il
percorso in breve: Riva del Garda_
Ferrata del Centenario SAT_Cima SAT_Bocca d'Enzima_
Monte di Riva_Riva del Garda |
___Percorso:
Dai pressi del parcheggio, q.ta
90 ca.
(tabella Sat - segnavia 404 per C. Capi), una stretta stradina addentra le
case nella parte bassa della costa Lavino.
Su fondo ciottolato e svelte curve si alza subito di quota, tralascia una
diramazione (tabelle) e raggiunge il Bastione,
mt. 211, massiccio mastio del XV secolo (h.
0.30).
Poco prima una mulattiera dal fondo scomodo sale sul retro e ripidamente
tocca un bivio (tabelle), dal quale si sale al termine della stradina,
q.ta 360 ca.
A dx stacca un viottolo che pianeggia per breve tratto in una
pineta.
Altre svolte avvicinano un ponticello dopo il quale si sbuca al terrazzo
della Capanna S. Barbara, mt. 560, piccolo ristoro con tavoli e panche
aperto solo le domeniche (chiuso nei mesi estivi) (h.
0.45).
In alto s’indovina la cima sormontata dal paletto.
Dallo spiazzo riprende il
sentiero (segn. 404 bis) che pianeggia verso la piazzola per
l’elicottero; dopo poche decine di metri una tabella segnala la
ferrata.
A sx, con pochi passi si sale all’attacco, q.ta 620 ca.
Le prime corde sormontano dei bassi muretti intercalati da brevi
spostamenti su cengette.
Si supera un inclinato diedrino (grappe metalliche) e si appoggia un
sentierino; questo s’allunga a sx, non esposto ma con vista assai aerea
sui tetti di Riva.
Segue un’altra breve serie di gradoni attrezzati, dopo i quali si monta
una ripida costa arbustiva; il sentierino l’obliqua verso dx, per poi
salire in linea diretta
incontro ad un’incombente placconata grigiastra.
In ultimo scarta a dx e tocca la base d’un gradone verticale, q.ta 870
ca. (h. 1).
Una scala metallica alta più di
40 metri – divisa in due da un stretto ed esposto terrazzino - supera
verticalmente il balzo roccioso.
Si esce su una seconda bancata sospesa; in alto già s’intravede la
lunga scala incollata alla muraglia.
Retrostante – ancora altissima - fa capolino la punta della Cima SAT.
La traccia s’inerpica su rocce levigate (passamano metallico), passa un
groppo di massi e verso dx raggiunge la base dei giallissimi
appicchi.
Alcune graffe e chiodi – accompagnati da corda fissa - sono i punti
d’appoggio per superare uno sbalzo roccioso, sopra il quale si trova il
ripiano da dove s’innalza la scala, q.ta 1000 ca. (h.
0.30).
Una targa bronzea reca inciso uno
scritto in dialetto locale. Spettacolare la veduta a volo d’uccello
sulla Valle del Sarca. Una prima scaletta alta ca. quindici metri porta ad
un terrazzino intermedio.
Da qui si sviluppa il lunghissimo binario di pioli che s’inarca verso
l’alto addossato ad un diedro.
Si risale la scala, che sembra non finire mai.
In ultimo, verticalmente, si agguanta una rientranza della parete.
Una terza scala – dopo ca. dieci metri verticali – conduce
all’inizio d’un boschetto, fuori dalle difficoltà maggiori.
Il sentierino rimonta un’erta vallecola al cui sommo si giunge in
breve.
Una cengetta porta a dx e gira uno speroncino; rimontatolo si toccano le
rocce.
Si torna a sx rasentando alcune paretine e arrampicando qualche blocco, in
breve ci si porta sotto la rocchetta sommitale.
Una serie di tre corte scalette alza alle ultime rocce ben appigliate,
dalle quali si esce sulla punta di Cima SAT, mt. 1276 (h. 0.45) (h. 3.30
da Riva).
Bandierina metallica e libro di vetta.
La cima, costituita da alcuni blocchi di calcare, offre un vista
apertissima sulle montagne circostanti e sulle acque lacustri 1200 metri
più in basso.
La discesa gira sul lato opposto
alla salita; i segnali calano lungo un caminetto attrezzato alto ca. 15
mt. e – oltre la piazzola per l’elicottero – raggiungono un vicino
bivio nel boschetto.
Si lascia lo scontato rientro per i Crazidei e si avanza a sx, in debole
salita si trova un’altra diramazione nei pressi d’una grotta di
guerra, q.ta 1300 ca. (h. 0.15).
Il segn. 404 prosegue a sx, visita l’incavo dov’era una chiesetta di
guerra e taglia alto sul fondo di una ripida forra. Oltrepassata una
strettoia corre sotto una parete, quindi s’abbassa a traversare una
friabile scarpata (passamano metallico) avvicinando una seguente
forcelletta rocciosa con tabelle (h.
0.15).
A sx - su medesimo segnavia - si gira una cengetta (corda fissa)
abbassandosi sul profilo che segue, quindi a dx s’incontra un incrocio,
alto sul fondo della valle sottostante il Bochét dei Concolì; si lascia
il sentiero per quest’ultimo e si prosegue a sx.
La traccia scende lungo un ripido costolone, poi piega a sud e traversa
l’impluvio della valle, sovrastato da cupe pareti e pensili balze
d’arbusti.
La costa scoscende sempre più, ma la buona traccia sorprende nel trovare
i passaggi più facili.
Si giunge ad un bivio, q.ta 870 ca.
Lasciata la calata per S. Barbara si rimane in quota; in alto, le
sopraggiunte placconate della Corna Fréa incombono sul cammino.
Si notano grandi tetti protesi nel vuoto, sulla sx è palese l’esterno
promontorio del Monte di Riva.
Scartando nella vegetazione poco avanti si giunge ad un crocicchio con
tabelle, q.ta 850 ca. (h. 0.30).
A dx si risalgono le prime svolte che
condurrebbero a Bocca d’Enzìma ma, poco prima, un cartelletto segnala
il punto panoramico.
Una traccia si allunga per una balza erbosa sospesa sopra una valletta,
passa due osservatori militari e giunge alla piazzola per
l’elicottero.
Qui le tracce si dividono in più solchi meno evidenti, si è a meno di 5
minuti dalla cima.
Dalla piazzola dunque ci si alza a dx tra arbusti e qualche alberello, poi
si tende a sx obliquando verso l’alto.
Si rinviene una più netta traccia che gira sull’esterno della ripida
costa, ed in ultimo monta sui blocchi che formano la cima del Monte di
Riva, mt. 865,
(h. 0.20) (h. 1.20 da Cima SAT) fenomenale quanto aereo
punto d’osservazione sul Lago di Garda, il Golfo di Riva ed i monti
circostanti.
Di là del pauroso vuoto della Val Sperone si drizza la muraglia di C.
Capi.
Pure si vede – a dx dell’incipiente Corna Fréa – anche il cocuzzolo
di C. SAT, reso poco importante da un effetto ottico.
In pochi minuti si torna al bivio
sottostante (h. 0.10) dal quale si piega a dx.
Una bella mulattiera di guerra scende a visitare una grande caserma
militare, costruita sotto un enorme incavo della roccia.
Più in basso il tracciato esce dalla vallecola e doppia uno sperone,
sotto il quale si trova il Belvedere della Grola, q.ta 580 ca. piccolo
pulpito panoramico proteso sul lago, ma che non può competere con
l’ambiente e la visuale profferta dal Monte Di Riva.
Si tralascia una traccia segnalata di servizio all’Enel e si rimane
sulle svolte della mulattiera che cala in una fitta abetaia.
Il percorso piega a sx e pianeggia per buon tratto, passa sotto alcune
rocce – breve corda fissa – e giunge alle condotte dell’acqua.
Discesa una scaletta ci si allunga all’incrocio presso il termine della
stradetta che sale da Riva, q.ta 360 ca. (h.
0.30).
Su percorso conosciuto si scende al Bastione e quindi al parcheggio (h.
0.30)
(h. 1.10 dal Monte di Riva) (h. 2.30 da C. SAT). |
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