(Pubblicato sul n. 35/99 di "GRIDO DI BATTAGLIA"
Periodico Missionario di Cristo è la Risposta
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 Testimonianza di Chiara Mosca


 
Ciao, mi chiamo Chiara, ho 33 anni e vengo da Taranto. Sono cresciuta in una famiglia cosiddetta cattolica ma di cristianesimo non c'era quasi niente specialmente se guardavo la vita di mio padre, i miei ricordi d'infanzia non sono molto piacevoli. Mio padre era un alcolizzato e spesso, si può dire ogni giorno io con il resto della mia famiglia vedevamo scene di violenza, aspettavamo con paura il ritorno di mio padre a casa sapendo già che avrebbe iniziato a gridare, bestemmiare, picchiare mia madre e rompere qualsiasi cosa gli capitasse tra le mani, noi come figli non abbiamo mai subito violenza fisica questo era riservato solo per mia madre.

La mia famiglia era composta da sette figli più i miei genitori, eravamo tutti piccoli quindi l'unica persona che avrebbe dovuto prendere cura dei nostri bisogni materiali era mio padre, ma lui spendeva quello che riusciva a guadagnare per i suoi bisogni, cioè l'alcool così non ci vuole molto a comprendere che la miseria era la nostra amica, era sempre una fatica riuscire a trovare qualcosa da mangiare.

la Provvidenza divina

C'erano giorni in cui in casa non c'era assolutamente niente e mia madre ci avvisava sin dal mattino, però all'improvviso arrivava qualche parente (non venivano spesso, specialmente i parenti di mia madre perché mio padre non voleva nessuno a casa) o la signora che abitava nel nostro palazzo e ci portavano del cibo, mia madre diceva la Provvidenza divina è arrivata, non sapevo che quella Provvidenza era il Dio che vede e provvede il quale oggi per la Sua grazia conosco. Non ricordo di averlo mai incolpato per quello che succedeva, anche perché credevo in Dio, e a volte mi rivolgevo a Lui in maniera semplice come una bambina può fare.

Comunque gli anni passavano e la nostra situazione peggiorava ho potuto frequentare la scuola perchè a quel tempo per i poveri lo stato offriva tutto il materiale scolastico ed anche indumenti come scarpe o cappotto, questo però solo nelle elementari, giunta alle medie dovevo comprare anche i libri, naturalmente per comprarli tutti non c'era la possibilità così prendevo quelli usati dai miei fratelli che non erano i libri di testo usati dagli altri miei compagni di classe, altri me li facevo prestare e quelli più importanti, forse due o tre li ho comprati da un ragazzo vicino di casa che mi superava di un anno ad un prezzo bassissimo così di anno in anno prendevo i libri da lui, in questo modo sono riuscita a superare le medie, mi sarebbe piaciuto tantissimo frequentare ancora ma non c'erano soldi neanche per iscrivermi da qualsiasi altra parte.

Finito il periodo estivo ho iniziato a lavorare come baby-sitter lo stipendio era pochissimo ma per me la cosa più importante era non essere a casa. In questo periodo, oltre la triste situazione di mio padre, si aggiungeva un'altra brutta storia. Scoprimmo che mio fratello faceva uso di droga e per un pò di mesi abbiamo partecipato al suo dolore mentre cercava di smettere ed ogni volta con forti dolori a causa dell'astinenza per poi riprendere nuovamente a fare uso di stupefacenti. Stava rovinando la sua vita, tanto da essere costretto a ricoverarsi in ospedale.

Fu qui che la sua vita cambiò, il gruppo "Cristo è la risposta" si trovava a Taranto e precedentemente qualcuno gli aveva parlato del Signore, così in questa situazione di bisogno gridò a Dio dicendo: "Signore se tu esisti cambia la mia vita". Dio lo fece, mio fratello diventò un'altra persona, non soffrì nessuna crisi d'astinenza e giorno dopo giorno cominciava a parlarci delle cose di Dio, per me era la prima volta che venivo a conoscenza dell'Evangelo, mi piaceva quello che Dio aveva fatto e approvavo tante cose della Parola di Dio, non ero attratta dalla religione cattolica perché non condividevo le loro tradizioni, ma credevo in Dio e in Gesù, comunque tutto questo, anziché avvicinarmi a Dio mi allontanava, mi sentivo giusta e di conseguenza non riuscivo a comprendere il bisogno della salvezza nella mia vita. Così passavano gli anni, la situazione a casa era sempre uguale, in quel periodo lavoravo in un super-market guadagnavo pochissimo ma il fatto di essere fuori si può dire quasi tutto il giorno mi piaceva e il lavoro mi teneva così impegnata da dimenticare i lati spiacevoli.

Al lavoro nessuno sapeva della mia situazione familiare, sentivo vergogna quasi come se fossi io responsabile di quello che succedeva, a volte chi lavorava con me mi chiedeva semplicemente cosa avessi mangiato per pranzo, ed io dovevo inventarmi una minestra sul momento perché a stento ero riuscita a mangiare un panino. La cosa più triste, ma che oggi mi fa ridere, è che lo dovevo mangiare in bagno così mio padre non mi vedeva altrimenti diceva che noi mangiavamo e lui no, comunque quando capitava che si pranzava insieme, generalmente cerano piatti che volavano in aria oppure si respirava un'aria così pesante che non vedevamo l'ora di alzarci da tavola. Il proverbio dice che l'unione fa la forza, infatti quando tutti e sette figli eravamo insieme si riusciva meglio a sopportare la situazione poi con il passare degli anni uno dei miei fratelli preferì andare a vivere a casa di una mia zia. Tre delle mie sorelle si sposarono, l'altro mio fratello stava servendo il Signore fuori dalla nostra città, praticamente a casa eravamo rimasti solo io e mia sorella minore. La sera, a volte, avevamo paura di addormentarci, mio padre si alzava di notte gridando e sbattendo le porte.

Anche in quel periodo ero scocciata di lavorare nel quartiere dove abitavo ma non potevo lasciare il lavoro perché ero io quella che sosteneva la famiglia, ma un giorno successe una cosa strana una mia cugina ci telefonò offrendomi un lavoro in città, ero molto indecisa sapevo che non potevo restare senza lavoro quindi non potevo dimettermi subito da dove ero già impiegata ma avevo paura che nel nuovo lavoro non mi sarei trovata bene, però c'era il desiderio di provare qualcosa di nuovo, allora chiesi a mia sorella quale scusa avrei potuto inventare per assentarmi dal lavoro almeno una settimana in modo da provare il nuovo, mia sorella mi disse esattamente quello che non volevo fare, la sua risposta fu semplicemente: "prova a dire la verità" lei aveva accettato Gesù, quindi non poté dirmi che questo. Ricordo che in quella occasione mi fermai un attimo e chiesi al Signore di aiutarmi a decidere cosa fare, decisi di dire la verità e feci la cosa migliore, ora vi spiego perché. La mattina mi alzai abbastanza presto perchè dovevo trovarmi lì alle 7.00 e da dove io abitavo se riuscivo a trovarmi bene con gli orari dell'autobus ci avrei impiegato almeno un'ora tornai per l'ora di pranzo ma era piuttosto l'ora di guerra, mio padre aveva di nuovo iniziato a gridare e buttare i piatti in aria, per me era già arrivata l'ora di andarmene e mio padre mi gridava dietro dicendo che stavo andando a fare la prostituta a me non importava quello che stava dicendo, la cosa più importante per me era scappare via di casa.

Comunque nel pomeriggio mia sorella mi telefonò al negozio dicendomi di non ritornare a casa mia, ma di andare nella sua che era abbastanza vicino al negozio. Quando la sera sono rientrata trovo lì anche mia madre con la mia sorella minore dicendomi che non saremmo tornati a casa ma che saremmo stati per un pò da mia sorella. Così dovetti per forza accettare questo nuovo lavoro non ce l'avrei fatta di ritornare dove ero stata per anni, la distanza era troppo e il giorno dopo che mi recai al negozio c'era anche la neve e sciopero degli autobus e pensai è una fortuna che sono già in città perchè me ne andai a piedi al lavoro. Erano già trascorsi due mesi e ci rendevamo conto che non potevamo stare in eterno a casa di mia sorella, mia madre diceva che se non trovavamo casa saremmo dovuti ritornare a casa nostra, non era facile trovare un appartamento e specialmente nella nostra situazione, c'era solo il mio stipendio e con quello dovevamo fare tutto. Ma ancora una volta successe una cosa strana mia madre incontrò una sua lontana parente gli chiese come stava e mia madre raccontò un pò la situazione in cui ci trovavamo, lei disse che poteva aiutarci e che sapeva che c'era un piccolo appartamento vuoto e ne avrebbe parlato con la proprietaria, andammo a vedere la casa, era molto piccola, un ingresso, servizio e bagno, al sesto piano e senza ascensore, agli occhi di tanti sarebbe stata orribile, per me era una reggia e il prezzo faceva proprio al caso nostro, il mio stipendio sarebbe stato sufficiente per coprire le spese, ancora una volta il Dio che vede e provvede era intervenuto, ora un pò realizzavo che Dio stava facendo qualcosa e spesso mi veniva di pensare a Dio, mi ritornavano in mente alcuni cantici cristiani che alcuni anni prima mio fratello era solito ascoltare e quando c'erano decisioni importanti da fare chiedevo sempre aiuto al Signore.

Dopo alcuni mesi non volevo stare più dove lavoravo era un ambiente dove si usava un parlare sporco e a me dava fastidio, non era mia abitudine usare un parlare sporco avevo sentito così tante parolacce sin da piccola che ora mi davano fastidio, trovai un altro lavoro però avevo una settimana di riposo prima di cominciare, fu durante questi giorni che uscendo con le mie sorelle per fare una passeggiata, cosa inusuale per me visto che ero sempre impegnata con il lavoro, incontrammo una sorella della comunità evangelica e iniziò a parlarci del Signore ancora una volta riascoltammo il messaggio dell'evangelo che terminò con un invito nella comunità.

Ritornammo a casa ed io pensai se ci vanno le mie sorelle andrò anche io, loro decisero di andare così iniziai da quel momento a pensare a Dio alla Sua pazienza verso di me e tutto quello che lui aveva provveduto per noi e dissi Signore se tu vuoi che io ti possa conoscere io sono disposta a farlo e sentivo dentro di me che quella era la volontà di Dio.

"Molto puņ la preghiera del giusto
fatta con efficacia"
Giac. 5:16

Ci recammo nella comunità ed io ero certa che Dio mi stava aspettando in quel luogo, iniziai a pregare come vedevo fare alle persone intorno a me, ma mi resi conto che stavo solo imitandoli, mi fermai e iniziai a parlare a Dio dicendo al Signore che ero lì per conoscerlo, la risposta di Dio non tardò, iniziai a sentire la sua presenza e l'amore di Dio nella mia vita, nello stesso tempo mi sentivo misera e sporca davanti a Dio, chiesi perdono al Signore di essere stata così indifferente verso di Lui e Il Signore dimostrò di avermi ascoltata facendomi realizzare la sua pace.

Iniziai a leggere la sua Parola, permettendo a Dio di insegnarmi la sua volontà. Dopo qualche mese chiesi al Pastore di battezzarmi in acqua, da bambina non sono stata battezzata secondo il rito cattolico e diventando un pò più grande non volevo più battezzarmi perchè mi vergognavo, ma quando l'ho fatto per adempiere il comandamento del Signore non c'era nessuna vergogna solo gioia e ancora di più quando, dopo un paio di mesi il Signore mi battezzò con lo Spirito Santo. Il Signore dice che molto può la preghiera del giusto fatta con efficacia, mio fratello stava pregando da anni senza stancarsi per me e la mia famiglia e il giorno della mia salvezza, grazie a Dio è arrivato.

Ormai erano mesi che non vedevo mio padre, non che sentissi la sua mancanza, però Dio mise nel mio cuore e in quello di mia sorella di andarlo a visitare, sapevamo che non stava bene fisicamente ma soprattutto spiritualmente, tante volte mio fratello e i suoi amici gli avevano parlato di Gesù, ma ora sentivo il bisogno di testimoniare di persona dell'amore di Dio, non ho mai odiato mio padre anzi a volte mi faceva pena e da quando avevo accettato Gesù realizzavo ancora di più come il diavolo può distruggere e nello stesso tempo ringraziavo Dio come ci aveva sempre guardato, tutti a casa avremmo potuti prendere una brutta strada, ma Dio non ha permesso né che andassimo a rubare, né a prostituirci né a fare chissà quali cose o vivere nella depressione o esaurimento, c'era solo la storia di mio fratello, ma so che Dio lo ha permesso affinché il Suo Regno giungesse a noi.

Da allora sono passati dodici anni, la situazione economica è migliorata così sono potuta entrare a far parte nel gruppo "Cristo è la Risposta", questo risale nel 1993, non era mia intenzione servire il Signore in questa missione ma la mia preghiera a Dio è sempre stata "Signore voglio servirti", così mentre ero qui in visita, Dio mi faceva sentire che questo era il mio posto, fino a quel momento ero stata io a godere delle promesse del Signore ma Dio mi chiedeva di adempiere la promessa che gli avevo fatto: "Signore voglio servirti".

Quello che attualmente posso dire è che ringrazio Dio per avermi attirato a Lui, la mia preghiera è che io possa sempre essere nel Suo piano preparato per la mia vita.