Problemi reali, Fede invisibile
(Roma 06-2010)
Qualche
anno fa ho scritto nella mia testimonianza di fede la seguente frase:
Non sono completamente esente da tutti i problemi sociali,
morali e di salute che ci circondano ma li affronto
con la certezza che il mio Padre celeste, se ne ho bisogno, si prende cura di
me.
Ognuno
di noi è circondato, chi in un modo e chi nell'altro, chi in un'aria e chi in
un'altra della nostra vita, da problemi reali e questi problemi
in qualche maniera ci toccano, ci coinvolgono.
Non
è un caso che spesso preghiamo per i nostri fratelli e per le nostre sorelle,
quindi vuol dire che i problemi di salute ci toccano. A volte preghiamo per
persone che hanno problemi economici, stiamo vivendo una crisi economica tutti i livelli.
A volte ci sono problemi di corruzione morale, a volte ci sono problemi
politici e più o meno siamo coinvolti.
Quindi
ci sono questi problemi reali e poi c'è questa certezza, “li affronto con la certezza che mio
Padre Celeste” . Allora da una parte c'è il problema, dall'altra parte c'è la
certezza di confidare in Dio. Il problema lo tocchiamo, è reale, lo viviamo, ci
punge, ci fa soffrire; mentre “la
certezza di fede” è invisibile perché è in Dio e non è palpabile perché c'è
questa certezza di una risposta ma non sappiamo il quando, non sappiamo
il come, non sappiamo il momento in cui questa certezza diventerà reale
nella nostra vita.
Ho
voluto prendere alcuni passaggi della Scrittura che parlano di personaggi che
hanno passato di questi momenti. Cioè il tempo che va dal momento in cui
inizia il problema e al momento in cui arriva la soluzione, ed è in questa area grigia che noi possiamo passare i momenti più
difficili della nostra vita, quando non vediamo ancora la risposta anche se ci
crediamo, ci speriamo, l'aspettiamo però ancora non
Saul
Il
primo episodio che vogliamo considerare lo troviamo nel libro di Samuele, il
protagonista è Saul, egli era stato appena eletto re d'Israele e il profeta
Samuele gli aveva detto di precederlo e di aspettarlo in un certo posto dove,
dopo sette giorni, avrebbero offerto l’olocausto e supplicato l’Eterno.
I Samuele 13:8
Egli aspettò sette giorni secondo il
tempo fissato da Samuele; ma Samuele non giungeva a Ghilgal
e il popolo cominciava a disperdersi lontano da lui. 9 Allora Saul disse: «Portatemi
l'olocausto e i sacrifici di ringraziamento». Quindi
offerse l'olocausto. 10
Aveva appena finito di offrire l'olocausto, quando arrivò Samuele;
e Saul gli uscì incontro per salutarlo. 11 Ma Samuele gli disse: «Che cosa hai
fatto?». Saul rispose: «Quando ho visto che il popolo si disperdeva lontano da
me, che tu non eri giunto nel giorno stabilito e che i Filistei si radunavano a
Mikmash, mi son detto: 12 "Ora i Filistei mi piomberanno
addosso a Ghilgal e io non ho ancora supplicato
l'Eterno". Perciò mi sono fatto forza e ho offerto l'olocausto». 13 Allora Samuele disse
a Saul: «Tu hai agito stoltamente; non hai osservato il comandamento che
l'Eterno, il tuo DIO, ti aveva prescritto.
Guardate
un po', Saul riceve questa parola da Samuele:
“aspettami e io verrò”, ma allo scadere
del termine che gli aveva dato il profeta gli prende la paura! Quindi c'è questo tempo, dalla promessa che gli fa il
profeta fino al momento in cui sarebbe arrivato per offrire l'olocausto! Che
cosa vede Saul? Vede i problemi! Quali
sono questi problemi? Il popolo che si disperdeva, che se ne andava e i Filistei
che si stavano accampando e che si stavano preparando alla
battaglia! Che cosa succederà adesso che il profeta ritarda? Cosa
farò? Tutte queste domande mandano in crisi Saul ed ecco che
l'ansia diventa più forte della ragione. Lui sapeva che non poteva offrire un
olocausto perché non era il suo compito, infatti dice
“mi sono fatto forza”, ma non doveva farsi forza, doveva semplicemente avere
fiducia nel Profeta.
Capite
come a volte questo comportamento tocca pure noi quando c'è qualche cosa che ci
sta raggiungendo, qualche problema che prende il sopravvento sulla nostra vita,
sulle nostre situazioni. Ci prende la paura, l'ansia e possiamo fare delle
azioni sbagliate! Dobbiamo stare molto attenti perché la Parola di Dio è reale
e fedele! Dobbiamo Aspettare! Lui sa quando
intervenire nella nostra vita, Lui sa come intervenire! Dobbiamo avere
fiducia senza perdere la calma davanti ai problemi.
Israele fra il Mar Rosso e
l’Esercito Egiziano
Un
altro esempio lo troviamo in
Esodo 14:10 Mentre il Faraone si avvicinava, i figli
d'Israele alzarono gli occhi; ed ecco, gli Egiziani marciavano dietro loro, per cui ebbero una gran paura; e i figli d'Israele
gridarono all'Eterno, 11 e dissero a Mosè: «E' perché non c'erano tombe in
Egitto, che ci hai condotti a morire nel deserto? Perché hai fatto questo con
noi, di farci uscire dall'Egitto? 12 Non era forse questo che ti parlavamo
in Egitto, dicendoti: "lasciaci stare, cosi potremo servire gli
Egiziani"? Poiché sarebbe stato meglio per noi servire gli Egiziani che
morire nel deserto». 13
Ma Mosè disse al popolo: «Non temete, state fermi e vedrete la
liberazione dell'Eterno, che egli compirà oggi per voi; poiché gli Egiziani che
oggi vedete, non li vedrete mai piú. 14 L'Eterno combatterà
per voi, e voi ve ne starete tranquilli». 15 Quindi l'Eterno disse a Mosè: «Perché
gridi a me? Di' ai figli d'Israele di andare avanti. 16 E tu alza il tuo bastone, stendi la
tua mano sul mare e dividilo, affinché i figli d'Israele possano passare in
mezzo al mare all'asciutto. 17 Quanto a me, io indurirò il cuore
degli Egiziani, ed essi l'inseguiranno. Così io trarrò gloria dal Faraone, da
tutto il suo esercito, dai suoi carri e dai suoi cavalieri. 18 E gli Egiziani
sapranno che io sono l'Eterno, quando trarrò gloria dal Faraone, dai suoi carri
e dai suoi cavalieri». 19
Allora l'Angelo di DIO, che camminava davanti all'accampamento
d'Israele, si spostò e andò a mettersi
dietro loro; anche la colonna di nuvola si mosse dal davanti e andò a mettersi
dietro a loro. 20 Andò
così a mettersi tra l'accampamento dell'Egitto e l'accampamento d'Israele; e la
nube produceva tenebre per gli uni, mentre faceva luce agli altri di notte.
Così per tutta la notte l'uno non si avvicinò all'altro.
Questo passaggio lo
abbiamo letto in pochi minuti, ma il popolo d'Israele non l'ha vissuto in pochi
minuti! Per il popolo d'Israele, nel momento in cui si sono visti raggiunti
dall'esercito egiziano, nel momento in cui sentivano questo rumore di cavalli
che cavalcavano, rumore di carri, rumore di soldati, si sono
sentiti persi, smarriti, tanto che sono arrivati a dire a Mosè: “perché c'i hai portato
qui a morire? Perché ci hai liberati?”
Ma come, 400 anni sono stati schiavi degli egiziani, 400 anni a impastare
mattoni, 400 anni ad essere angariati! La Scrittura dice che erano così
angariati, trattati male, bastonati, sempre a fare mattoni dalla mattina alla
sera che avevano gridato all’Eterno perché li liberasse! E adesso dicevano che la
condizione di prima era meglio per loro? Guardate che cosa fa la paura, il
terrore, quando ci prende non ci fa più
ragionare! “Perché ci hai liberati”
è l’assurda domanda che pongono a Mosè?
Ma l’Eterno è buono, Egli non guarda solamente quello che noi facciamo o
quello che diciamo, l’Eterno va oltre e dice: “non temete, oggi vedrete una
grande liberazione dall’Eterno”.
Quindi
c'è stato questo tempo, da quando è arrivata questa parola fino a che hanno
visto qualcosa di reale, hanno visto una nuvola incredibile che s'è messa fra
loro e gli egiziani per una prima liberazione e poi il passaggio attraverso il
mare per la totale liberazione.
Quanto tempo è passato?
Non lo sappiamo! Non sappiamo da quando Mosé ha dato questa parola da parte di Dio fino a quando la
nuvola si è frapposta fra gli egiziani ed Israele,
quanto tempo sia passato. Un'ora? Due ore? Non lo sappiamo, ma sicuramente è
stato un tempo di prova per la loro fede!
Sarà vero quello che dice Mosè? E’ veramente quello che Dio vuole fare?
Finché vedono qualcosa di incredibile, questa nuvola
che si mette nel mezzo, da una parte produce tenebre e dall'altra parte produce
luce! È incredibile come Dio dalla nostra parte produce luce nella notte, produce calore nella notte, produce una guida! Dio non ci
lascia al buio, non ci lascia smarriti se noi abbiamo
fiducia, se noi ci affidiamo a Lui.
Questo grande esercito
alle spalle, il mare davanti, non c'era soluzione umana ma c'èra una soluzione divina! Partite, camminate, andate e il mare si aprirà! A volte siamo chiamati a fare passi di fede. Loro
dovevano iniziare a camminare prima che si aprisse il mare. La fede
doveva produrre l’azione: prima loro iniziavano a camminare, prima Mosé stendeva il bastone e dopo si sarebbe aperto il mare!
A volte la fede ci chiama a fare dei passi, la fiducia in Dio ci porta a fare dei
passi, quando siamo chiamati, quando abbiamo la certezza che è da parte di Dio,
quando riceviamo una parola che è da parte di Dio per noi, dobbiamo fare dei
passi di fede! Non aspettare di vedere
materialmente la risposta perché a volte questa risposta dobbiamo
andarla a prendere, dobbiamo muoverci prima per dimostrare che crediamo in
quello che Dio ci ha detto, che ci ha promesso.
E così hanno avuto una
grande vittoria, l'esercito egiziano li ha seguiti, dopo che si è tolta la
nuvola, e sono entrati dentro il mare. Ma quando tutto
l’esercito era dentro il mare, questi si è richiuso
sopra di loro ed ecco che la parola che Dio aveva detto, “l'esercito degli egiziani mi darà gloria perché sono tutti periti per
la loro crudeltà verso il popolo d'Israele”, si è realizzata sotto i loro
occhi.
Sulla nave con Paolo a Malta
Un
altro episodio ce lo racconta l'apostolo Paolo,
stavano venendo verso Roma ed erano imbarcati su una nave e l'apostolo Paolo aveva ricevuto una visione
da parte di Dio: “non partite perché avrete difficoltà”. Lui comunica questa
informazione al capitano e al padrone della nave ma questi non gli danno retta!
Le persone del mondo non credono alle rivelazioni di Dio e si affidano ai
meteorologici. Appena hanno visto un pò di calma sono partiti, hanno
iniziato la navigazione finché a un certo punto si trovano nel mezzo di una
grande tempesta. Dopo diversi giorni che non prendevano cibo in mezzo a questa
tempesta di nuovo l'apostolo Paolo riceve una parola
da parte di Dio e dice:
Atti 27:34 Vi
esorto perciò a prendere cibo, poiché questo contribuirà alla vostra salvezza;
poiché neppure un capello del nostro capo perirà. 41 Ma, essendo incappati in una secca che
aveva il mare da ambo i lati, vi arenarono la nave che rimase con la prua
incagliata e immobile, mentre la poppa si sfasciava per la violenza delle onde.
Su
questa nave c'erano 276 persone fra prigionieri, soldati, marinai e passeggeri
ed ecco che arriva questa parola, Paolo dice: ve lo avevo detto, non dovevamo
partire! Comunque Dio mi ha rivelato che nessuno di voi perirà! C'è una parola di rivelazione ma una realtà
completamente diversa, cioè la nave è incagliata con la prua su una
secca e dietro, ad ogni onda, la poppa si sfasciava. Quindi voi immaginate di
trovarvi in una nave così, una grande tempesta, ad ogni
onda un rumore assordante che sfasciava la nave, altra onda e stesso risultato!
Quante
volte noi ci troviamo in situazioni del genere nella vita dove
la nostra “nave” viene continuamente colpita da onde, e ad ogni onda che arriva
rompe qualche cosa. Sì, abbiamo la parola da parte di Dio che ci dice di non
temere, “io sono con te”, però ci
sono anche le “onde” che sbattono, che rovinano, che distruggono.
Ma
è proprio lì che serve la fede, è lì che bisogna aggrapparsi con tutte le forze,
è lì che bisogna stare fermi sulla parola da parte di Dio. Dobbiamo credere
contro speranza! Certo le onde arrivano, forse vedremo la realtà del problema
che scuote la nostra vita,
queste onde che rompono qualche cosa, potremo anche vedere la
situazione che peggiora, ma c'è una parola per ognuno di noi da parte di Dio: “neppure un capello del vostro capo perirà”.
Così
è stato anche per Paolo e gli altri passeggeri perché al momento giusto si sono
buttati in mare, chi nuotando, chi su pezzi di tavole, sono riusciti a salvarsi
tutti e non è morto nessuno! Sono arrivati nell'isola di Malta, si sono
rifocillati e sono stati lì finché è passato il brutto tempo,
perché la parola dell'Eterno è reale,
come i problemi, anzi più dei problemi. Dio è più reale dei nostri problemi perché
a volte i problemi ce li creiamo noi, ce li inventiamo,
li immaginiamo come le fobie o le paure.
Quindi i
problemi a volte sono meno reali di Dio che invece è sempre reale.
Pietro
Atti 12:6
“Or la notte, prima che Erode lo facesse
comparire in pubblico, Pietro dormiva in mezzo a due soldati, legato con due
catene; e le guardie davanti alla porta custodivano la prigione”
Attraverso
il versetto letto possiamo considerare un altro aspetto di come si possono
affrontare i problemi nella nostra vita, c'è un problema reale che è la prigione
e l'intenzione di Erode di far morire Pietro così come aveva fatto
con Giacomo. Ma Pietro confidava in Dio, questa è la differenza!
E qual è il risultato di quest’atteggiamento? Dormiva in mezzo a due guardie! Dormiva
in una situazione difficile, in cui per la maggior parte delle persone non è
normale dormire!
Questo
dovrebbe essere un atteggiamento di fiducia in Dio in mezzo ai problemi, in mezzo alle difficoltà, in situazioni che ci mettono in “croce”
o in mezzo a situazioni che non promettono niente di buono. Se noi abbiamo
veramente fiducia in Dio riusciremo a dormire,
riusciremo a riposare aspettando la liberazione del Signore.
Paolo e Sila
Atti 16:25 “Verso
Una
situazione simile a quella di Pietro successe a Paolo e Sila quando sono stati
rinchiusi nella prigione di Filippi dopo essere stati frustati, erano legati
con dei ceppi ma dice la Scrittura che a mezzanotte cantavano
e pregavano! Era un momento in cui si sarebbero potuti ribellare: “ma come Signore siamo qui per servirti, siamo qui per fare la tua volontà è questa la
paga?”
Quale
era la realtà che vedevano? Battiture, prigione, ceppi, che speranza potevano avere?
Portati nella parte più interna della prigione che speranza avevano? Nessuna! Ma
loro sapevano in chi credevano, sapevano che c'è un
grande Dio che vegliava su di loro ed ecco perché hanno trovato la forza di
cantare, hanno trovato la forza in mezzo al buio, fisico e della situazione che
vivevano, di lodare Iddio.
Quale
è stata l’altra realtà che non vedevano? “Improvvisamente
si fece un gran terremoto tanto che le fondamenta della prigione furono scosse:
e in quell'istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero”
ed ecco che sono liberi. Quello che è successo era impossibile umanamente,
tanto che il carceriere si voleva uccidere pensando che altrimenti lo avrebbero
ucciso i suoi superiori appena si sarebbero accorti che
tutti i prigionieri erano evasi. Ma Paolo gli disse: “non farti male alcuno perché noi siamo tutti qua” ed ecco che
quest'uomo si gettò ai piedi di Paolo e Sila e chiese: “Signori, che cosa devo fare per essere salvato?” Ed essi gli
risposero: “credi nel Signore Gesù Cristo
e sarai salvato tu e la tua casa”. Un problema reale ma un Dio più reale del problema! Un problema reale ma gli occhi di Dio, dice la Scrittura, sono su coloro che lo temono, su coloro
che sperano in Lui.
Anche
noi possiamo, come Pietro, come Paolo e Sila, dentro il problema alzare il
nostro sguardo verso Iddio, verso Colui che può
realmente tirarci fuori da ogni problema, quando Lui vuole, come Lui vuole,
dove Lui vuole ma l'importante è sperare nel Nostro Signore.
Il Funzionario Reale
Giovanni 4:49 “Il funzionario regio gli disse: «Signore,
scendi prima che il mio ragazzo muoia». 50 Gesú gli
disse: «Va tuo figlio vive!». E quell'uomo credette
alla parola che gli aveva detto Gesú, e se ne andò. 51 Proprio mentre
egli scendeva, gli vennero incontro i suoi servi e lo informarono, dicendo: «Tuo
figlio vive». 52 Ed
egli domandò loro a che ora era stato meglio; essi gli dissero: «Ieri all'ora
settima la febbre lo lasciò». 53 Allora il padre riconobbe che era
proprio in quell'ora in cui Gesú gli aveva detto:
«Tuo figlio vive»; e credette lui con tutta la sua
casa”.
In
questo episodio che ci viene raccontato nel Vangelo
quest'uomo va da Gesù perché ha bisogno, c'è suo figlio che sta morendo, va da
Gesù supplicandolo: “ti prego vieni con me, ti prego vieni prima che il ragazzo
muoia”. Gesù questa volta, a differenza di altre, non segue l’uomo ma dice
semplicemente: “va tuo figlio vive!” Forse l’uomo si
aspettava più attenzione ma invece riceve solo una “parola”. Non è facile
aggrapparsi a questa parola quando il figlio sta morendo e non sappiamo esattamente
quanto sia distante il posto dove riceve la parola di Gesù rispetto a dove
abitava lui, quanto tempo ci sarebbe voluto per poter
verificare la salute del figlio. Possiamo calcolare più di una giornata di
cammino (sia l’uomo che i servitori si avviano alle
ore 13 del giorno precedente l’incontro). Proviamo a metterci nei panni di
quest'uomo, noi stiamo leggendo la storia, abbiamo letto la conclusione della
storia per cui ci sembra tutto facile e scontato, ma quest'uomo
riceve solo una parola lontano da casa, “va
tuo figlio vive” e a questa parola deve affidare tutte le sue speranze.
Inizia
il suo ritorno verso casa, forse pensando a quando era partito con tante aspettative, sicuramente aveva sentito dei miracoli che Gesù
operava, avrà pensato che se Gesù fosse venuto il figliolo sarebbe potuto
vivere, se fosse riuscito a convincere Gesù a venire, Egli lo avrebbe toccato e
lo avrebbe guarito.
Ma
le cose non sono andate secondo il suo programma, secondo i pensieri costruiti nella
sua testa e invece riceve solo una parola: “va tuo figlio vive”! Non è facile affidare i propri affetti a una
parola, affidarvi tutte le ultime speranze, tutta la disperazione e la
frustrazione di non aver potuto fare niente per salvare il
proprio figlio. Chissà quante volte si sarà chiesto, mentre tornava a
casa, se quella “parola” era vera.
Dal
momento in cui Gesù gli aveva dato quella rivelazione, ora settima (corrisponde
alle ore 13) del giorno prima, a quando ha incontrato i servitori
non sappiamo quanto ore sono passate, possiamo ipotizzare che sono passate
almeno 12 ore e provate a immaginate il
travaglio di questo padre in queste ore. Da una parte la “parola” di Gesù “va tuo figlio vive” e dall'altra parte
un problema reale, un dolore reale, una sofferenza reale: il ragazzo sta
morendo! Ore di sofferenza, ore di combattimento interiore. Sarà vero
che mio figlio vive? Mi posso affidare
alla parola di Gesù?
La
Scrittura dice che lui “credette” dopo aver
verificato la salute del figlio con i suoi servitori quindi possiamo pensare
che aveva qualche dubbio. Infatti dopo che i servi gli
hanno detto a che ora aveva incominciato a star bene (all’ora settima del
giorno precedente), lui si è ricordato che era proprio l’ora settima quando
Gesù gli aveva detto quella frase “tuo
figlio vive” e credette lui con tutta la sua casa.
noi…
Non
era così sicuro prima della conferma e questo personaggio è molto vicino a noi,
perché anche noi a volte facciamo così, anche noi riceviamo le “parole”
di rivelazione o di speranza “va la tua situazione
è risolta”, però poi c’è un tempo da passare che può essere di ore, giorni,
mesi, c'è questo tempo indeterminato finché avremo la conferma della “parola” e
che cosa facciamo in questo tempo? Il travaglio, il combattimento interiore … ma
dobbiamo credere in Dio, dobbiamo credere che Dio dice sempre la verità, Egli è lo stesso ieri, oggi è in
eterno! “Se tardo
aspettami” dice il Signore, ma il suo tardare non è fine a se stesso, il
suo tardare è affinché si realizzano le condizioni affinché Lui possa operare
in maniera efficace nella nostra vita! Se tardo aspettami!
Ma il signore è fedele, è reale.
Quindi da
una parte ci sono i problemi e dall’altra parte c'è una fede nell’Iddio
Vivente! Noi dobbiamo riuscire a mantenere la nostra fede viva
anche se entriamo in mezzo al problema. A volte i problemi ci
sfiorano, altre volte i
problemi li vediamo negli altri, negli amici, nei parenti, nei conoscenti; qualche
volta ci toccano, ma se noi riusciamo ad affidarci completamente in Dio, Egli
ci darà la grazia di reagire come Paolo, come Pietro, e nel problema ci darà la
via per trovare una vittoria aspettando la Sua soluzione.
Quando?
Non lo sappiamo! Come? Non lo sappiamo! Ma sappiamo
che Egli verrà portando la risposta, portando la soluzione perché Dio è fedele
e a Lui daremo ogni gloria in Cristo Gesù che è benedetto in eterno.