Aprile 2004


Cerimonie di culto propiziatorie dell'aiuto divino e paurose credenze di sortilegi non furono aliene dalla vita del paese. Fra le superstizioni più ricorrenti alcune delle quali non ancora interamente debellate dalla fantasia popolare, sono da ricordare:

  • Evitare di trovarsi in strada allo scoccare della mezzanotte dei giorni compresi tra il 2 novembre e il 6 gennaio; ciò al fine di non disturbare le ombre dei trapassati, che, per tutto il periodo citato, il popolo riteneva andassero salmodiando in processione dal cimitero al convento e viceversa;
  • Raffigurare nella presenza di una farfalla in casa, dopo il vespro, la reale presenza di un'anima del purgatorio in cerca di suffragi;
  • Credere nella esistenza di streghe capaci di chissà quali malie o incantesimi; fra l'altro, era opinione popolare che ad esse potesse essere impedita l'entrata in casa collocando dietro il portone d'ingresso una scopa fatta con rami di miglio;
  • Ravvisare in bimbi malati, fragili o di crescita anormale una specie di sortilegio (comunemente detto malocchio) operato da persone invidiose. Per l'accertamento del "malocchio" si ricorreva agli artifici di una fattucchiera. Questa, con tre gocce di olio versate in un piatto di acqua e pochi segni di croce, accompagnati da misteriose e incomprensibili parole, era in grado di dare il suo responso.
 
E' doveroso citare oltre alle credenze popolari anche tanti usi e costumi.
I nostri paesi sono così a misura d'uomo che praticamente ci si conosce tutti: allora non ci stupiremo se vedremo improvvisamente un nostro conoscente piombarci in casa per chiederci un favore, per svelarci un pettegolezzo di paese o solo per augurarci buona giornata; sono questi gli usi che mancano per esempio nelle grandi metropoli del nord. Sono questi rapporti veri, schietti e a volte anche invadenti che caratterizzano le persone dei nostri paesi.