Come scegliere i collaboratori
(Roma gen-2007)
Atti 6:1,7 “
3 Pertanto, fratelli, cercate di
trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza,
pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 5 Questa proposta
piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di
Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia.
6 Li presentarono agli apostoli, i quali,
dopo aver pregato, imposero loro le mani.
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Far fare la
scelta agli interessati: Il verso chiave su cui porre la nostra attenzione
è il 3 “cercate di trovare fra voi 7 uomini”, e vogliamo
considerare la sapienza che c’è in questa espressione,
come lo Spirito Santo ha guidato gli Apostoli in una maniera meravigliosa. Essi
erano stati per tre anni con Gesù… Potevano fare la
scelta loro, erano sicuramente in grado di capire la maturità e la spiritualità
di sette persone, invece delegano gli interessati. Questo è molto bello e credo
che dobbiamo prendere conoscenza di questa rivelazione che il Signore ci dà. “cercate
di trovare fra voi …” che cosa comporta? Evitare uno dei
più gravi problemi che si può creare nelle scelte che vengono dai responsabili:
l’invidia. Infatti nel momento in cui la
scelta non la fa chi governa, ma coloro che dovevano portare il peso, modo
nessuno si poteva lamentare, venendo la scelta dal basso piuttosto che
dall’alto. “ai quali
affidere-mo questo incarico”
gli Apostoli sono presenti perché avrebbero approvato, messo il loro timbro su
questa scelta, ma dare la possibilità di scelta alle persone coinvolte era
qualche cosa di innovativo perché evitava delle prese di posizione sbagliati
causati dall’invidia.
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Scelta di
comune accordo: Atti 15:22 Allora parve bene agli
apostoli e agli anziani con tutta la chiesa, di mandare ad Antiochia
con Paolo e Barnaba, certi uomini scelti fra loro, cioè: Giuda, soprannominato Barsabba, e Sila,
Atti 15:25 è parso bene a noi,
riuniti di comune accordo, di scegliere
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Scelta affidata
alla sorte: Atti 1:21 Bisogna dunque che fra gli uomini che sono stati in
nostra compagnia tutto il tempo che il Signor Gesù è andato e venuto fra noi,
22 a cominciare dal battesimo di Giovanni fino al giorno ch'egli, tolto da noi,
è stato assunto in cielo, uno sia fatto testimone con noi della risurrezione di
lui. 23 E ne presentarono due: Giuseppe, detto Barsabba,
il quale era soprannominato Giusto, e Mattia. 24 E, pregando, dissero: Tu, Signore,
che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto 25 per
prendere in questo ministerio ed apo-stolato il posto che Giuda ha abbandonato
per andarsene al suo luogo. 26 E li tras-sero a sorte, e la sorte cadde su
Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
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Le scelte di Dio:
Giovanni 15:16 Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e v'ho
costituiti perché andiate, e portiate frutto, e il vostro frutto sia
permanente; affinché tutto quel che chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve
lo dia. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe quel ch'è
suo; ma perché non siete del mondo, ma io
v'ho scelti di mezzo al mondo, perciò vi odia il mondo.
Per invidia i
fratelli di Giuseppe erano così accecati che arrivarono a
venderlo a stranieri come uno schiavo. Non si sono resi conto, a causa
dell’invidia covata nei cuori per tanto tempo, che avevano venduto un fratello!
Questo sentimento negativo li ha portati a un gesto
così grave che ha addolorato per tanto tempo la vita del loro padre.
Pure Mosè, scelto da Dio e al quale nessuno poteva negare una unzione particolare, che era stato mandato da Dio, tutti
lo avevano visto usare dal Signore in una maniera grandiosa, eppure ci dice la
Scrittura: “furono mossi d’invidia contro Mosè
nel campo”. L’invidia, di vedere un uomo così usato da Dio come condottiero
del Popolo, era così forte che andava oltre la ragione e ignorare ciò che
avevano visto con i loro stessi occhi.
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Scelta per
parola profetica: Atti 13:2 Or,
mentre celebravano il servizio al Signore e digiunavano, lo Spirito Santo
disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati».
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Scelta personale
di un compagno d’opera: Atti 15:40 ma Paolo, sceltosi Sila, partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del
Signore.
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Perché
l’invidia può rovinare le nostre anime? La Scrittura in diversi posti parla di
questo peccato, ci descrive quanto sia un sentimento estremamente
pericoloso nei credenti.
In Ecclesiaste 4:4 è scritto: “e ho visto che ogni fatica e ogni buona
riuscita nel lavoro provocano invidia dell’uno contro l’altro!” Lo vediamo
continuamente nel campo politico, ci sono due schieramenti e se uno fa qualche
cosa di buono, l’altro schieramento cerca in tutti i modi di oscurare. Perché? Per invidia! E quasi l’opposizione spererebbe che la
Nazione va a rotoli per poter dire: ecco, la
maggioranza ha fatto male.
Quanto sarebbe grave questa situazione se si verificasse nella Chiesa? La Chiesa è particolare, è il
corpo di Cristo e non è a caso che la Scrittura ci fa l’esempio del corpo, dove
ci sono varie membra; ma tutti vorremmo essere occhi, o tutti bocche, poche
orecchie, pochi piedi, pochi organi
nascosti che lavorano senza essere visti!
Vorremmo essere tutti in evidenza. Ma come si fa ad avere
un corpo solo di occhi? Sarebbe un mostro! Questa è la
realtà, che l’invidia è un sentimento che oscura e annebbia la nostra ragione,
non ci fa vedere le cose come stanno.
- Dio fa le scelte
ma non fa particolarità fra i suoi figli, ma d’altra parte non può farci
essere tutti un solo organo! Per ognuno di noi Egli ha un piano, ha scelto una
funzione nel corpo, ed
è importante che la facciamo bene e di cui Dio ci chiederà conto. Non serve fare
ciò che è stato affidato ad altri. E che cos’è che
oscura le nostre menti? Cosa ci fa vivere male la
nostra posizione spirituale? E’ proprio l’invidia! Che
annebbia e oscura i nostri sentimenti. Come dice la Scrittura, se vediamo che
qualcuno prospera per il proprio lavoro, per il proprio
impegno, per le proprie qualità, per come Iddio lo guida, quasi siamo gelosi,
quasi non ci fa piacere. Invece dovremmo essere
gioiosi perché questo è un successo, è una vittoria per il Corpo di Cristo. La
vittoria dei nostri fratelli e delle nostre sorelle è
la nostra vittoria! Se pensiamo che è solo la loro vittoria, vuol dire che noi non apparteniamo al corpo di Cristo, che non
abbiamo una vera identità di Figli di Dio, che non sappiamo discernere il corpo
di Cristo! L’invidia chiude la nostra ragione, i nostri
occhi e non ci fa vedere le cose nel verso giusto. Giacomo 3:16
dice: “dove ci sono invidia e contenzione, quivi è disordine e ogni mala
azione”. L’invidia ci distrugge, ci rovina spiritualmente, non ci fa vedere
la grazia di Dio, ci fa stare male, ci fa essere sempre
scontenti, ci porta sempre di più lontani da Dio. Vogliamo imparare ad apprezzare
quello che abbiamo. Non è importante quello che facciamo ma come lo facciamo! Se lo stiamo facendo con
gioia, con allegrezza, se lo stiamo facendo come facendolo al Signore.
- C’è un tipo di invidia
che è verso i malvagi, verso coloro che attraverso la malvagità, o
comportamenti scorretti ottengono delle ricchezze, ottengono dei favori. Per
questo tipo di invidia la Scrittura dice: “non ti
crucciare a cagione dei malvagi e non portare invidia a quelli che operano
perversamente”.
- C’è anche l’invidia verso i
giusti. La Scrittura ci dice che per invidia si sono
messi contro Dio, i Farisei, per invidia di quello che faceva l’apostolo Paolo,
o Pietro, o Stefano, per il successo spirituale che avevano, infatti è scritto
che “moltitudini cercavano di ascoltare ciò che diceva Paolo, ma i
principali delle città erano invidiosi” Atti 13:45, così facendo si
sono messi contro Dio per la loro invidia.
- Quindi
vogliamo imparare ad essere preservati dall’invidia. Dobbiamo stare molto
attenti affinché il diavolo non semini in noi radici di invidia,
radici di amarezza, perché questo ci porterebbe lontano dal Signore , ci
porterebbe a non gustare, a non vivere nella grazia e nella benedizione di
Figli di Dio. Se facciamo qualche cosa la stiamo
facendo per il Signore, per il Regno, affinché Gesù Cristo sia innalzato nella
nostra vita, sia innalzato nella nostra Chiesa, sia innalzato nella nostra Nazione,
sia innalzato dovunque Egli vorrà. Che ci possa essere
in noi la bontà e la benignità del Signore, che significa l’incapacità di fare
il male, una delle caratteristiche principali del nostro Dio.
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Il Signore continui a Benedirci
Carlo Galioto