BETANIA CASA DI CONTEMPLAZIONE
Gesù si recava volentieri a Betania, perché sapeva che Marta, Maria e Lazzaro gli volevano bene. Questo particolare ce lo svelano l’evangelista Luca (10,38-42) e Giovanni (12,1-3). Addirittura in Giovanni 11,35-36 notiamo come Gesù alla notizia della morte di Lazzaro si commuova e pianga. È bella questa amicizia di Gesù con la famiglia di Marta, Maria e Lazzaro. Ci dice che Gesù è un uomo come noi che ha bisogno di amici veri presso i quali riposare e ritrovarsi con serenità e affetto. È interessante notare come Gesù sia disposto a prendere anche le difese di questi suoi amici di fronte agli interventi puritani e rigorosi degli Apostoli (Gv 12,7). Anzi è proprio grazie a questa difesa che noi siamo venuti a conoscenza della tremenda lettura che Gesù fa della storia umana: «I poveri li avrete sempre con voi» e dell’importanza della priorità del rapporto personale con Lui se si vuole modificare qualcosa in questo povero mondo.
Un giorno, Gesù viene accolto in casa da Marta. Una frase semplice che a noi non dice nulla, ma che è in se stessa rivoluzionaria. Gesù non poteva entrare nella casa di una donna, senza la presenza del padre di lei o del fratello. Questa era una gravissima violazione dei costumi sociali del tempo. Se questo è avvenuto è solo perché il rapporto fra Gesù e questa famiglia era ben noto a tutti e socialmente accettato, perché altrimenti, Marta non si sarebbe mai neppure sognata di invitare Gesù.
Marta mette a disposizione del Maestro la casa, gliela rende più bella e accogliente, si preoccupa della sua persona: avrà sete, avrà fame, sarà stanco? Maria, invece, folgorata dalla presenza del Verbo divino, si rende conto che la cosa più importante da fare è quella di disporsi a ricevere e ascoltare il Maestro, rimanendo ai suoi piedi. In realtà, la scena non fa altro che riprodurre la tipica accoglienza orientale. Mentre la moglie o i servi si danno da fare per rendere onore all’ospite mediante la preparazione del cibo o portando delle bevande, il padrone di casa onora l’ospite stando con lui per parlargli ed ascoltarlo. Maria, la sorella di Marta, in questo caso si comporta come la padrona di casa che svolge il suo compito nell’intrattenere l’ospite, visto che manca Lazzaro, il fratello a cui, in ogni caso (maggiore o minore che fosse) sarebbe toccato questo compito.
Marta, tuttavia, è preoccupata, perché è da sola e vuole preparare un buon banchetto per Gesù, l’amico di famiglia. Per questo chiede a Gesù: «Signore, non ti curi che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire?». Da notare che questa è una delle prime volte in Luca, in cui Gesù viene chiamato Signore e non solo più Maestro, siamo dunque in pieno clima pasquale. Al che Gesù risponde: «Una sola è la cosa di cui c’è bisogno e Maria si è scelta la parte buona». La parte buona, (e non migliore come sovente viene tradotto) cioè la più importante perché tutto il resto è secondario. E qual è questa parte buona? È stare con Gesù, intrattenerlo e onorarlo come l’ospite per eccellenza della nostra vita. Solo così possiamo essere i padroni della nostra casa, cioè della nostra anima. Il rimanere con Lui e non solo il lavorare per Lui. Ed è questo stare con Gesù che non ci può essere tolto, né dalle avversità della vita, né dalla povertà, né dalla malattia. Perché per rimanere con Lui basta far risuonare in noi la sua Parola e fissare lo sguardo su di Lui presente in noi e attorno a noi. Poiché Lui è il Vivente che resta sempre in mezzo a noi.
                                                                 Carlo Maria Carli SDB
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2003-3
VISITA Nr.