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L'O.A.M.I.
(Opera Assistenza Malati Impediti) nasce nel 1961, nel
pensiero di Don Enrico Nardi di Reggello, durante il ritorno di
uno dei tanti "viaggi della speranza", con
destinazione Lourdes. Don Nardi, che partecipava al
pellegrinaggio in qualità di cappellano dell'UNITALSI, si
accorse che una ragazza, approfittando dell'oscurità e del fatto
che nessuno in quel momento pareva prestarle attenzione, cercava
di aprire lo sportello del treno per gettarsi nel vuoto. Don
Nardi intervenne per fermare la ragazza ed ascoltò la dolorosa
storia che l'aveva spinta a tentare un gesto così estremo. La
giovane aveva una dolorosa storia familiare alle spalle: la madre
si trovava in fin di vita, il padre aveva abbandonato la casa e
la famiglia non aveva più mezzi di sostentamento. Inoltre i
medici avevano diagnosticato alla ragazza una grave malattia
invalidante progressiva, che non le lasciava speranze di poter
condurre in futuro una vita autonoma, di avere una casa e una
famiglia sue, nonostante la sua brillante intelligenza, la
profonda sensibilità e l'alto livello di istruzione e cultura.
Don Nardi rimase profondamente colpito dalla sofferenza e dalla
dolorosa solitudine esistenziale e umana di questa persona, e
questo evento contribuì a fornire l'impulso decisivo a quanto da
tempo andava elaborando.
Già in precedenza Don Nardi si era sentito chiamato ad
aiutare coloro che, o perché soli o perché impossibilitati a
ricevere da anziani familiari qualsiasi aiuto, vivevano
l'handicap senza il conforto e l'ausilio di una compagnia. Si era
impegnato nel sostegno di varie iniziative di assistenza,
coinvolgendo amici, conoscenti, intere famiglie, cercando
appoggio in parrocchie e associazioni cattoliche. Nella sua mente
e in quella dei suoi primi collaboratori si era affermata l'idea
che non c'era bisogno di grandi strutture di ricovero, istituti
di grandi dimensioni, che alimentano solitudine ed emarginazione,
considerando la persona soltanto un ospite, non parte integrante
della comunità, bensì di case famiglia,
piccole comunità di persone sotto la guida di una figura che
sostituisse l'immagine materna, in un luogo tutto per loro,
stabile e permanente e di piccole dimensioni, ove vivere come in
una famiglia, nonostante la loro infermità. Questo progetto era
grandemente innovativo, poiché fino a quel momento l'unica
possibilità per le persone bisognose di assistenza era il
ricovero in grandi strutture, dove la persona si trovava isolata,
ghettizzata.
Per la prima volta, proprio ad opera di Don Nardi, veniva
proposta l'idea di inserire gli handicappati in piccole
comunità, nel vivo del tessuto sociale, creando il concetto di
casa famiglia.
Inizialmente la portata innovatrice di questa
"invenzione" di Don Nardi non venne compresa fino in
fondo, anzi, venne radicalmente criticata, tanto che il progetto
parve naufragare ancora prima di partire. Poi intervenne a difesa
dell'idea di Don Nardi intervenne l'allora Vescovo (oggi
Cardinale) Mons. Fiorenzo Angelini.
Con l'aiuto volonteroso di alcuni collaboratori, Don Nardi grazie
alla prima delle poi tante donazioni avute, creò il primo anello
di questa catena di amore e solidariet à: nel 1964 aprì così
Casa Serena, e la ragazza conosciuta sul treno di Lourdes fu la
prima persona ad essere accolta in questa famiglia.
Nel 1965 questa esperienza si concretizzò, anche dal punto di vista legale, in un movimento, l'O.A.M.I.. Quando ormai questa istituzione si era ramificata in molte parti d'Italia, nel 1968, con Decreto Presidenziale n. 1098 divenne Ente Morale (qualifica alla quale oggi affianca anche quella di O.N.L.U.S. - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale); inoltre, il 13 febbraio 1998 il Cardinal Ruini, Presidente della .C.E.I., approvò la Statuto dell'O.A.M.I., riconoscendo l'ecclesialità dell'Opera come Associazione privata di fedeli a carattere nazionale, avente personalità giuridico canonica (ma già Papa Paolo VI il 23 marzo 1976 manifestò il suo aperto sostegno nei confronti di questa Associazione).
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Oggi l'O.A.M.I. è presente in molte
regioni
italiane, con strutture nelle quali personale qualificato e
volontari dalla grande
disponibilità si prendono cura dei bisogni delle persone
disabili e degli anziani. Vi sono case-famiglia per disabili,
centri diurni per disabili e anziani, centri per bambini
disabili, centri sportivi, centri per il lavoro guidato, case
vacanza, centri di formazione per le volontarie...Un mondo di
iniziative a sostegno di coloro che si trovano a vivere
l'handicap: non solo per i disabili, ma anche per le loro
famiglie, che trovano accoglienza per il loro bisogno di aiuto,
vengono sollevate dal loro pesante carico quotidiano. Le famiglie
dei disabili trovano risposta anche ad una delle domande più
angosciose e pressanti che le accompagnano: quella che riguarda
il futuro dei loro congiunti, la tematica che oggi viene definita
il "dopo di noi". A questa domanda di futuro le
case-famiglia inventate da Don Nardi hanno dato una risposta:
sono il luogo dove la persona handicappata si trova accolta come
in una famiglia, anche quando la sua famiglia di origine non c'è
più o non è più in grado di sostenerla.
Inoltre l'O.A.M.I è una realtà ben radicata nel territorio: pur
essendo un'Associazione privata, che dipende in gran parte dalle
donazioni, sono molte le realizzazioni O.A.M.I. convenzionate con
gli Entri locali. Ciò porta come conseguenza che le nostre
strutture vengono costantemente ammodernate per rispondere a
tutte le norme di sicurezza, mentre il nostro personale, sia le
volontarie Responsabili che risiedono nelle Case-Famiglia, sia
gli operatori che lavorano nei Centri Diurni, segue costantemente
corsi di aggiornamento per poter intervenire sempre con
competenza e sensibilità.