LO SPIRITO SOFFIA DOVE VUOLE
Alcuni giorni fa mentre parlavo davanti ad una numerosa assemblea, lontano da Spello, il Signore mi fece capire a poco a poco, le condizioni essenziali della vita di un cristiano.
Seduto nella verità della sua vita, reso umile dalla coscienza della sua fragilità, l’uomo s’accorge di essere misero, così diventa semplice e ponendosi in mezzo a tanti altri mortali, apre gli occhi e vede che è circondato da povertà, e con essa tesse la trama della sua vita.
Man mano che parlavo, mi sentivo invadere dal di dentro da una grande pace e serenità, segno della presenza dell’Amore.
Certo mio Signore, nella Casa della Povera Gente, quasi a nostra insaputa, ci fai vivere questi misteri quotidianamente.
Quando ci sentiamo piccole ed indifese, quando apriamo la porta ai poveri di tutto, come dicono le nostre Costituzioni, o ai poveri di Dio, quando stiamo per due ore al giorno in orazione mentale davanti all’Eucaristia, non facciamo niente altro che rispondere ad una tua domanda. E così ci fai capire veramente che “lo Spirito soffia dove vuole”.

L’umana povertà

La povertà ci stringe e ci circonda. La povertà dei vagabondi, di quelli che hanno perso la speranza, che non hanno più casa, né un tetto per ripararsi, né due braccia e un sorriso per accoglierli, neppure un pezzo di legno per scaldarsi, e neanche un feretro che li attenda. Di quelli che alla mattina non sanno dove andranno a dormire alla sera o chi darà loro ospitalità e con quale sorriso o quale smorfia saranno ricevuti; di coloro che si sentono lasciati, che avvertono di essere gli inutili, i non voluti, i di più, che ingombrano. E poi c’è anche chi arriva con i nodi al cervello, che non riesce a districare, che pensa sovente alla morte come ultima consolazione. Tutti quelli che girano con idee “metafisiche” nella testa o quelli che hanno nutrito la loro infanzia di paura, generatrice d’angoscia, e vivono una condizione certamente non angelica. Coppie travagliate dal tradimento e dalla tentazione, ma anche persone di tutti giorni e di tutti i ceti sociali, che un giorno o l’altro si chiedono perché vivono e quale sia il senso della vita: sono tutti poveri. Tutti quelli che vengono qui per pregare, perché sentono il bisogno di conoscere il Signore, tutte le persone che s’interrogano sul come fare per essere “più seguaci” di Gesù, i giovani che si domandano sul loro futuro e gli anziani che non vogliono morire inutilmente. Insomma tutte le categorie che tu e io possiamo incontrare sono povere, e noi stessi siamo tutti poveri.

Il più povero dei poveri

Ma attenzione, il re dei poveri è Gesù. Questo Lui stesso me lo fece capire. Ero ad Assisi un giorno, di domenica, rimasi seduta sui gradini della loggia antistante all’entrata della Basilica inferiore. A poco a poco il Signore mi si fece vicino per farmi capire che lui era il povero per eccellenza.
Centinaia di persone entravano ed uscivano dal luogo sacro, ognuno con un desiderio segreto di ricevere qualche grazia, avendo in cuore una domanda o una supplica. Era un movimento ininterrotto, un va e vieni, come un fiume, ma stranamente nel mio cuore cresceva una certezza, datami da Lui, il Signore è il più povero perché pochissimi vanno da Lui per lodarlo, per amarlo gratuitamente. Lui è l’amore non amato.

Francesco può sempre piangere, e Gesù sotto il mantello di derisione può sempre andare a morire sulla croce.
L’amore non è amato. L’amore è scomodo, non è bello, ci fa paura e se lo Spirito Santo una volta ci fa scoprire che vuole invaderci e convivere in noi, con noi, siamo spaventati e ci buttiamo indietro oppure cerchiamo le devozioni facili senza capire che la sua vicinanza è anche portatrice di frutti deliziosi.
Mio Signore amato, hai detto: “Lo Spirito è come il vento, non si sa da dove viene e dove va...”, è vero, ma di questo Spirito si vedono i frutti.

Il frutto dell’obbedienza al Padre è questo povero uomo sofferente. Il Cristo sofferente è stata la statua presso la quale Teresa ricevette la visione di Cristo vivente. Dopo di che lei si decise a lasciare la vita tiepida nella quale si era messa a vivere benché fosse già Carmelitana, cambiò vita e divenne “Santa Teresa”, la grande!
Il frutto eccellente dell’accettazione della volontà del Padre è la gloriosa Risurrezione che rende, Gesù, presente per sempre con noi, tramite la Chiesa, tramite i sacramenti e soprattutto tramite l’irrorazione dello Spirito Santo che tu, o Padre, dai a chi vuoi, come e quando vuoi.
Lo Spirito Santo è come una alba che sorge sullo spirito! E come i primi raggi del mattino che fanno rilucere cose che mai prima avevi capito e penetrato! È luce, è fuoco, consolazione e tenerezza e forza.

O Spirito di Dio,
amore senza uguali,
luce senza sole,
più abbagliante
di diecimila galassie,
o bellezza che non fa rumore,
accecante e mite,
Spirito di Dio spira in noi.
Rendici estasiati
della tua presenza
e riempici di nuove forze!

Io non ti vedrò mai, perché non sei una creatura! Neanche come una lontana stella! Non conoscerò colore o sentore, né parole, niente che io, uomo, possa toccare e descrivere!
Ma vedo la gioia sul viso di un vivente, ascolto la musica di Mozart, contemplo un dipinto di Van Gogh o di Fra Angelico, e penso di riconoscere le orme dello Spirito. È veramente giusto che l’abbiano rappresentato come una colomba!

“Chi mi darà ali
come di colomba?...
Mentre dormite
presso i vostri ovili.
Splendono d’argento
le ali della colomba,
le sue penne dai riflessi d’oro”.

Qual è questa colomba misteriosa così lodata e desiderata per la bellezza e la sua ricchezza, ricoperta della purezza dell’oro e della preziosità dell’argento se non lo Spirito di Dio. L’unico tesoro dell’uomo?

O Spirito Santo, tu che fondi la Chiesa
e ispiri agli apostoli, e dai la forza
di uscire sulle piazze
per gridare la buona notizia,
vieni oggi di nuovo
e mandaci ad annunziare
la verità del tuo Vangelo.
Rinnova i nostri cuori
invecchiati nelle tradizioni umane.
Facci comprendere
che Tu sei sempre nuovo,
e che oggi ci sei, come sempre,
che Tu hai un nuovo linguaggio
per giungere all’uomo,
un linguaggio antico come il mondo:
Verità, Giustizia, Amore, Libertà.
Facci comprendere che
non possiamo annunziare nulla
se non siamo arroccati
su questi quattro pilastri
e che ognuno di essi
è radicato in Te, Gesù,
in Te Padre, in Te Spirito Santo!
Amen.

                                                              Maddalena di Spello


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2003-6
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