IL TEMPO: DONO DI DIO Il nuovo calendario
che abbiamo appeso al muro con il due e i tre zeri in fila ci
ricorda il dono del tempo che passa: non dobbiamo sprecarlo,
né sporcarlo, ma viverlo in pienezza... lo faranno gli
uomini sulla terra in questo anno nuovo?
Non lo sappiamo, però di certo possiamo pensare noi stessi
a come vivere: il tempo per il credente è sotto linsegna
del dono di Dio, che ci rende amministratori di quel giardino
che è il mondo, e che oggi, certo, produce triboli e spine,
ma è destinato a rifiorire con i gesti di perdono, di
pazienza, di comprensione, di carità, con la quale anche
il deserto più arido può fiorire...
Abbiamo inserito lanno del Giubileo: anno di speciale grazia
del Signore, che per gli antichi ebrei segnava la fine delle
disuguaglianze: ognuno ritornava proprietario dei beni perduti,
della casa, o della libertà se era divenuto schiavo; anche
i campi, ci dice la Scrittura, venivano lasciati a riposare e
non erano coltivati, nutrendosi gli uomini solo dei prodotti
spontanei della terra. Il motivo: perché la terra è
mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini. Siamo
invitati a ricuperare, noi, malati di efficientismo e tecnicismo,
il sapore gratuito dellessere creature di Dio, e non i
padroni ma solo gli inquilini del nostro pianeta, in vista di
unaltra patria, quella del Cielo. Ma non per questo possiamo
disinteressarci del mondo in cui viviamo, anzi al contrario:
vivere perché le disuguaglianze, i debiti dei Paesi poveri,
le schiavitù di oggi esistono, eccome, gli schiavi
e le schiave, spesse volte dal volto di bambini o dal corpo esposto
sulla strada di giovani donne! siano catene che finalmente
vengano spezzate. Anno di perdono e di riconciliazione, certo,
di grazia e di pellegrinaggio, ma anche di impegno per la pace
la solidarietà e la giustizia, che sono impegno irrinunciabile
dei credenti. Anno di accoglienza reciproca e di ospitalità
per tutti, in particolare quelli che, di nome o di fatto, sono
stati (anche da noi!) gli esclusi della nostra vita
e dalla nostra società.
Camminiamo, allora, sulla strada del Nuovo Anno, con la gioia
del discepolo e la serietà del pellegrino, con lo stupore
del fanciullo e il vigore della fede, con la perseverante speranza
e il pane della carità e della solidarietà.
Auguri, dunque, di buon cammino. In cammino, sempre, ma non da
soli, bensì con lardore di Emmaus nel cuore, perché
Gesù cammina, magari sconosciuto, accanto a noi; sotto
il cielo a volte oscuro, ma già illuminato da Lui, nella
luce della salvezza, preannunciata da Maria. Che è lalba
della nuova umanità.
Massimo Bianco SDB RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2000-2 VISITA Nr.
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