LA PACE CON DIO
Se diamo uno sguardo al mondo, ci accorgiamo che  tante nazioni non vivono in pace. E poi, se cerchiamo di essere sinceri con noi stessi, vedremo che anche per noi, non possiamo affermare che siamo veramente in pace con Dio.
Non poche volte, troviamo tante persone che ci dicono che non vivono in pace con Dio, che il Signore è lontano da loro, che il Signore si è dimenticato di loro, che il Signore li fa soffrire e così via dicendo. Come mai?
I motivi principali della mancanza di questa pace sono: il peccato e l’orgoglio che spinge le persone a sentirsi superiori a Dio o a pensare che possono chiedere a Dio qualunque cosa, pur di raggiungere quello che essi pensano sia la loro felicità.
Se la nostra coscienza dovesse rimproverarci di non vivere in pace con Dio, cerchiamo di prendere i provvedimenti necessari per togliere questo ostacolo, affinché il nostro rapporto con il Signore sia un rapporto di amicizia e di amore. Faccio un esempio: se una persona, in una stanza, chiude porte e finestre, il sole che fuori risplende, certamente non potrà entrare a riscaldare e ad illuminare quella stanza. L’unico che può riempire la nostra vita di pace, di gioia e di serenità è proprio il Signore, solo Lui.
Dovremmo anche ricordare che la nostra vita è breve e perciò non possiamo rovinarla con la dissipazione, con i vizi, perché poi, nel momento della morte, tutto viene a galla.
Durante il mio sacerdozio, a molte persone che, in punto di morte, si sentivano cariche di peccati e di rimorsi, mi è stato difficile, o quasi impossibile far capire loro che il Signore perdona tutti i nostri peccati, anche in punto di morte.
Ma per evitare questa grave difficoltà, cerchiamo di vivere sempre alla presenza di Dio, infatti, chi cammina alla presenza di Dio sarà perfetto.
È vero che per essere buoni cristiani e vivere in pace con Dio dobbiamo lottare con noi stessi, con le nostre deficienze, con le nostre inclinazioni. Il demonio ci tenta, vorrebbe che tutti andassero a trovarlo nell’inferno, perché è profondamente geloso di noi, se iniziamo ad amare il Signore. Sì, il demonio è geloso dell’amore!
Certo, il Signore rispetta la nostra libertà, ma allo stesso tempo fa di tutto per averci con Sé in Paradiso, per cui, mentre siamo in tempo, facciamo il bene, facciamoci del bene, amando il Signore.
Diceva Don Bosco: «Alla fine della vita si raccoglie il frutto delle buone opere». Ricordiamo che le buone opere sono il passaporto che ci apre il Paradiso. Non lasciamoci scoraggiare se abbiamo peccato, se abbiamo tanti difetti; il pensiero che non ci deve abbandonare mai è che siamo amati da Dio.
Ricordiamo la parabola del figliuol prodigo. Pensiamo al ladrone che in croce dice a Gesù: «Ricordati di me, quando sarai nel tuo Regno», e la risposta di Gesù: «Oggi, sarai con me in Paradiso!» (Lc 23, 42-43).
Per cui, andiamo avanti con coraggio, ottimismo, con buona volontà, perché, nonostante tutto quello che noi siamo, dobbiamo avere tanta fiducia nella misericordia di Dio e nel suo perdono. Solo così, a poco a poco, non fisseremo più lo sguardo su di noi e sulle preoccupazioni che ci schiacciano e che talvolta ci ostiniamo a tenere per noi, ma lo rivolgeremo verso Dio e in Lui troveremo la nostra pace e la nostra verità, perché finalmente avremo trovato l’amore.
                                                                   Carlo Maria Carli SDB
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2003-6
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