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Cerimonie
di culto propiziatorie dell'aiuto divino e paurose credenze di
sortilegi non furono aliene dalla vita del paese. Fra le superstizioni
più ricorrenti alcune delle quali non ancora interamente debellate dalla
fantasia popolare, sono da ricordare:
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Evitare
di trovarsi in strada allo scoccare della mezzanotte dei giorni compresi
tra il 2 novembre e il 6 gennaio; ciò al fine di non disturbare le
ombre dei trapassati, che, per tutto il periodo citato, il popolo
riteneva andassero salmodiando in processione dal cimitero al convento
e viceversa;
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Raffigurare
nella presenza di una farfalla in casa, dopo il vespro, la reale presenza
di un'anima del purgatorio in cerca di suffragi;
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Credere
nella esistenza di streghe capaci di chissà quali malie o incantesimi;
fra l'altro, era opinione popolare che ad esse potesse essere impedita
l'entrata in casa collocando dietro il portone d'ingresso una scopa
fatta con rami di miglio;
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Ravvisare
in bimbi malati, fragili o di crescita anormale una specie di sortilegio
(comunemente detto malocchio) operato da persone invidiose. Per l'accertamento
del "malocchio" si ricorreva agli artifici di una fattucchiera. Questa,
con tre gocce di olio versate in un piatto di acqua e pochi segni
di croce, accompagnati da misteriose e incomprensibili parole, era
in grado di dare il suo responso.
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E' doveroso citare oltre alle credenze popolari anche tanti usi e costumi.
I nostri paesi sono così a misura d'uomo che praticamente ci si
conosce tutti: allora non ci stupiremo se vedremo improvvisamente un nostro
conoscente piombarci in casa per chiederci un favore, per svelarci un
pettegolezzo di paese o solo per augurarci buona giornata; sono questi
gli usi che mancano per esempio nelle grandi metropoli del nord. Sono
questi rapporti veri, schietti e a volte anche invadenti che caratterizzano
le persone dei nostri paesi.
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