PREGHIERA DEL MATTINO
Questo è
il testo della catechesi del Santo Padre:
Al
mattino, ascolta la mia voce; fin dal mattino tinvoco e
sto in attesa.
Con queste
parole il Salmo 5 si presenta come una preghiera del mattino
e per tanto si colloca bene nella liturgia delle Lodi, il canto
del fedele allinizio della giornata. La tonalità
di fondo di questa supplica è bensì segnata dalla
tensione e dallansia per i pericoli e le amarezze che stanno
per sopraggiungere. Ma non viene meno la fiducia in Dio, sempre
pronto a sostenere il suo fedele perché non inciampi nel
cammino della vita...
Come spesso accade nei Salmi di supplica rivolti
al Signore per essere liberati dal male, tre sono i personaggi
che entrano in scena in questo Salmo. Ecco innanzitutto apparire
Dio (vv. 2-7), il Tu per eccellenza del Salmo, a cui lorante
si rivolge con fiducia. Di fronte agli incubi di una giornata
faticosa e forse pericolosa emerge una certezza. Il Signore è
un Dio coerente, rigoroso nei confronti dellingiustizia,
alieno da ogni compromesso col male: Tu non sei un Dio
che si compiace del male (v. 5).
Una lunga lista di persone cattive il malvagio, lo stolto,
chi fa il male, il bugiardo, il sanguinario, lingannatore
sfila davanti allo sguardo del Signore. Egli è
il Dio santo e giusto e si schiera dalla parte di chi percorre
le vie della verità e dellamore, opponendosi a chi
sceglie i sentieri che conducono verso il regno delle ombre
(cfr Pr 2,18). Il fedele, allora, non si sente solo e abbandonato
quando affronterà la città, penetrando nella società
e nel groviglio delle viscere quotidiane.
Nei versetti 8 e 9 della nostra preghiera mattutina il secondo
personaggio, lorante, presenta se stesso con un Io, rivelando
che tutta la sua persona è dedicata a Dio e alla sua grande
misericordia. Egli è certo che le porte del tempio,
cioè il luogo della comunione e dellintimità
divina, sbarrate per gli empi, sono spalancate davanti a lui.
Egli vi entra per gustare la sicurezza della protezione divina,
mentre fuori il male imperversa e celebra i suoi apparenti ed
effimeri trionfi.
Dalla preghiera mattutina nel tempio il fedele riceve la carica
interiore per affrontare un mondo spesso ostile. Il Signore stesso
lo prenderà per mano e lo guiderà per le strade
della città, anzi gli spianerà il cammino,
come dice il Salmista con unimmagine semplice ma suggestiva.
Nelloriginale ebraico questa serena fiducia si fonda su
due termini (hésed e sedaqáh): misericordia
o fedeltà da una parte, e giustizia o salvezza
dallaltra. Sono le parole tipiche per celebrare lalleanza
che unisce il Signore al suo popolo e ai singoli fedeli.
Ecco, infine, profilarsi allorizzonte loscura figura
del terzo attore di questo dramma quotidiano: sono i nemici,
i malvagi, che già erano sullo sfondo nei versetti precedenti.
Dopo il Tu di Dio e lIo dellorante,
cè ora un Essi che indica una massa ostile, simbolo
del male del mondo (vv. 10-11). La loro fisionomia è tratteggiata
sulla base di un elemento fondamentale nella comunicazione sociale,
la parola. Quattro elementi bocca, cuore, gola, lingua
esprimono la radicalità della malizia insita nelle
loro scelte. La loro bocca è colma di falsità,
il loro cuore macchina costantemente perfidie, la loro gola è
come un sepolcro aperto, pronta a volere solo la morte, la loro
lingua è seducente, ma è piena di veleno
mortale (Gc 3,8).
Dopo questo aspro e realistico ritratto del perverso che attenta
al giusto, il Salmista invoca la condanna divina in un versetto
(v. 11), che la liturgia cristiana omette, volendo in tal modo
conformarsi alla rivelazione neotestamentaria dellamore
misericordioso, che offre anche al malvagio la possibilità
della conversione.
La preghiera del Salmista conosce a questo punto un finale pieno
di luce e di pace (vv. 12-13), dopo loscuro profilo del
peccatore appena disegnato. Unonda di serenità e
di gioia avvolge chi è fedele al Signore. La giornata
che ora si apre davanti al credente, anche se segnata da fatiche
e ansie, avrà sempre su di sé il sole della benedizione
divina. Il Salmista, che conosce in profondità il cuore
e lo stile di Dio, non ha alcun dubbio: Signore, tu benedici
il giusto: come scudo lo copre la tua benevolenza (v. 13).
Giovanni Paolo
II
5-5-2001
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2001-8
VISITA Nr.