L’invidia

(Via del Grano set-2006)

 

Atti 6:1,7 “In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell'assistenza quotidiana. 2  I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense. 3  Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 4  Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola». 5  Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia. 6  Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. 7  La Parola di Dio si diffondeva, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente in Gerusalemme; e anche un gran numero di sacerdoti ubbidiva alla fede.”

 

Prendiamo spunto da questo passaggio che sembrerebbe, a prima vista, non avere niente a che vedere col tema della meditazione. Il verso chiave su cui porre la nostra attenzione è il 3 “cercate di trovare fra voi 7 uomini”, e vogliamo considerare la sapienza che c’è in questa espressione, come lo Spirito Santo ha guidato gli Apostoli in una maniera meravigliosa. Essi erano stati per tre anni con Gesù, avevano acquisito tutto quello che il Maestro aveva trasmesso vivendo ogni giorno con loro, e sicuramente avevano chiare molte cose, soprattutto dopo che Gesù era risorto e aveva chiarito molti misteri e li aveva ammaestrati. Vediamo anche da altri versi come lo Spirito Santo li usava, dava loro discernimento e parole di conoscenza, quindi può sembrare strana questa decisione “cercate di trovare fra voi..”. Potevano fare la scelta loro, erano sicuramente in grado di capire la maturità e la spiritualità di sette persone, invece delegano gli interessati.

Questo è molto bello e credo che dobbiamo prendere conoscenza di questa rivelazione che il Signore ci dà. “cercate di trovare fra voi …” che cosa comporta? Evitare uno dei più gravi problemi che si può creare nelle scelte che vengono dai responsabili: l’invidia. Infatti nel momento in cui la scelta non la fa chi governa, ma coloro che dovevano portare il peso, modo nessuno si poteva lamentare, venendo la scelta dal basso piuttosto che dall’alto. “ai quali affideremo questo incarico” gli Apostoli sono presenti perché avrebbero approvato, messo il loro timbro su questa scelta, ma dare la possibilità di scelta alle persone coinvolte era qualche cosa di innovativo perché evitava delle prese di posizione sbagliati causati dall’invidia.

Ho vissuto, visto e sentito di situazioni simili che si vengono a creare in vari aspetti della vita sia dei bambini che degli adulti. Quando si fa una scelta inevitabilmente si provocano delle invidie. Mi ricordo una volta il missionario Leonardo Navarra il quale , dopo che da poco ero stato scelto per un incarico,  mi disse: “adesso inizieranno i tuoi problemi!”. Ho chiesto perché? E lui ha risposto, perché ci sarà sicuramente qualcuno che ti invidierà! Purtroppo ho poi verificato che aveva ragione, c’erano altri che ambivano a quell’incarico.

Esempi di invidia nella Scrittura

Perché l’invidia può rovinare le nostre anime? La Scrittura in diversi posti parla di questo peccato, ci descrive quanto sia un sentimento estremamente pericoloso nei credenti.

Per invidia i fratelli di Giuseppe erano così accecati che arrivarono a venderlo a stranieri come uno schiavo. Non si sono resi conto, a causa dell’invidia covata nei cuori per tanto tempo, che avevano venduto un fratello! Questo sentimento negativo li ha portati a un gesto così grave che ha addolorato per tanto tempo la vita del loro padre.

Pure Mosè, scelto da Dio e al quale nessuno poteva negare una unzione particolare, che era stato mandato da Dio, tutti lo avevano visto usare dal Signore in una maniera grandiosa, eppure ci dice la Scrittura: “furono mossi d’invidia contro Mosè nel campo”. L’invidia, di vedere un uomo così usato da Dio come condottiero del Popolo, era così forte che andava oltre la ragione e ignorare ciò che avevano visto con i loro stessi occhi.

In Ecclesiate 4:4 è scritto: “e ho visto che ogni fatica e ogni buona riuscita nel lavoro provocano invidia dell’uno contro l’altro!” Lo vediamo continuamente nel campo politico, ci sono due schieramenti e se uno fa qualche cosa di buono, l’altro schieramento cerca in tutti i modi di oscurare. Perché? Per invidia! E quasi l’opposizione spererebbe che la Nazione va a rotoli per poter dire: ecco, la maggioranza ha fatto male.

Purtroppo questi atteggiamenti non sono solo nella politica ma in tutti i settori! Quando non siamo noi che mettiamo le mani in pasta, quasi desidereremmo che le cose andassero male per poter far valere le nostre ragioni, poter dire: ecco avevo ragione io!

C’è l’invidia nella Chiesa?

Quanto sarebbe grave questa situazione se si verificasse nella Chiesa? La Chiesa è qualche cosa di particolare, è il corpo di Cristo e non è a caso che la Scrittura ci fa l’esempio del corpo, nel corpo ci sono varie membra; ma tutti vorremmo essere occhi, o tutti bocche, poche orecchie, pochi piedi, pochi organi nascosti che lavorano senza essere visti!

Vorremmo essere tutti in evidenza. Ma come si fa ad avere un corpo solo di occhi? Sarebbe un mostro! Questa è la realtà, che l’invidia è un sentimento che oscura e annebbia la nostra ragione, non ci fa vedere le cose come stanno.

Noi dovremmo comprendere che siamo diventati figli di Dio! Tutti quanti! Che Dio sarebbe se non fosse un Dio giusto? E’ impossibile un Dio che non è giusto! Quindi se veramente c’è un Dio, necessariamente deve essere un Dio giusto! E come fa un Dio a fare particolarità fra i suoi figli? Ma d’altra parte non può farci essere tutti occhi! Non può farci essere tutti un solo organo! Per ognuno di noi Egli ha un piano, ha scelto una funzione nel corpo, possiamo essere una cellula, una ghiandola, un arto, ma è importante che facciamo bene quello per cui siamo stati chiamati e di quello Dio ci chiederà conto. Non serve fare ciò che è stato affidato ad altri, ma è importante che prendiamo coscienza della nostra posizione. E che cos’è che oscura le nostre menti? Cosa ci fa vivere male la nostra posizione spirituale? E’ proprio l’invidia! Che annebbia e oscura i nostri sentimenti. Come dice la Scrittura, se vediamo che qualcuno prospera per il proprio lavoro, per il proprio impegno, per le proprie qualità, per come Iddio lo guida, quasi siamo gelosi, quasi non ci fa piacere. Invece dovremmo essere gioiosi perché questo è un successo, è una vittoria per il Corpo di Cristo (che siamo anche noi)  e ciò lo fortifica. E’  importante comprendere questi elementi basilari, che la vittoria dei nostri fratelli e delle nostre sorelle è la nostra vittoria! Non è solo la loro in quanto apparteniamo allo stesso corpo. Se pensiamo che è solo la loro vittoria, vuol dire che noi non apparteniamo al corpo di Cristo, che non abbiamo una vera identità di Figli di Dio, che non sappiamo discernere il corpo di Cristo!

L’invidia chiude la nostra ragione, i nostri occhi e non ci fa vedere le cose nel verso giusto.

L’invidia verso i malvagi

C’è un tipo di invidia che è verso i malvagi, verso coloro che attraverso la malvagità, o comportamenti scorretti ottengono delle ricchezze, ottengono dei favori. Per questo tipo di invidia la Scrittura dice: “non ti crucciare a cagione dei malvagi e non portare invidia a quelli che operano perversamente. E’ Chiaro che quando uno si trova nel bisogno a chi  guarda? A coloro che stanno meglio. Quando ti accorgi che hai una casa piccola e stretta, pensi a quelli che hanno una casa grande. Quando hai una macchina che ogni tanto ti lascia per strada, a cosa pensi? Forse che sarebbe meglio averne una nuova fiammante! Per la salute, in tutti i settori l’istinto ci porta ad essere invidiosi degli altri. Non a caso un proverbio dice che “l’erba del vicino è sempre più verde”, c’è della verità in questa affermazione. Tendenzialmente siamo portati a invidiare le cose degli altri e questo, purtroppo, a volte succede anche nella chiesa, anche ai credenti, a volte i nostri sentimenti vengono trasportati da questi desideri, da questi pensieri, ed ecco che l’invidia può prendere corpo nella nostra vita e ci porta a crucciarci, a soffrire dentro. Ci porta a non saper apprezzare le cose che abbiamo e a non rendere grazia per esse? Se apprezziamo quello che abbiamo, sapremo anche ringraziare di tali cose. Ma se noi cominciamo a guardare quello che non abbiamo, automaticamente non saremo mai contenti, soddisfatti, in quanto ci sarà sempre qualche cosa che non avremo! Ci sarà sempre qualche cosa che costa più delle nostre possibilità di spesa! Questo succede a tutti i livelli della società. Per un operaio avere una barca di 4-5 metri può essere una soddisfazione, ma se capita in un porto dove si sono tante belle barche attraccate, e capita vicino a una di 20 metri e forse gli viene un po’ di vergogna, quasi che fosse meglio non averne niente.

C’è sempre qualche cosa che non ci potremo comprare, più grande delle nostre possibilità!

Quindi non saremo mai contenti! Davide era un re eppure dice: “non ti crucciare a cagione dei malvagi, non portare invidia a quelli che operano perversamente!”.

Ci sono molti versi che ci parlano di come stare attenti a che l’invidia non ci porti lontano dalla presenza di Dio. In Prov. 28:22 è scritto: “l’uomo invidioso ha fretta di arricchire e non sa che gli piomberà addosso la miseria!” Tante persone della finanza fanno scalate, fanno passi più lunghi della loro gamba e poi il loro impero economico, a seguito di qualche imprevisto, va in rotoli. Perché? Hanno cercato di arricchire con fretta per l’invidia di altri più potenti e più in vista di loro.

L’invidia verso i giusti

Ma non c’è solo l’invidia verso i malvagi, c’è anche l’invidia verso i giusti. La Scrittura ci dice che per invidia si sono messi contro Dio, i Farisei, per invidia di quello che faceva l’apostolo Paolo, o Pietro, o Stefano, per il successo spirituale che avevano, infatti è scritto che “moltitudini cercavano di ascoltare ciò che diceva Paolo, ma i principali delle città erano invidiosi Atti 13:45, così facendo si sono messi contro Dio per la loro invidia.

Giacomo 3:16 dice: “dove ci sono invidia e contenzione, quivi è disordine e ogni mala azione”, possiamo notare quanto sia importante essere preservati da questo sentimento così negativo. L’invidia ci distrugge, ci rovina spiritualmente, non ci fa vedere la grazia di Dio, ci fa stare male, ci fa essere sempre scontenti, ci porta sempre di più lontani da Dio.

Vogliamo imparare ad apprezzare quello che abbiamo, a trovare la nostra identità nel Corpo di Cristo, vogliamo capire che cosa ci chiede Dio e saper essere al posto giusto al momento giusto, perché a questo ci ha chiamato il Signore.

Il valore di “come” facciamo

Non ha importanza che cosa facciamo nel Corpo di Cristo, non ha nessuna importanza, altrimenti Dio sarebbe ingiusto, ha importanza come facciamo quello che il Signore ci chiede. Gesù dice: se darete un bicchier d’acqua per amor mio è come se lo aveste fatto a Me. Che cos’è dare un bicchier d’acqua? Niente, richiede un minuto di attenzione, eppure Gesù ci fa capire quanto viene apprezzato dal Signore, quando lo facciamo per amore di Lui. Ripeto, non è importante quello che facciamo ma come lo facciamo! Se lo stiamo facendo con gioia, con allegrezza, se lo stiamo facendo come facendolo al Signore. Infatti è scritto che quando al lavoro serviamo i nostri superiori come se servissimo Dio, è buono. E tutto quello che facciamo, se riusciamo a farlo come se servissimo Dio, in testimonianza, già questo è buono, quanto più fare qualche cosa nel Corpo di Cristo!

Radici d’invidia

Quindi vogliamo imparare ad essere preservati dall’invidia, è un sentimento tremendo e ognuno di noi ne può essere preso. Dobbiamo stare molto attenti affinché il diavolo non semini in noi radici di invidia, radici di amarezza, perché questo ci porterebbe lontano dal Signore , ci porterebbe a non gustare, a non vivere nella grazia e nella benedizione di Figli di Dio. Vogliamo imparare che i nostri fratelli fanno parte di noi, che le loro vittorie sono le nostre vittorie, le loro sconfitte sono anche le nostre. E questo ci permetterà di capire meglio quale è la nostra posizione nel Corpo di Cristo. Se facciamo qualche cosa la stiamo facendo per il Signore, per il Regno, affinché Gesù Cristo sia innalzato nella nostra vita, sia innalzato nella nostra Chiesa, sia innalzato nella nostra Nazione, sia innalzato dovunque Egli vorrà. Vogliamo imparare ad essere liberi dall’invidia, che invece ci possa essere in noi la bontà e la benignità del Signore, che significa l’incapacità di fare il male, una delle caratteristiche principali del nostro Dio.

Che possiamo avere bontà e benignità  nei nostri cuori, secondo quello che ci insegna il Signore ed essere liberi da ogni sentimento d’invidia.

Il Signore Ci Benedica

Carlo Galioto