UNA PREGHIERA PER LA TERRA
Come non essere ad un tempo meravigliati e stupiti, quando leggiamo: «Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa molto buona, e portò a termine il lavoro che aveva compiuto e cessò nel settimo giorno ogni suo lavoro» (Gn 2,3).

Da quando il Signore mi ha fatto riconoscere le orme dei suoi passi in ogni cosa, non disprezzo nulla di tutto ciò che l’intelligenza dataci da Dio, ci fa scoprire nell’universo; sono entusiasta di tutto e così non mi sento straniera a nulla.
Ogni giorno mi sembra di scoprire una nuova meraviglia. Dalle nevi eterne alle belle isole della nostra piccola terra, dalle profondità dell’universo, alle stupende galassie che riducono la nostra Terra ad un granellino di sabbia quasi inconsistente, dalle comete che mai occhio umano vide, alle meravigliose scoperte fatte da Hubble.1 Tutto mi sembra dono di Dio.
Dio non finisce mai di stupirci e non sapremo mai cosa nasconde questo “era cosa molto buona”.

Qualche cosa in me si ribella al pensiero di certi studiosi che si concentrano unicamente sull’uomo e si dimenticano dell’universo! Solo noi siamo l’essere più interessante della creazione? No, così facendo, si annichilisce la parola di San Paolo, Parola di Dio, all’inizio della lettera ai Romani che dice: «Poiché di Dio ciò che si può conoscere è a loro manifesto. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da Lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità» (1,18-20).
Se posso conoscere Dio a partire dalla creazione, è inutile volerne fare una “cosa”, quasi indifferente, piccoletta, come se fosse un niente, tanto per esaltare l’uomo. Infatti, anche il disegno della salvezza non è orientato esclusivamente all’uomo!
Certo l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio, ma
Dio vide tutto quello che aveva fatto ed ecco era cosa molto buona”, invece si pentì di avere creato l’uomo e decise di mandare il diluvio sulla terra... e se fece la promessa di non mandare mai più il diluvio non si pentì mai di avere creato e cesellato la creazione!
Mentre l’uomo senza Dio combina guai di ogni tipo, la creazione giace sotto i peccati dell’uomo, che la distrugge e la violenta! Geme ed aspetta la rivelazione dei figli di Dio, cioè il momento in cui l’uomo cesserà di considerarsi come il re burla di ogni cosa e inizierà a considerarsi come è stato pensato in verità: il servitore-custode della creazione, associato con amore al suo Creatore e Signore, che non voleva asservire tutte le cose e gli esseri, ma stabilire un armonioso ambiente di vita.
Io sono diventata quasi senza speranza... dietro a me ci sono secoli di comportamenti irriverenti nei confronti della terra, del mare, delle montagne! Almeno noi cristiani dobbiamo avere amore e rispetto per sorella creazione.
San Francesco ha composto, da cieco, l’inno più bello che sia mai stato scritto in lode a Dio e alle sue creature: il sole, la terra, il vento, l’acqua, il fuoco, anzi, colmo di sapienza ci ha messo pure la morte!
Oggi, se cammini nelle foreste silenziose, o navighi lungo il mare o i laghi, trovi le marche disgustose del passaggio dell’uomo! Mentre gli indiani del Nord America sapevano trovare la sapienza vivendo e rispettando il messaggio emanato dalla creazione, riconoscendo in essa le tracce del Grande Spirito; e gli aborigeni di tutti i continenti hanno saputo riconoscere Dio attraverso il grande e mirabile libro della terra e dei cieli, noi cristiani, invece, che conosciamo Gesù e la Scrittura, scarichiamo sulla terra tutto il nostro marciume. Le nostre spiagge sono un immondezzaio, le rupi dei fiumi puzzano, ai cespugli delle strade pendono le nostre buste di plastica!
Don Antonio Bello, più tardi un grande e santo vescovo, mi aveva invitata a parlare della preghiera contemplativa e del vangelo ad un fitto gruppo di Azione Cattolica. Avevamo preso dimora per una settimana di esercizi in un posto bellissimo della nostra terra d’Italia, uno tra i più belli mai visti! Una lunga scalinata scendeva verso il mare, piantata ai lati da alberi, palme e cespugli aromatici. Era diventata la pattumiera dei pellegrini! Un orrore e una puzza indescrivibile. Un angolo di Paradiso era diventato una latrina: si vedeva e si trovava di tutto, anche una carcassa di bicicletta! Io che ero stata invitata per parlare della preghiera contemplativa e dell’amore da dare a Dio e ai fratelli, mi sentii ribollire solo di disgusto e di ribellione... vedevo come era trattata l’opera di mio Padre, del nostro Padre! Come si fa a parlare delle cose del cielo rimanendo complice di tutti questi comportamenti che rivelano solo delinquenza? Rammentiamoci le parole del grande Gregorio di Nissa: «Ecco qui la terra, le isole, il mare e, al di sopra di questi, a guisa di un tetto, la volta del cielo. Ricchezze d’ogni specie erano state riposte in questi palazzi: per “ricchezze” intendo tutta la creazione, tutto ciò che la terra produce e fa germogliare, in tutto il mondo sensibile, vivente e animato, così come anche (se si deve contare fra queste ricchezze quelle sostanze che la bellezza rende preziose agli occhi degli uomini, come l’oro, l’argento e le pietre preziose tanto ambite), tutti quei beni che Dio pone in abbondanza nel seno della terra come in cantine reali». Unicamente allora Iddio fa apparire l’uomo in questo mondo, affinché egli sia, delle meraviglie dell’universo, il contemplatore e la guida.
L’indomani della mia triste scoperta chiesi, come esercizio di preghiera, di pulire in silenzio tutta la gradinata e i suoi dintorni. Penso che tutti ne abbiano capito il perché. Don Antonio ed io fummo i primi ad iniziare, e il lavoro si prolungò per amore di Dio e dei fratelli a venire, finché fosse tutto ripulito e degno.
Vogliamo in questo anno avere per noi stessi e per i nostri figli un occhio attento alla nostra madre terra? Vogliamo così fare vedere a tutti che siamo uomini del Vangelo, famiglie che hanno rispetto della creazione e della bellezza?
                                                               
      Maddalena di Spello

1 Telescopio spaziale Hubble: prende il nome da un famoso astrofisico e gira in orbita terrestre per eliminare l’interferenza dell’atmosfera.


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2003-8
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