DANIELE 3,57-88.56:
TUTTO IL CREATO LODA
IL SIGNORE
Nel
capitolo 3 del libro di Daniele è incastonata una luminosa
preghiera litanica, un vero e proprio Cantico delle creature,
che la Liturgia delle Lodi ci propone a più riprese, in
frammenti diversi.1 Quella che qui presentiamo viene recitata
alle Lodi della Domenica della III settimana. È la parte
fondamentale del Cantico, un grandioso coro cosmico, incorniciato
da due antifone riassuntive: Benedite, opere tutte del
Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli... Benedetto
sei tu, Signore, nel firmamento del cielo, degno di lode e di
gloria nei secoli (vv. 56-57). Tra queste due acclamazioni
si svolge un solenne inno di lode, che si esprime con il ripetuto
invito Benedite: formalmente, si tratta solo di un
invito a benedire Dio rivolto allintera creazione; in realtà,
si tratta di un canto di ringraziamento che i fedeli fanno salire
al Signore per tutte le meraviglie delluniverso. Luomo
si fa voce di tutto il creato per lodare e ringraziare Dio. Questo
inno, cantato da tre giovani ebrei che invitano tutte le creature
a lodare Dio, sboccia in una situazione drammatica. I tre giovani,
perseguitati dal sovrano babilonese, si trovano immersi nella
fornace ardente a motivo della loro fede. Eppure, anche se in
procinto di subire il martirio, essi non esitano a cantare, a
gioire, a lodare. Il dolore aspro e violento della prova scompare,
sembra quasi dissolversi in presenza della preghiera e della
contemplazione. È proprio questo atteggiamento di fiducioso
abbandono a suscitare lintervento divino. Infatti, come
attesta suggestivamente il racconto di Daniele, langelo
del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella
fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco e rese
linterno della fornace come un luogo dove soffiasse un
vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò
affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia
(vv. 49-50). Gli incubi si disperdono come nebbia al sole, le
paure si sciolgono, la sofferenza è cancellata quando
tutto lessere umano diventa lode e fiducia, attesa e speranza.
È questa la forza della preghiera quando è pura,
intensa, colma di abbandono in Dio, provvidente e redentore.
Il ritmo
cosmico
Il Cantico
dei tre giovani fa sfilare davanti ai nostri occhi una specie
di processione cosmica, che parte dal cielo popolato di angeli,
dove brillano anche il sole, la luna e
le stelle. Da lassù Dio effonde sulla terra il dono delle
acque che sono sopra i cieli (cfr v. 60), cioè le piogge
e le rugiade (cfr v. 64). Ecco, però, soffiare anche i
venti, esplodere le folgori e irrompere le stagioni col caldo
e col gelo, con lardore dellestate, ma anche con
la brina, il ghiaccio, la neve (cfr vv. 65-70.73). Il poeta coinvolge
nel canto di lode al Creatore anche il ritmo del tempo, il giorno
e la notte, la luce e le tenebre (cfr vv. 71-72). Alla fine lo
sguardo si posa sulla terra, partendo dalle vette dei monti,
realtà che sembrano congiungere terra e cielo (cfr vv.
74-75). Ecco, allora, unirsi nella lode a Dio le creature vegetali
che germinano sulla terra (cfr v. 76), le sorgenti che apportano
vita e freschezza, i mari e i fiumi con le loro acque abbondanti
e misteriose (cfr vv. 77-78). Infatti il cantore evoca anche
i mostri marini accanto ai pesci (cfr v. 79), come
segno del caos acquatico primordiale a cui Dio ha imposto limiti
da osservare (cfr Sal 92,3-4; Gb 38,8-11; 40,15-41,26).
La gioia
della lode
È la
volta poi del vasto e vario regno animale, che vive e si muove
nelle acque, sulla terra e nei cieli (cfr Dn 3,80-81). Lultimo
attore del creato a entrare in scena è luomo. Prima
lo sguardo si allarga a tutti i figli delluomo
(cfr v. 82); poi lattenzione si concentra su Israele, il
popolo di Dio (cfr v. 83); in seguito è la volta di coloro
che sono consacrati pienamente a Dio non solo come sacerdoti
(cfr v. 84), ma anche come testimoni di fede, di giustizia e
verità. Sono i servi del Signore, gli spiriti
e le anime dei giusti, i pii e umili di cuore
e, tra costoro, emergono i tre giovani, Anania, Azaria, Misaele,
che hanno dato voce a tutte le creature in
una lode universale e perenne (cfr vv. 85-88). Costantemente
sono risuonati i tre verbi della glorificazione divina, come
in una litania: Benedite, lodate, esaltate il Signore.
È questa lanima autentica della preghiera e del
canto: celebrare il Signore senza sosta, nella gioia di far parte
di un coro che comprende tutte le creature.
Per una
vita di lode
Vorremmo concludere
la nostra meditazione dando voce a Padri della Chiesa come Origene,
Ippolito, Basilio di Cesarea, Ambrogio di Milano, che hanno commentato
il racconto dei sei giorni della creazione (cfr Gn 1,1-2,4a)
proprio in connessione col Cantico dei tre giovani. Ci limitiamo
a raccogliere il commento di santAmbrogio, il quale, riferendosi
al quarto giorno della creazione (cfr Gn 1,14-19), immagina che
la terra parli e, discorrendo del sole, trovi unite tutte le
creature nella lode a Dio: Buono davvero è il sole,
perché serve, aiuta la mia fecondità, alimenta
i miei frutti. Esso mi è stato dato per il mio bene, è
assoggettato con me alla fatica. Geme con me, perché giunga
ladozione dei figli e la redenzione del genere umano, affinché
possiamo essere anche noi liberati dalla schiavitù. Al
mio fianco, insieme con me loda il Creatore, insieme con me innalza
un inno al Signore nostro Dio. Dove il sole benedice, là
benedice la terra, benedicono gli alberi fruttiferi, benedicono
gli animali, benedicono con me gli uccelli (I sei giorni
della creazione, Saemo, I, Milano-Roma 1977-1994, pp. 192-193).
Nessuno è escluso dalla benedizione del Signore, neppure
i mostri marini (cfr Dn 3, 79). Continua infatti santAmbrogio:
Anche i serpenti lodano il Signore, perché la loro
natura e il loro aspetto rivelano ai nostri occhi qualche bellezza
e mostrano di avere una loro giustificazione (ibidem, pp.
103-104). A maggior ragione, noi esseri umani dobbiamo aggiungere
a questo concerto di lode la nostra voce lieta e fiduciosa, accompagnata
da una vita coerente e fedele.
Giovanni Paolo
II
LOsservatore
Romano, 11-07-2002
1 Il commento
del Papa alla prima parte, Dn 3,52-57, venne pubblicato sul
n. 7/2002, mentre sul n. 7/2000 si era pubblicata lintroduzione
generale a questo gruppo di cantici.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2003-2
VISITA Nr.