RICORDAMI
NELLE TUE PREGHIERE Per molto tempo ho avuto un problema
che mi tormentava: non riuscivo a capire che cosa servisse raccomandarsi
alla preghiera di una creatura, sia che fosse ancora in questo
mondo, sia che avesse già superato la morte terrena.
Che significato poteva avere la mediazione di un fratello, quando
Dio ci ama più di quanto ci possa amare chiunque altro,
ed è un difensore infinitamente più saggio e più
forte di qualunque essere umano?
Il Signore sinteressa di ciascuno di noi, conosce perfettamente
le nostre difficoltà e quale sia il cammino che ognuno
di noi possa seguire per raggiungere la meta, e può vincere
da solo con la sua tenerezza onnipotente tutti
gli ostacoli in cui possiamo incappare.
Quale vantaggio ulteriore potrebbe derivarci la mediazione di
Maria Santissima, degli Angeli, dei Santi, e di tutti coloro
che ci vogliono del bene?
Intravedevo che laiuto spirituale dei nostri simili dovesse
avere qualche significato, perché Gesù stesso ci
raccomandava, per esempio, di pregare per i nostri nemici (cf
Mt 5,44) ... ma non capivo quale fosse questo significato, tanto
che chiesi al Signore di illuminarmi al proposito.
E Lui lha fatto, aprendomi gli occhi davanti ad alcuni
brani biblici che ben conoscevo, ma dinanzi ai quali ero rimasto
piuttosto cieco.
Nel libro della Genesi (18,16-33), troviamo la lunga intercessione
di Abramo per la città di Sodoma. Sembra che il patriarca
tiri sul prezzo a vantaggio degli abitanti della
città: ma lamore di Abramo poteva essere più
grande dellamore di Dio?
In seguito, nel libro dellEsodo (32,9-14), scopriamo di
nuovo una trattativa fra Dio e Mosè: questi
difende il suo popolo, mentre Dio sembra volerlo distruggere:
ma lamore di un uomo non è altro che un tenue riflesso
dellamore infinito del Padre...
Ancora, alle nozze di Cana, è Maria che nota la difficoltà
degli sposi, che non hanno più vino, ed è Lei che
suggerisce a Gesù che li aiuti. Mentre sembra che, in
un primo tempo, il Maestro faccia orecchi da mercante (Gv 2,1-11):
eppure, sta scritto che Dio ti amerà più
di tua madre (Sir 4,11).
Da tutto questo, ho in parte compreso che Dio provoca
sia Abramo, sia Mosè, sia Maria Santissima, sia qualunque
altra creatura, ad una premura che rispecchi laffetto,
lavvedutezza, la protezione che Dio nutre per i suoi figli,
ma che questi spesso non notano. È Lui che desidera che
amiamo i fratelli, e che loro stessi ci amino, a immagine e somiglianza
di quanto fa Lui stesso. Quindi, la preghiera fraterna non aggiunge
nulla allamore del Padre, ma unisce la creatura al Creatore:
la Madonna, gli Angeli, i Santi, gli uomini ancora pellegrinanti
in questo mondo. Non intende accrescere la tenerezza di Dio,
e non vuole desiderare qualcosa di diverso da quanto desidera
Lui a vantaggio dei suoi figli.
La preghiera fraterna ribadisce la volontà di Dio, che
è sempre la cosa migliore per ognuno di noi e per lumanità
intera. Dio vorrebbe che tutti si unissero a Lui, formando una
famiglia pienamente concorde.
Così la preghiera fraterna a una sola voce dice con Gesù:
Padre, sia fatta la tua volontà (Mt 6,10;
26,42).
Chiedendoci di pregare per gli altri, Dio desidera che, con Lui,
formiamo una cosa sola (Gv 17,21.23), tutti a vantaggio
di tutti.
Antonio Rudoni SDB RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2002-2 VISITA Nr. <
|