Invito alla Consacrazione

 (via del Grano nov-2012)

 

Esodo 24  Poi Dio disse a Mosè: «Sali all'Eterno, tu ed Aaronne, Nadab e Abihu e settanta degli anziani d'Israele, e adorate da lontano; 2  poi Mosè si avvicinerà all'Eterno; ma gli altri non si avvicineranno, né salirà il popolo con lui». 3  Mosè allora venne e riferì al popolo tutte le parole dell'Eterno e tutte le leggi. E tutto il popolo rispose a una sola voce e disse: «Noi faremo tutte le cose che l'Eterno ha detto».

 

Devo dire che per questa meditazione ho preso spunto da una predicazione che il Pastore David Wilkerson ha portato a Fiuggi nel 2002.

La lettura di questo passaggio della Scrittura mi aveva sempre lasciato un pò perplesso, perché leggendolo superficialmente sembra quasi che Dio non voglia che il suo Popolo si avvicini troppo per adorarlo. Per capirlo dobbiamo invece vedere il contesto in cui si svolge.

Siamo nel tempo in cui il popolo d’Israele uscì dall’Egitto e dopo qualche mese si ritrovò nel deserto. E la scrittura dice che tutta l’assemblea dei figli d’Israele mormorò contro Mosè e contro Aronne e dissero: “Oh, fossimo pur morti per mano dell'Eterno nel paese d'Egitto, quando sedevamo presso le pentole di carne e mangiavamo pane a sazietà! Poiché voi ci avete condotti in questo deserto per far morire di fame tutta questa assemblea” (Esodo 16:3).

Erano appena passate poche settimane da quando hanno visto il mare aprirsi, avevano visto la mano potente di Dio sull’esercito egiziano, poche settimane e già vediamo che appena hanno iniziato ad avere un po’ di fame si sono subito disorientati, avranno pensato: “ma qui che facciamo, che mangiamo più di un milione di persone nel deserto, ci hanno portato qui per farci morire”.

Avevano visto la potenza di Dio qualche settimana prima, ma che cosa scopriamo? Un popolo che alla prima difficoltà si lascia vincere dalla sollecitudine e non solo, si ribella, mormora, parla contro il servo di Dio. Subito dopo Dio ha provveduto la manna. Questa soluzione era già nei programmi di Dio, non era necessari che loro si lamentassero, era già nei piani di Dio una soluzione per far mangiare il popolo tutto quel tempo!

Che cosa disse Dio? Ecco la manna, ogni mattina ne cadrà, quindi raccoglietene per quello che vi serve ogni giorno. Ma che cosa dice la scrittura? “Ma essi non ubbidirono a Mosè e alcuni ne avanzarono fino all'indomani; e questo imputridì producendo vermi e mandò fetore; e Mosè si adirò contro costoro.” (Esodo 16:20) Quindi una istruzione ben precisa: raccoglietene per quello che vi serve nel giorno! Alcuni avranno pensato: “poi domani chissà se cade!” Altra istruzione: “poi il sabato raccoglietene per due porzioni perché la domenica non ne cadrà”. Ma cosa leggiamo? “Or nel settimo giorno avvenne che alcuni del popolo uscirono per raccoglierne, ma non ne trovarono. 28  Allora l'Eterno disse a Mosè: «Fino a quando rifiuterete di osservare i miei comandamenti e le mie leggi?” (Es 16:27-28).

Cosa semplicissima, ogni giorno ne raccogliete una dose e il sabato due dosi eppure non riuscivano a essere ubbidienti in cosa semplicissime.

Altro miracolo che ebbero la possibilità di vedere con i loro occhi: le quaglie.

Poi si spostarono a Redifim e “Là il popolo ebbe sete di acqua e mormorò contro Mosè, dicendo: «Perché ci hai fatti salire dall'Egitto per farci morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?” (Es 17:3).

Ecco un nuovo problema dopo averne passati alcuni, un’altra piccola difficoltà e subito di nuovo ribellione, mormorii. Ancora un altro aspetto da mettere in evidenza prima di passare al soggetto iniziale. “Allora l'Eterno disse a Mosè: «Va' dal popolo, santificalo oggi e domani, e fa' che si lavi le vesti. 11  E siano pronti per il terzo giorno, perché il terzo giorno l'Eterno scenderà sul monte Sinai agli occhi di tutto il popolo. 12  Tu fisserai tutt'intorno dei limiti al popolo e dirai: Guardatevi dal salire sul monte o dal toccarne l'estremità. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte. 13  Nessuna mano lo toccherà, ma sarà lapidato o trafitto con frecce, tanto uomo che animale; non sarà lasciato in vita. Quando il corno suonerà a distesa allora salgano sul monte”. (Es 19:10-13).

Questo passaggio è importante per farci capire il soggetto: Dio non voleva che toccassero il monte! Il monte rappresentava la santità di Dio e quindi questo popolo, di cui abbiamo detto come si comportava e come reagiva, non era preparato, non era abbastanza santificato né consacrato per potersi avvicinare alla santità di Dio.

Quindi il messaggio Dio quando diceva non avvicinarsi, non era perché si schifava di loro o dei loro peccati ma solo perché voleva salvarli. Se vi avvicinate con i vostri peccati alla santità di Dio voi perirete, non potete reggere, non c’era possibilità. “Quando il corno suonerà a distesa, allora salgano al monte”. Dio aveva un tempo, un momento in cui avrebbe permesso al popolo di salire.

Ritorniamo al nostro testo e al perché Dio disse a Mosè: sali all’Eterno tu, Aaronne, Nadab, Abihu e 70 degli anziani d’Israele e adorate da lontano! Il popolo non era abbastanza santo, abbastanza consacrato, abbastanza ubbidiente per avvicinarsi al Signore! Ma dobbiamo notare che Dio chiama loro! Ecco spiegato il titolo di questa predicazione: “invito alla consacrazione” E’ Dio che chiama loro e gli dice: “salite al monte”.

Perché è strano che lascia il popolo lontano? Qualche capitolo prima, in Esodo 4:22 leggiamo: ”E tu dirai al Faraone: "Così dice l'Eterno: Israele è il mio figlio, il mio primogenito”. Come è possibile che Dio, il quale considera il popolo di Israele suo primogenito, come un figlio, subito dopo lo voglia tenere lontano? Non desidera che gli sia vicino per essere adorato da loro? Ecco perché questo testo assume un significato particolare se lo comprendiamo ed entriamo nel pensiero di Dio. Un altro versetto conferma questa linea quando dice: “se darete attentamente ascolto alla mia voce e osserverete il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare” Es 19:5. Questo è quello che Dio voleva realizzare del Suo popolo, qualche cosa di speciale, il Suo tesoro particolare, quindi quello che Lui ha per noi sono pensieri di pace, di amore, di gioia, di misericordia, perché Egli ci ama e vuole che noi prosperiamo, che siamo vicini a Lui, ma mettendo in pratica Es. 19:5.

Nell’ubbidienza noi possiamo entrare nella grazia di Dio, quindi non entrando nella ribellione e nel mormorare appena si presenta un problema o una difficoltà, incominciando a prendercela con questo e con quell’altro. Dio ha un piano, Egli ci chiede solo di essere ubbidienti e pazienti, non ci chiede nient’altro.

Non ci parli Dio

Quale era il problema del popolo? Aveva coscienza di essere nel peccato, ma purtroppo ci voleva rimanere! E’ scritto in Es. 20:19 “Perciò essi dissero a Mosè: Parla tu con noi e noi ti ascolteremo, ma non ci parli DIO perché non abbiamo a morire”.

Ma Mosè disse al popolo: non temete perché Dio è venuto per provarvi affinchè il timore di Lui vi sia sempre davanti e così non pecchiate. Quindi l’obiettivo di Dio non è distruggervi, non è mettervi in difficoltà, viceversa è far si che il suo timore sia nei vostri cuori affinchè non pecchiate.

“.. ma non ci parli DIO ..” quindi avevano coscienza di essere peccatori, la santità di Dio li metteva in difficoltà, sentivano che non si potevano avvicinare alla santità di Dio ma invece di reagire come avrebbero dovuto, quale era la reazione? “Va bè, Dio è troppo santo e noi ce ne stiamo in disparte!” Quale reazione invece si aspetterebbe Dio? In II Cron. 7:14 è scritto: “se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e torna indietro dalle sue vie malvagie, io ascolterò dal ciclo, perdonerò il suo peccato e guarirò il suo paese” Questo è l’atteggiamento che Dio si aspetta quando ci sentiamo nel peccato, quando percepiamo disordine spirituale nella nostra vita, quando ci sentiamo che qualche cosa ci separa da Dio. Un profondo pentimento piuttosto che dire: no, è troppo santo non mi posso avvicinare. “Se il mio popolo si umilia, prega, cerca la mia faccia”, questo è l’atteggiamento, cercare la faccia di Dio, cercare la sua presenza nella nostra vita, cercare una relazione con Lui. Il rapporto con Dio non è una religione ma è: relazione! Una cosa molto bella che ha detto in una predicazione il Pastore Lirio Porrello: “la relazione con Dio produce santità, la santità produce autorità”. La santità non viene dagli insegnamenti che riguardano l’esteriore, non è questa la vera santità ma essa viene da una profonda relazione con Dio perché in tale condizione il nostro comportamento automaticamente sarà guidato dallo Spirito di Dio quindi sarà in santità e quando noi viviamo in santità allora avremo autorità, non l’autorità che viene dagli uomini, non l’autorità che viene dalle cariche o dalle posizioni gerarchiche, ma l’autorità che viene dallo Spirito di Dio, quella che i farisei vedevano in Gesù. Si chiedevano infatti: “da che cosa gli viene questa autorità?” e’ un uomo semplice, il figlio di un falegname, da che cosa gli viene questa autorità? Come mai parla con questa autorità? Non sapevano che Gesù viveva in santità e questa santità produceva autorità nel suo parlare, nel suo fare, nel suo dire.

Quindi qual’era il problema di questo popolo? Erano consapevoli dei loro peccati ma non si volevano ravvedere!

Aspettateci qui

Mosè che cosa dice agli anziani e agli altri? Aspettateci qui finchè ritorneremo da voi. Aaronne perché era il fratello, Abihu e Nadab perché erano i nipoti e i 70 anziani ormai conoscevano Mosè, avevano potuto constatare che era un uomo che aveva un rapporto particolare con Dio, avevano visto che era un uomo guidato e benedetto da Dio, avevano sperimentato, attraverso le tanto opere potenti fatte, che in Mosè c’era l’autorità di Dio, ma quanto hanno tenuto conto di queste parole? Zero! Perché? Come vedremo non rimangono ad aspettare.

Cosa succede? Mosè va secondo l’ordine di Dio, salì sul monte e la nuvola ricoperse il monte. Per sei giorni Mosè è stato lì in attesa di Dio, per sei giorni, non sapeva cosa sarebbe successo, non sapeva che cosa Dio gli avrebbe detto, come e quando Dio avrebbe risposto. Ma che cosa ha fatto Mosè? E’ stato lì ad aspettare! Dio gli aveva detto vieni qui e lui è stato li! Sono passati questi sei giorni, che ci parlano di tante cose, ci parlano di umanità che deve passare aspettando la manifestazione di Dio.

Il settimo giorno l’Eterno chiama Mosè! Gli altri? Dovevano solo aspettare. Avevano visto Dio, infatti dice la Scrittura che quando sono saliti sul monte “e videro il DIO d'Israele. Sotto i suoi piedi c'era come un pavimento lavorato di zaffiro, della chiarezza del cielo stesso”, Dio aveva loro dato qualche cosa per dimostrargli la sua presenza tangibile, potente, visibile; ma non è bastato.

Che cosa deve fare Dio per tenerti fermo sulla Sua parola? Quante cose ti deve ancora far vedere e ti deve dire affinchè tu rimani fermo e accetti la Sua Parola con tutto il cuore nella tua vita? E aspettare con fiducia sapendo che Lui è Dio, che Lui non mentisce, che dice la verità? Che cosa deve fare ancora?

Es. 24:17 “E l'aspetto della gloria dell'Eterno era agli occhi dei figli d'Israele come un fuoco consumante sulla cima del monte. 18 Così Mosè entrò in mezzo alla nuvola e salì sul monte; e Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.” Fu un tempo particolare per Mosè, un tempo bellissimo in cui ha ricevuto la Legge di Dio, in cui è stato alla Sua presenza, un’esperienza grandiosa, frutto di che cosa? Della pazienza e della fiducia nella Parola di Dio! Aspetta qui! Al momento giusto Dio lo ha chiamato. Questo è un invito alla consacrazione, quando Dio ti chiama non aspettarti subito che arrivano all’istante tutte le risposte, che tutto diventa chiaro! Se Dio ti chiama, non è un uomo che ti chiama, non è qualcuno che ti vuole o ti può prendere in giro, è Dio!  Che è verità, assoluta verità, che tu cosa devi fare? Devi solo aspettare le sue risposte, perché Lui verrà! “se tardo aspettami” dice la Scrittura perché verrà.

Dov’è Aaronne e i suoi figli?

Che fine hanno fatto Aaronne, Abihu, Nadab e i 70 anziani? Dove sono spariti? La Scrittura per diversi capitoli non ci dice più niente, e non c’è nemmeno un verso che ci dice quando tornarono indietro, che non aspettarono, se non hanno avuto pazienza, non ci dice niente. Dove li troviamo i figli di Aaronne? C’è un verso nel Levitico 10:1 che ci dice: “Poi Nadab e Abihu, figli di Aaronne, presero ciascuno il proprio turibolo, vi misero dentro del fuoco, vi posero sopra l'incenso e offrirono davanti all'Eterno un fuoco illecito, che egli non aveva loro comandato. 2  Allora un fuoco uscì dalla presenza dell'Eterno e li divorò; e morirono davanti all'Eterno”. Ecco la fine dei figli di Aaronne, erano stati chiamati a consacrazione, erano stati chiamati a santità, Dio li aveva chiamati. Io non credo che Nadab e Abihu erano santi prima della chiamata, loro avevano il cuore già che tendeva al male, il fatto che essi sono tornati indietro lo dimostra. Dio li aveva chiamati, Dio li aveva aspettati, Egli voleva che si consacrassero, che si santificassero, che migliorassero il proprio rapporto, la relazione col Padre. Che fine hanno fatto? Hanno perso il timore di Dio, hanno perso il discernimento, non si sono resi conto di quello che stavano facendo e hanno offerto un fuoco illecito morendo davanti all’Eterno. Che triste fine per non aver ubbidito, per non aver accettato la richiesta di Dio, l’invito di Dio.

I 70 anziani e Aaronne dove li troviamo? In Es. 32:1 leggiamo: “Or il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dal monte, si radunò intorno ad Aaronne e gli disse: «Orsù, facci un dio che vada davanti a noi, perché quanto a Mosè, l'uomo che ci ha fatto uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa gli sia accaduto.” ecco dove sono i 70 anziani, ecco dove è Aaronne, non è più sul monte, lo troviamo attorniato dal Popolo che si rivolge lui, perchè? Era sceso, non aveva aspettato. Aaronne, i figli e i 70 anziani erano tornati indietro prima del tempo! Che cosa fa Aaronne? “L’uomo che ci ha fatto uscire dall’Egitto!” Quante volte gli era stato detto che era Dio ad averli fatti uscire dall’Egitto con mano potente e gloriosa, ma adesso era diventato “l’uomo”, non si sa che fine abbia fatto, è un uomo e come tale gli può succedere di tutto.

E’ chiaro che se la nostra confidanza è in un uomo, se confidiamo in un pastore o in un anziano, se confidiamo in un fratello o in una sorella, può succedere di tutto! Possiamo essere delusi, amareggiati, può succedere di tutto! Se mettiamo lo sguardo sull’uomo può succedere di tutto. Se non abbiamo compreso che è Dio che ci ha tirati fuori dall’egitto spirituale, che è Dio che ci ha tirato fuori dalle grinfie del diavolo, se non abbiamo compreso che è Dio che ci ha portato dalle tenebre alla luce, è chiaro che può succedere di tutto.

Qual è l’atteggiamento Aaronne alla richiesta del popolo? “quelli mi chiedevano l’idolo, che cosa potevo fare io?” Anche lui aveva perso la visione, aveva perso la sensibilità spirituale per capire che quella richiesta era idolatria e che in questo modo il Popolo si sarebbe attirato un grave peccato, ed è la cosa che poi gli rimprovera Mosè, “non lo capisci che in questo modo hai permesso al Popolo di peccare e di attirarsi l’ira di Dio, non lo capisci, non te ne sei reso conto?“ Ma come poteva capirlo? Viveva in disubbidienza, e come lui, quando anche noi viviamo in disubbidienza perdiamo il discernimento. Un uomo che perde il discernimento spirituale è capace di giustificare qualsiasi azione, qualsiasi peccato che commette. Se perdiamo il discernimento spirituale, giustifichiamo il peccato perché perdiamo di vista la luce e le tenebre, confondiamo luce e tenebre, non sappiamo più qual è la luce e cosa sono le tenebre. Ed è quello che è successo ad Aaronne dopo che ha stimato di poco conto l’invito di Dio, quando non è stato ubbidiente all’invito di Dio, lui e i 70 anziani e il Popolo. Perché anche il Popolo dopo,  se avesse avuto pazienza, sarebbe salito al monte di Dio per adorare!

Dove vuoi adorare Iddio? Come vuoi adorare Iddio? Lo vuoi adorare da lontano, te ne vuoi rimanere nel campo lontano ad adorare? Si lo vedi! Anche gli israeliti vedevano una luce, un fuoco consumante sul monte, vedevano nuvole, sentivano rumori, fulmini, lampi, vedevano i segnali. Tu vedi Dio che opera negli altri, vedi la Sua manifestazione ma adori da lontano, è per gli altri, non è per te. E’ questo che vuoi? Dio ti invita a salire sul monte, a purificarti, a consacrarti, Dio ti invita a salire per adorare da vicino come figlio primogenito, come tesoro particolare!

Che cosa farai tu? Vuoi adorare da lontano o vuoi avvicinarti, o vuoi aspettare per vedere la Sua faccia. Dipende da noi fare le meravigliose esperienze di Mosè o fare le tragiche esperienze di Nadab, di Abihu, di Aaronne o di tutti quelli che sono stati distrutti per aver fatto l’idolo d’oro.

La risposta dipende a noi, Dio ci invita, ci considera un tesoro particolare, Egli ci vuole vicini, vuole che Lo adoriamo ma secondo i Suoi modelli non secondo i nostri, quando Lui vuole non quando vogliamo noi.

Dio vuole che siamo vicini a Lui in perfetta comunione con Lui per godere della Sua santità. La Sua santità non deve procurarci paura ma dobbiamo godere della Sua santità, della Sua presenza, del Suo amore e di ogni bene. Dipende da noi.

 

Il Signore ci benedica

Carlo Galioto