sacramento di salvezza che è il Signore Gesù, il quale mi modella, mi trasforma, mi fa nuovo di una novità che è la sua.
                                                                            Carlo M. Carli SDB


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2001-3
VISITA Nr.