IL DONO DELLA SCIENZA
Quando si parla di questo dono, facilmente si potrebbe pensare che colo-ro che ne beneficiano sono molto istruiti e sanno molte cose. Ma non è così. Secondo l’insegnamento di San Tommaso, al dono della scienza appartiene il retto giudizio rispetto alle cose create. Non si tratta, quindi, di sapere molte cose, ma di valutare la realtà che ci circonda alla luce di Dio. Infatti, per questo dono, l’anima per mezzo della fede, è illuminata intorno a tutte le creature e le considera e valuta attraverso la luce che viene da Dio. Questo ci permette di affermare che chi possiede questo dono, giudica secondo verità circa le cose create. Queste, infatti, viste con occhio umano possono essere non comprese, utilizzate male, addirittura contro l’uomo, in un rifiuto più o meno aperto di Dio. Guardate con l’occhio della fede e illuminate dal dono della scienza, le realtà quotidiane si trasformano e il loro uso diventa un vero servizio all’uomo e permette di operare nella giustizia verso i fratelli. Quante volte è proprio l’uso distorto delle cose che ci allontana dall’amore verso i fratelli e ci fa commettere delle vere e proprie ingiustizie? Da dove nasce la tensione e l’odio che vi è nel mondo, se non dal rifiuto dell’uomo di accogliere il dono della Scienza?
Col dono della Scienza, invece, le creature si presentano all’uomo come messaggere di Dio, annunciatrici della Sua presenza e manifestazione della Sua gloria.
Ci ricorda la Gaudium et Spes che tutti coloro che credono hanno sempre inteso la lode e la manifestazione di Dio nel linguaggio delle creature; perché è per il dono della Scienza che siamo istruiti dalla fede anche sul senso della nostra vita temporale (LG n. 48).
Solo con la fede è possibile giudicare rettamente del vero senso e valore che le cose temporali hanno in se stesse e in ordine al fine dell’uomo.
Dinanzi alle creature, il cristiano è indotto dal dono della Scienza ad un atteggiamento conforme alla fede; impara così perché bisogna rispettarle, perché e come bisogna amarle e usarle. Sono espressioni della perfezione di Dio, e come tali meritano rispetto; sono messaggere della Sua maestà e come tali meritano ascolto; sono strumento della Sua provvidenza e come tali meritano da parte dell’uomo l’uso e il servizio per cui sono state donate all’uomo.
Se non si vive di fede, le creature (intese tanto come realtà create, quanto come persone umane) saranno sempre motivo di disinganno, di lotta, di dispiaceri, di odio o di troppo amore sensuale. La fede, invece, tutto regola ed assegna ad ogni cosa il suo posto. Chi vive così si accorge che il mondo diventa uno strumento effettivo della gloria di Dio. Poiché l’uomo non guarda più alle sole creature, ma a Chi le ha fatte.
I Santi hanno sempre visto il mondo in questa prospettiva e per questo sono vissuti con equilibrio usando del mondo senza essere del mondo. Questo ha permesso a loro di essere anche profondamente liberi. Ma non è possibile imparare a giungere a questa libertà nei rapporti con le cose, se la vita non è permeata di fede. La fede è il principio di questa mirabile trasformazione.
                                                                   Carlo Maria Carli SDB
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2003-1
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