BEATI GLI OPERATORI DI PACE


La ricompensa promessa a questa beatitudine è veramente molto appetibile: “Saranno chiamati figli di Dio”. Allora, tutti i “pacifisti” sono figli di Dio, e figli del diavolo gli altri? Lasciamo a Dio, e, per certi aspetti, “ai posteri (cioè alla storia) l’ardua sentenza”.

Dio se la caverà certamente a discernere il loglio dal grano; la storia un po’ meno, ma anch’essa qualcosa farà. Una cosa è certa, come hanno detto i profeti e bene ha sintetizzato S. Paolo, che Cristo “è la nostra pace”; per avvertirci che la pace che vogliamo costruire se ha per unico fondamento la visuale umana delle cose, il cemento che unisce tra di loro i vari tasselli non tiene e l’edificio crolla.

“La nostra pace” è venuta a noi per mezzo di Maria: in lei ha preso forma umana, da lei il cuore d’uomo, dalle sue labbra ha appreso le parole del nostro linguaggio. Quante volte avranno detto insieme, nella casa di Nazaret, quelle parole di Dio: “Io ho pensieri di pace e non di sventura”! Nella sinagoga udivano leggere gli annunci dei profeti circa la pace messianica e, di ritorno a casa, si guardavano negli occhi nella certezza che erano coinvolti nella sua realizzazione: lui come Signore che fa nuove tutte le cose, lei come serva del Signore.

Finché un giorno prese lui stesso in mano il libro del profeta Isaia, ne lesse un brano e concluse: “Oggi queste parole che avete ascoltato si sono avverate in mezzo a voi”. Che cosa avrà provato Maria nel suo cuore?

Gesù si recava in tutti i paesi e villaggi della Galilea per annunciare ovunque la Buona Novella. Questa lieta notizia era, in sostanza, quella cantata dagli angeli a Betlemme: “Gloria a Dio, pace agli uomini”: le due cose sono unite come le due facce di una stessa medaglia. Un po’ come i due virgulti che Manzoni e la sua sposa Enrichetta Blondel avevano piantato nel loro giardino, e che intrecciati, crescendo, si erano fusi in un solo albero.

Maria aveva udito questo canto nella notte dei prodigi e lo portava dentro di sé. Lo confidò poi alla prima comunità cristiana che ebbe “un cuore solo e un’anima sola”. Luca fu lo scrittore che tramandò nei secoli il canto angelico e la testimonianza su quei primi discepoli del Signore che si riconoscevano attorno a Maria, origine del Verbo incarnato e nostra pace.
                                                                          
Carlo M. Carli SDB


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2002-1
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