IL DONO DEL CONSIGLIO Il dono del Consiglio
aiuta a mettere in atto, nei pensieri e nelle opere, ciò
che lintelletto, illuminato da Dio, ha compreso. E questo
perché la luce del Signore deve influenzare tutta la vita
per non agire come coloro che non hanno fede e che nelle loro
azioni si comportano come se Dio non esistesse e non avesse loro
suggerito come agire secondo il Suo amore.
Con il dono della Scienza, il cristiano possiede la vera luce
su Dio e sulle sue cose. Con il dono del Consiglio, il cristiano
possiede un richiamo pratico ai motivi di fede che lo sorreggono
nelle scelte da fare. Anche San Tommaso dAquino ci dice
che ai figli di Dio viene attribuito il dono del Consiglio, in
quanto la loro ragione viene istruita dallo Spirito Santo sulle
azioni da compiere.
In questo modo, la fede manifesta la sua fecondità col
penetrare lintera vita dei credenti (Gaudium et Spes n.
21). Il distacco che si costata in molti tra la fede che professano
e la loro vita quotidiana, va annoverato tra i più gravi
errori del nostro tempo (G.S. n. 43). Il dono del Consiglio,
infatti, non solo ci permette di vivere con maggiore coerenza
la nostra fede, ma ci permette anche di acquisire una particolare
sensibilità nel comprendere la volontà di Dio.
Per questo è un dono pratico poiché ci fa scoprire
in concreto come dobbiamo agire per essere fedeli a Dio. In questo
modo, i cristiani sono ogni giorno più santificati nella
loro condizione di vita, nei doveri e circostanze in cui vivono.
In parole più semplici, potremmo dire che il dono del
Consiglio ci dà il buon senso soprannaturale. Quel buon
senso che faceva agire i santi anche contro corrente, anche trovando
soluzioni allapparenza contraddittorie e permetteva loro
di essere audaci e prudenti nello stesso tempo, vivaci e furbi,
senza per questo venir meno allumiltà e alla mansuetudine.
Perché questo buon senso soprannaturale è vera
libertà dazione e fonte di sicurezza. Certo, tutto
questo è frutto di una fede profonda, generosa e perseverante,
proprio come è stato per Don Bosco.
Ma unaltra caratteristica del dono del Consiglio è
che fornisce a chi si lascia guidare da lui, il buon gusto per
le cose spirituali. Non per nulla i santi hanno la capacità
di distinguere ciò che nella vita spirituale è
sostanza, da ciò che è apparenza, ciò che
è concretezza da ciò che è vanità
e superficialità. Infatti, a poco a poco che si progredisce
nella vita interiore, diminuiscono le eccessività, certe
preferenze esagerate per un tipo di bene, talune manifestazioni
eccessivamente esteriori di pregare o di manifestare la propria
fede, insomma, si trova la giusta collocazione nella sintesi
della vita spirituale.
Sotto linfluenza di questo dono si vive in unatmosfera
dove le ispirazioni, i suggerimenti e gli inviti del Signore
si moltiplicano. Lanima diventa docile e sottomessa. Si
va avanti senza programmi, senza propositi, senza slogan. Si
è solo sicuri del Signore. Davanti alle difficoltà
si dirà: Il Signore provvederà. Si
procede in modo luminoso, sapendo sempre come comportarsi, anche
nelle situazioni più complesse.
Tutto questo non lo si apprende dai libri, ma nella vita intessuta
di fede e di speranza che non si chiude al mondo (questa è
una delle caratteristiche dellanima veramente unita a Dio)
ma che inserendosi nelle cose del mondo trarrà da queste
la sollecitudine per la propria elevazione. Per il vivere sarà
una festa, un andare verso Dio, ossia linizio, già
su questa terra, della beatitudine.
Carlo Maria
Carli SDB RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2002-10 VISITA Nr.
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