Il
castello dei Gambacorta, presenta
la classica disposizione topografica. Ubicato sulla cima della collina
con due torri e tre bellissime loggie, è al centro del tipico rione
medioevale da cui si dipanano i vicoli lungo i quali si sviluppa la parte
feudale del paese con case arroccate l’una all’altra, attraversata da
caratteristiche stradine. E' proprio qui, nel cuore di Celenza che si
respira l'atmosfera antica di un passato custodito. Nel borgo ci sono
la Chiesa Madre, la piazza, le boteghe, le lampade e i suoi angoli più
pittoreschi.
La costruzione (di epoca Aragonese) fu iniziata nel 1467 da Giovanni Gambacorta e completata nel 1519 dal figlio Carlo e trasformato nel 1575 dal nipote Carlo Gambacorta di Gianpaolo in dimora gentilizia. Andrea Gambacorta (1600), esperto di architettura, pittura e scultura, rifece le mura del giardino pensile, completò gli appartamenti del palazzo baronale, arricchendolo di pitture ornamentali. |
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Oggi
Celenza conserva ancora gran parte del piccolo centro storico feudale
tra cui alcuni portali risalenti ai secoli XVI e XVII. Troneggia poi un
Torrione cilindrico con base scarpata e un cornicione merlato.
La seconda torre fu incendiata nel 1799 e, sotto di essa, vi era il carcere
in epoca feudale. Le torri antiche inizialmente erano cinque come si rilevano
dallo stemma di Celenza. L'ultimo barone che lo possedette fu Orazio Giliberti
che nel 1808 lo vendete al notar Michele Iamele per 3600 ducati. In questo
micro cosmo si è svolta poi la vita culturale e le testimonianze
artistiche sono opera di artigiani che hanno raggiunto un buon livello.
Anche l'arte ha una sua connotazione originale. Basti pensare ai
reperti archeologici che sono emersi nel corso degli anni passati: resti
di edifici medievali, sepolture, oggetti ornamentali, monete e sculture.
Dominante l'affermazione del romanico, del gotico e delle chiese altomendievali.
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