Giugno 2004

Il sole è cocente, distese di grano pronto per essere raccolto: è questo l'appuntamento
più importante dell'anno. Spaccato di vita campestre: la trebbia, i covoni, le forche...
 



Il pagliaio

Nel periodo della trebbiatura, il pagliaio rappresentava uno spaccato essenziale della vita rurale di quel tempo. Una capanna particolare dove i contadini potevano ripararsi dopo il lavoro. Un luogo speciale per molti: quanti amori infatti sono nati all'ombra del pagliaio. In molti ricordano che le famose fuitine dei giovani innamorati che avvenivano proprio qui. Giaciglio di paglia, rami e materiali recuperati nelle campagne circostanti, era anche un ripostiglio dei tanti arnesi usati durante la trebbiatura. Un luogo caratteristico per chi ama ricordare la cività contadina del tempo: il bucato che le donne stendevano sui rami e poi ancora si trovava la bisacccia o il tascapane, il fiaschetto di vino e poi a Tnazz, a Cest, u Cicn, a Cttora, a Cruell... Il tutto era uno spettacolo di vita rurale:dolce, riposante, nostalgico pagliaio che accomapgnava la mietitura del grano, il contatto con la montagna, la provvista della legna, la trebbiatura, lo spannocchiamento con il chiodo, la vendemmia, la raccolta delle olive... Il tutto allietato dal cinguettio degli uccelli, il grillo, le cicale, tutto un incanto che oggi tende a sparire.


Chi non ricorda come avveniva la mietitura tempo fa: asini, buoi o cavalli che trasportavano covoni per essere trebbiati.
La trebbiatura non avveniva come ora con i macchinari sofisticati di oggi, bensì con gli animali, pietre e lamiere di ferro.
La raccolta avveniva sotto un sole che bruciava le spalle. Occorrevano molte braccia per poter raccogliere più grano possibile. Le aie erano piene di covoni messi a forma di cerchio pronte per essere frantumate da pietre pesanti e da zoccoli di animali. Successivamente quando si alzava il vento veniva separata la paglia dalla materia prima, poi il grano veniva passato in diversi cernitori e una volta ripulito veniva messo in sacchi e portato a casa in magazzini di ogni specie. La trebbiatura durava giorni e le donne avevano un ruolo importante. Inizialmente erano da supporto ai mariti impegnati nel duro lavoro nei campi: esse preparavano deliziosi pranzi per risollevare il morale di tutti: vino buono, grosse frittate e piattoni di maccheroni al sugo. Successivamente le donne erano impegnate alla spigolatura: infatti dopo la raccolta il fattore lasciava che le donne potessere raccogliere il grano che ancora restava sulle spighe o che era caduto a terra. Questo garantiva ai contadini del grano sicuro per sfamare le famiglie per qualche tempo.

 
Articolo tratto dal periodico di cultura, informazione, tradizione e folklore di San Marco la Catola
"La Giostra della Jaletta". Le foto sono di Vittorio Simonelli (1970/1980)