Prendere
la propria croce
(Roma 15-9-2002)
Matteo 16:24 Allora Gesù
disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso,
prenda la sua croce e mi segua. 25 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà;
ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà. 26 Che gioverà a un
uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà
l'uomo in cambio dell'anima sua?»
Questo
passaggio della Scrittura ha degli aspetti basilari per il Cristianesimo. Parla
della croce, la quale è diventata uno dei simboli più conosciuti e più usati
sulla faccia della terra. Ma è così usato che ha perso di significato.
Molti
si mettono una crocetta al collo, può essere di oro, d’argento, di diamanti, di
legno, di vario valore; dappertutto troviamo delle croci, negli uffici o nelle
scuole a testimoniare di un cristianesimo che esiste da qualche parte,
dimostrando una cultura cristiana. Il vero significato della croce molte
persone non lo conoscono e, forse, non lo conosciamo nemmeno noi, e se lo
conosciamo forse non lo viviamo, e quando lo viviamo forse non lo sperimentiamo
a fondo.
Quindi
c’è molto di più nel significato delle parole di Gesù di quanto noi possiamo
pensare. Queste parole sono importanti, in esse c’è forse la base di tutto il
cristianesimo. “Se alcun vuol venire dietro a me rinunzi a se stesso”,
“prenda la sua croce e mi segua”
è
un’affermazione tremenda che, quando ne comprendiamo il significato,
rivoluzionerà completamente la nostra vita, non potremo più essere le stesse
persone.
A
volte l’espressione che si sente dire alle persone, quando hanno una disgrazia
o un problema nella propria vita o una difficoltà, è “questa è la mia croce, me
la devo portare”. Quasi con rassegnazione, che da un certo punto di vista può
sembrare positivo, quelle persone che lo dicono, quasi si immedesimano nella
croce di Gesù e dicono: “Gesù ha portato la sua croce e io devo portare la
mia”. Ma non c’è espressione più falsa, più bugiarda, più priva di significato
di questa!
Per
quale motivo? La “croce” di Gesù non è una croce che gli è caduta addosso
casualmente e ha dovuto portare, non è una croce che ha incontrato per strada,
gli è piaciuta e se l’è caricata sulle spalle, ma è piuttosto una cosa che Egli
ha cercato, con tutto il cuore, con tutta l’anima. Gesù ha lasciato il cielo
per venire a prendere quella “croce”, Egli era nella gloria del Padre, nella
gloria più assoluta, si è umiliato prendendo un corpo umano in vista di quella
“croce”.
Lui
sapeva che lo aspettava la “croce” ed è venuto per questo! Infatti lo ha detto
prima che succedesse: “io andrò a Gerusalemme, sarò dato in mano di iniqui,
sarò ucciso”; sapeva che cosa c’era sul Suo cammino ma non si è tirato
indietro; e quando qualcuno dei discepoli lo scoraggiava, e gli diceva: “no
Maestro, fa che ciò non ti accada!”, Gesù li rimproverava, li sgridava dicendo
loro “voi non sapete di che spirito parlate”.
La
“croce” che ha preso il Cristo è stata vista dal cielo, Egli è sceso sulla
terra e si è caricato di quel peso tremendo che ha significato disprezzo,
battiture, sputi, ed infine la morte atroce con la crocifissione, ma Gesù
sapeva che in quella “croce” c’era la nostra salvezza.
Invece
le disgrazie che possono capitare a noi, nel nostro cammino sulla faccia della
terra, non le abbiamo cercate. Nessuno si augura una malattia su un proprio
famigliare, o direbbe: “desidero quella malattia sul mio famigliare così porto
anche io la mia croce”. Non succede proprio così! Ci possono capitare delle disgrazie,
a noi o nostri famigliari, a volte per poca accortezza, o perché abbiamo
trascurato il nostro corpo, o perché siamo stati imprudenti con le macchine,
con le moto, per tanti altri motivi, possiamo avere degli incidenti con gravi
conseguenze per la nostra salute, può succedere per colpa nostra o per caso, ma
non le abbiamo sicuramente desiderate!
Questo
tipo di disgrazie non sono croci simili alla “croce” di Gesù Cristo, quella è
un’altra cosa.
“Se uno vuol venire dietro a me”
Qui
c’è già una prima espressione del cristianesimo. Seguire Gesù non vuol dire
seguire una religione, seguire degli usi o dei costumi. Essere cristiani
vuol dire “seguire Gesù Cristo”.
L’espressione
significa anche che non gli possiamo camminare davanti, fare come ci pare, fare
di testa nostra, come tanta gente che dice: “se c’è un dio, se c’è una mano
divina penso …”, “ah se ci fosse una mano divina dovrebbe fare così ..”, “se ci
fosse una mano divina non dovrebbe permettere ...”. Questo significa andare
davanti a Dio! Significa sapere e dire a Dio come dovrebbe essere, come
dovrebbe comportarsi. Dobbiamo seguire Gesù, il Suo esempio. Ma dove porta il
suo esempio? In croce. Questo significa “Cristianesimo”, non un invito a una
vita esente da problemi, o ricca di materialità, come se l’essere cristiani
comporti che tutto ci andrà bene, senza malattie, senza problemi.
Gesù
non ha promesso questo, “se uno vuol seguirmi rinunzi a se stesso”, c’è
un prezzo da pagare; questo tipo di cristianesimo non è per tutti, non è
sicuramente per i codardi, né per i vili, né per chi vive nell’illusione di
volersi “godere” la propria vita, né per coloro che non vogliono lottare per il
nome di Gesù Cristo. Perché la maggior parte delle persone, guardando ad
esempio in Italia, hanno il nome di cristiani ma, in effetti, non lo sono? Il
motivo è che seguire Gesù costa, seguire Gesù ci porta alla croce, non ci
possiamo illudere che sia diverso.
Poi
il fatto che in ogni caso arrivare alla croce sia meglio del vivere “nel mondo”
cioè lontani da Dio, questo è un altro paio di maniche, il fatto che comunque
rinunciare a noi stessi sia meglio di quello che ci offre il mondo, questo è
diverso. Ma non ci illudiamo, che noi possiamo essere cristiani all’acqua di
rose, in quanto tali cristiani saranno dei falliti, dei frustrati, non saranno
né carne e né pesce.
“..
vuol venire dietro a me ..” questo verso ci dice anche che c’è una
volontà nostra, non siamo costretti, Gesù non ha detto “dovete seguirmi per
forza”, non è andato nel Suo Popolo dicendo “voi siete il Popolo di Dio, dovete
seguirmi per forza!” No, Dio fa degli inviti e ci invita a seguirlo, “ ..
prenda la sua croce e mi segua”.
Qual
è la tua croce? Ripeto, non sono le malattie, poiché nessuno le prende
volontariamente, non sono le disgrazie, perché ognuno vorrebbe evitarle, non
sono le crisi economiche perché nessuno desidera rimanere con le tasche vuote!
Allora qual è la croce a cui si riferisce Gesù?
La “croce” che noi possiamo portare volontariamente
è qualche cosa che porta salvezza a qualcun altro.
Qual
è la croce che Gesù ha portato? La Sua croce ha significato la nostra salvezza!
Egli è morto in croce e noi, per mezzo di Lui, siamo stati salvati. Quindi
quando noi dobbiamo prendere una qualche “croce”, la riconosceremo perché
porterà salvezza a qualcun altro, perché umilierà noi stessi, perché saremo
crocifissi per quella scelta, ma produrrà del bene.
La
“croce” può essere sopportare ingiustizie o persecuzioni per amore di Gesù,
andare in un posto dove, per l’amore di Gesù, siamo presi in giro, evangelizzare
per amore di Gesù, quelle sono croci volontarie.
I
missionari che vanno nei Paesi Islamici dove rischiano la morte per portarvi
l’Evangelo, essendo una scelta della propria volontà, la possiamo considerare
una “croce” che porterà salvezza ad altre anime. Il rischio è la propria vita,
la propria incolumità. Sono “croci” che possiamo prendere o lasciare
volontariamente.
Quando
noi volontariamente ci carichiamo di pesi che portano salvezza e beneficio ad
altri, e che avremmo la possibilità di liberarcene, allora possiamo dire che
sono “croci” simili a quella che ha portato Gesù Cristo. Una scelta volontaria
che privilegia gli altri, non egoistica, che non ci dà gloria, ma una scelta
che ci porterà alla crocifissione, all’abnegazione, a rinunciare a qualche
cosa. Questa è la “croce” di cui parla Gesù!
“ .. se
uno vuol .. prenda la sua croce e mi segua” qui si vedono i veri cristiani,
i nati di nuovo, che vogliono seguire Gesù. Per che cosa? Per gloria? Per
essere onorati? No, vogliono seguire Gesù per andare ad essere crocifissi!
Sembra assurdo, ci offre questo Gesù? Il Re dell’Universo, il Re del cielo che
cosa ci offre? Ci offre una croce da portare!
I
politici, per farsi seguire, offrono posti di lavoro, benefici di vario tipo, i
grandi leader della terra per farsi seguire offrono sempre qualche cosa, ma
Gesù che cosa offre? Una croce da portare! Sembra inverosimile che il Re
dell’Universo ci offre una croce, ma dopo la croce che cosa c’è? C’è la gloria!
L’uomo,
dice la Scrittura, è come un filo d’erba, nasce, cresce, si secca e muore!
Quanto dura la tua vita? Ottanta anni, novanta, e poi? Che cosa ti offre il
“mondo”? Forse ti offre gloria, forse ti offre denaro, ricchezze, comodità e
poi? Dove ti porti tutte le ricchezze che sei riuscito ad accumulare?
Gesù
aggiunge qualche verso più avanti:
“che gioverà all’uomo se,
dopo aver guadagnato tutto il mondo,
perderà l’anima sua?”
Che
cosa puoi guadagnare lontano dalla croce di Gesù Cristo, lontano da Lui? Un pò
di successo? Un pò di onore, qualche applauso, un po’ di benessere? Forse si,
ma perché molti di quelli che hanno benessere, onore, gloria sulla faccia della
terra non sono felici? Perché non hanno pace?
Guardate
quanto è astuto il “bugiardo”, l’avversario delle nostre anime. Che succede
quando il monte premi di qualche gioco raggiunge cifre molto elevate?
Moltissimi desiderano giocare, costruiscono sogni su cosa potrebbero farci con
quella vincita, e incominciano a sognare “sul nulla”. Molti vivono di sogni. Si
cibano con quello che realizzerebbero con questi soldi e nessuno di loro si
chiede: coma mai chi ha tanti soldi non è felice? Si illudono che loro
sarebbero diversi, che saprebbero che cosa farci, si scoprono tutti benefattori
distribuendo, nei pensieri, soldi a destra e manca ma forse di ciò che hanno in
tasca non danno un centesimo a nessuno! C’è l’inganno che se tu avessi quei
soldi, avresti risolto tutti i problemi della tua vita. Invece
risolverai alcuni problemi e poi te ne verranno molti altri.
Anche
se qualcuno riesce di guadagnare tanti soldi, o a vincere, che gli giova se poi
non ha Gesù? Egli ha sempre detto la verità, anzi ha detto: “io sono La
verità”, quindi se ci dice questo dobbiamo crederGli, se ci dice che non
giova a nulla guadagnare tutto il mondo vuol dire che è così! Ci conviene
seguire Gesù, non ci facciamo prendere in giro dall’”avversario”, il quale ci
illude che potremmo guadagnare qualche cosa, il quale ci fa spostare
l’obiettivo della nostra vita su una carriera nel lavoro, negli studi, sono
illusioni che ci porteranno solo delusioni, se vissuti lontano dalla grazia di
Dio.
La
cosa importante della nostra vita è seguire Gesù, metterLO al primo posto, poi
tutto il resto sarà un contorno e non l’obiettivo principale. Prendere la
“croce” che non ci porterà agli applausi, non agli elogi ma alla crocifissione.
Dovremo rinunziare a noi stessi sempre di più, sempre di più ma poi.. c’è un
premio.
Gesù
è fedele, dopo ci aspetta un premio meraviglioso, ci aspetta la vita eterna, “perché
il Figliolo dell’uomo verrà nella gloria Sua, coi suoi angeli e
allora renderà a ciascuno secondo l’opera sua”
Le
promesse di Gesù non sono solo quelle che ci fanno comodo e ci piacciono, ci
sono anche le altre, “renderà a ciascuno secondo l’opera sua”, è chiaro, noi
non possiamo essere salvati per le opere, non possiamo essere salvati perché
siamo stati bravi o cattivi, ma possiamo essere salvati solo per il sangue di
Gesù Cristo che ci ha “lavati”, solo perché lo abbiamo riconosciuto come
Signore e Salvatore. Ma se non abbiamo vissuto da cristiani secondo in Suo
insegnamento, facendo la Sua volontà, non giova a nulla, se cerchiamo di
guadagnare altre cose, di guadagnare il mondo perderemo tempo e perderemo Gesù.
Noi
vogliamo “guadagnare” la nostra anima, vogliamo veramente seguire Gesù con
tutto il cuore e con tutta l’anima, perché solo questo vale e ci darà la
grazia, la gioia, la vittoria, la gloria del Padre.
Gesù
è fedele, Gli possiamo credere, vale la pena seguirLo e non farci prendere in
giro dall’”avversario” che cerca di distogliere il nostro sguardo, cercando di
farlo posare su altre cose, ma vale la pena seguire Gesù e fare la Sua volontà
e darGli la gloria, a Lui che è benedetto in eterno.
Carlo Galioto